L’argomento riguarda tutti i collaboratori di afNews (e le note – https://www.afnews.info/wordpress/redazione/note-tecniche/ – talora sfuggono), per cui vado a riassumere.
1- con l’attuale versione del sito, non c’è alcun problema di lunghezza, per quanto riguarda gli articoli. Potete scrivere quanto vi pare.
2- dato il target e le caratteristiche specifiche di afNews, è sempre obbligatorio attenersi al linguaggio indicato nelle note ai collaboratori.
3- se volete usare un linguaggio che sarebbe inadatto ad afNews, allora, certo, vi conviene attivarvi un vostro blog personale e scrivere lì in totale libertà. Ma se l’articolo fosse comunque di interesse generale, potete promuoverlo tramite afNews (le classiche due righe, una immagine e il rilancio via link).
4- la scelta di afNews di promuovere quanto possibile tutti i blog e le fonti interessanti che si trovano in rete, non vi condiziona a fare altrettanto: ci penso io, se a voi non interessa. E non vi deve assolutamente condizionare ad attivare dei blog personali, se non ne avete voglia.
5- è sempre fondamentale citare le fonti dei propri interventi. Si tratta solo di buon senso, correttezza, buona educazione… le solite cose, insomma. Quindi, se si scrive un pezzo basato su un articolo di un blogger norvegese, lo si citi e si metta il link al suo pezzo. Non farlo è una scorrettezza nei suoi confronti e può dare l’idea, ai lettori, che ci si stia appropriando indebitamente del lavoro altrui. E’ ben difficile che in rete si pubblichino notizie di prima mano: vedi www.afnews.info/wordpress/2014/08/15/notizie-di-seconda-mano/. Correttezza vuole che si citi la fonte. E nel caso la fonte abbia scritto meglio (o di più, o di più preciso ecc.) di quanto potremmo fare noi, è perfettamente inutile fare il riassuntino scolastico del suo lavoro: molto meglio (da tutti i punti di vista) fare due righe di introduzione e poi mandare il lettore alla fonte primaria. Non siamo qui a farci belli col lavoro altrui, ma a cercare di diffondere quel che (IOHO) vale la pena diffondere. Se desideriamo legittimamente fare vedere quanto siamo bravi, dobbiamo fare noi stessi il lavoro ed esser la fonte primaria. O quanto meno essere in grado di scrivere qualcosa che sia davvero un “valore aggiunto”.