16 Settembre 2021 11:38

IMAGINARIA, L’INCANTO DELL’ANIMAZIONE

A Conversano la rassegna internazionale di cinema di cartoon d’autore

di Irene Mossa

Conversano (Bari) – Nutrirsi di bellezza, nutrirsi di luce. Questa è l’emozione che si vive a Imaginaria, il festival internazionale del cinema d’animazione d’autore che quest’anno ha festeggiato la sua diciannovesima edizione. Dal 23 al 28 agosto la manifestazione è tornata nella città d’arte di Conversano, negli spazi storici – il complesso di San Benedetto, il chiostro di San Giuseppe, il sagrato della Cattedrale – che da anni ne sono una splendida cornice. 150 film, fra opere in concorso e fuori concorso, proiezioni speciali, eventi collaterali, mostre e laboratori per bambini hanno animato i giorni della rassegna diretta da Luigi Ulisse Iovane, con la curatrice e responsabile della programmazione Maria Pia Santillo.

Il manifesto di Imaginaria 2021, realizzato dall’artista conversanese Vito Savino

Il premio per il miglior cortometraggio nella competizione internazionale è andato a Bestia, del regista cileno Hugo Covarrubias. Girato in stop motion e ispirato a fatti reali, accaduti durante la dittatura di Pinochet, il film racconta la storia di Ingrid Olderock, agente della polizia segreta cilena che addestrava cani per torturare i prigionieri, mostrando l’orrore, il male nascosto dietro un’apparente e ripetitiva normalità. Come spiega Covarrubias, “il rapporto della donna con il suo cane, le sue paure e frustrazioni rivelano una macabra frattura nella sua mente e nel suo paese”. Una realtà disturbante e spaventosa, espressa con efficacia dalla scelta di usare pupazzi con visi di porcellana, con l’inquietante fissità e inespressività delle bambole, in corrispondenza con la psicologia dei personaggi.

“Bestia” di Hugo Covarrubias

Nella stessa sezione della competizione la giuria, composta dall’animatrice e illustratrice Virginia Mori e dalle curatrici cinematografiche Aneta Ozorek e Carolina López Caballero ha dato una menzione speciale a Noir Soleil, di Marie Larrivé, opera che rievoca il trauma familiare di un lutto non elaborato, trovando nell’immersione dolorosa nel passato e in un nuovo rapporto fra un padre e una figlia una possibilità di speranza e rinascita.

“Noir soleil” di Marie Larrivé

Nella categoria dei corti per studenti ha vinto La confiture des papillons di Shih Hien Huang, un film dove si affronta il tema della morte e della perdita in modo simbolico, attraverso la rappresentazione degli spazi e degli oggetti in una casa, ambienti esteriori in continua trasformazione che rivelano memorie e mondi interiori. In questa sezione due menzioni speciali sono andate a Il mondo di sotto di Benedetta Sani, corto poetico e delicato ispirato al mondo dei fiori, e a BusLine35A di Elena Felici, racconto ambientato in un autobus di uno scenario quotidiano d’indifferenze e solitudini.

“La confiture des papillons” di Shih Hien Huang
“Il mondo di sotto” di Benedetta Sani
“BusLine35A” di Elena Felici

Nella categoria “Kids”, dedicata ai ragazzi, la giuria di giovani spettatori ha premiato dove la notte, di Francesco Filippini, narrazione di un viaggio sciamanico di un bambino nativo americano alla scoperta delle proprie origini, e ha conferito una menzione speciale a Migrants, di Hugo Caby, Antoine Duprez, Aubin Kubiak, Lucas Lermytte e Zoé Devise, storia di due orsi polari costretti a fuggire dal riscaldamento climatico.

“Là dove la notte” di Francesco Filippini
“Migrants” di Hugo Caby

Di grande bellezza è stato l’evento dedicato ad Aleksandr Petrov, regista russo vincitore del premio Oscar con il film Il vecchio e il mare (1999), che ha ricevuto la cittadinanza onoraria e il premio speciale. Il pubblico si è immerso nel mondo della Russia ottocentesca in My love (2006), pellicola dell’artista proiettata nella serata, basata su un racconto dello scrittore Ivan Šmelëv, che narra l’esperienza del primo amore del sedicenne Anton. Realizzato, come le altre opere di Petrov, con la particolare tecnica della pittura a olio su vetro, My love ritrae con pennellate luminose e con intenso romanticismo l’emozione e la purezza di un cuore adolescente, tra realtà e dolci fantasticherie, con un finale struggente e pieno di nostalgia.

Aleksandr Petrov con il premio Oscar
“Il vecchio e il mare” di Aleksandr Petrov
“My love” di Aleksandr Petrov

Oltre ai cortometraggi, Imaginaria ha presentato due lungometraggi, Calamity, un’infanzia di Martha Jane Cannary, di Rémi Chayé, e Flee (Fuggire), del danese Jonas Poher Rasmussen, Cristallo come miglior film ad Annecy, storia dolorosamente attuale di un ricercatore e della sua fuga dall’Afghanistan. Ricco anche il panorama dei programmi speciali: “A tavola!”, selezione di opere sul piacere della convivialità, “Playa imaginaria”, “Collage!”, video al confine con il cinema sperimentale. Per i bambini, una rassegna di corti cechi in stop motion, insieme a Les mal-aimés, pellicole che mostrano con dolcezza e tenerezza l’universo di animali ingiustamente non amati.

Il festival è anche un luogo d’incontri con autori. Le registe Mara Cerri e Magda Guidi, docenti dell’Isia (Istituto superiore per le industrie artistiche) di Urbino, hanno tenuto un focus sul corso di corto animato della scuola, analizzando l’insegnamento dell’animazione realizzata a mano, con tecnica tradizionale, e il percorso formativo con cui ogni studente può elaborare uno sguardo personale sulla realtà.

E il complesso di San Giuseppe ha ospitato due mostre, dedicate a Virginia Mori e al taiwanese Jimmy Liao. Due stili molto diversi, profondamente evocativi. I disegni surreali e onirici creati con matite e penne a sfera dall’artista italiana sono una finestra sul mondo interiore e un’esplorazione dell’inconscio, mentre Jimmy Liao, diventato il più celebre autore di libri illustrati in Asia, racconta con immagini dai colori accesi e dal magico realismo la fragilità, la vulnerabilità e il bisogno d’amore dell’essere umano, dei bambini e ragazzi protagonisti delle sue storie.

Illustrazione di Virginia Mori

 

 

 

 

Illustrazione di Jimmy Liao

Il teaser di Imaginaria, realizzato dall’illustratrice Benedetta Fasson

 

 

Si ringrazia per la cura dell’evento dedicato ad Aleksandr Petrov l’esperta di cultura e cinema russo Eugenia Gaglianone.

Un sentito ringraziamento a Luigi Iovane, Michele Bernardi, Vito Savino e a tutto il festival Imaginaria.