Come già annunciato, il giovedì della VIEW Conference torinese si è chiuso con la presentazione in anteprima europea del nuovo film in 3D sui Peanuts (in uscita da noi il 5 novembre) tenuta dal supervisore per l’animazione della casa di produzione Blue Sky Scott Carroll.
“The Peanuts Movie” (“Snoopy and friends”), fortemente voluto dal figlio e dal nipote di Charles M. Schulz, Craig e Bryan, entrambi sceneggiatori e autori dello script insieme a Cornelius Uliano, si rivelerà forse alla resa dei conti soprattutto un commosso e divertente omaggio al compianto “Sparky” e al suo mondo iconografico, ricostruito con attenzione filologica ispirandosi al suo Minnesota natale: le villette basse e ordinate con giardino, gli interni borghesi semplici ma dignitosi; i dintorni in cui la natura (rappresentata dal laghetto ghiacciato su cui spesso i protagonisti pattinano o giocano a hockey) è ancora complice scenario delle avventure dei bambini.
La Blue Sky ha voluto osare il “grande salto” da Scratch a Snoopy, e gli sventurati animatori che si sono cimentati nell’impresa hanno capito ben presto che l’apparente “semplicità” grafica dei personaggi era, per l’appunto, soltanto apparente! Dagli esordi della striscia negli anni Cinquanta parecchi cambiamenti sono occorsi per Charlie Brown & Co:
… e al tentativo di trasporre in 3D le loro fisionomie le sorprese in negativo si sono susseguite: da Snoopy che col suo muso “picassiano” (occhi e naso tutti da un lato) rendeva pressocché impossibile creare delle prospettive volumetriche coerenti, a Charlie Brown che in CG finiva con l’assomigliare più a un “Charlie Clown” col naso a patata! La perfetta rotondità della sua testa ha fatto letteralmente ammattire il team di Carroll, così come le chiome indomabili della bisbetica Lucy e la nuvola di polvere che accompagna ovunque il mitico Pig-Pen.
A questo punto, da accorto e sagace capitano, il regista Steve Martino pare abbia sentenziato: – “When in doubt, go back to the comic!” (Quando siete nel dubbio, tornate al fumetto!)
Ispirandosi anche alle soluzioni e allo stile utilizzati per le precedenti versioni in animazione tradizionale della striscia, poco a poco si è trovata la quadratura del cerchio, superando anche scogli impervi come quello delle proporzioni anatomiche (spesso non corrette nei disegni e quindi da reinventare), della deformazione prospettica e della resa dinamica dei movimenti. Con risultati, stando a ciò che si è potuto vedere nel trailer in circolazione, all’altezza dell’originale!
Anche la resa della camminata delle “noccioline”, su quelle loro gambette corte, e del movimento delle piccole mani simili a quelle di un T-REX, è stata infine risolta brillantemente; per quanto riguarda la luce e l’illuminazione degli ambienti e degli interni sono stati scelti colori caldi e nitidi, senza troppe sfumature potenzialmente “inquietanti”.
Concludendo: un film che varrà la pena vedere, realizzato con rispetto e financo sincero affetto per un uomo che ha fatto sognare il mondo intero con le sue “noccioline”… thank you, Sparky!