3 Dicembre 2014 08:05

Editori onesti, o no, nel mercato digitale?

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L’articolo su Gizmodo: http://www.gizmodo.fr/2014/11/28/comparaison-offres-legale-illegale-bd-numerique.html

Quanto fumetto in digitale si può trovare in rete, eh? Peccato che quello offerto in vendita legale sia di qualità evidentemente inferiore a quello che offrono i pirati!” Questo è ciò che sembra affermare Gizmodo nel suo articolo “L’offre légale de BD numérique est-elle moins bonne que l’offre pirate?“, nonostante il titolo interrogativo, basato su un precedente intervento di BDZmag. Peraltro l’esperienza diretta è alla portata di tutti: si prende un fumetto digitalizzato regolarmente comprato e lo si confronta con le scansioni pirata.  L’analisi francofona aveva rivelato, nello specifico, non solo una minore qualità delle scansioni, ma addirittura pagine mancanti e altre simili amenità. A suo tempo qualcuno pensava (credendo d’essere molto astuto) che dare al lettore pagante una scansione ad alta qualità lo avrebbe incoraggiato a piratare le immagini e a diffondere l’opera fuori dei canali legali. Soluzione al dramma? Dare, a chi comprava legalmente, un prodotto di scarsa qualità. Geniale, eh? Il tutto mentre in rete circolavano ricerche tese a dimostrare che, invece, la pirateria favoriva indirettamente le vendite di film, musica, letteratura ecc. Insomma, nel gran caos dell’ignoranza globale, favorita dal fatto che su internet ognuno di noi può esprireme alati pareri supportati da nessuna prova scientifica, l’unica cosa sicura era la qualità offerta.

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Esempio proposto da BDZmag: http://www.bdzmag.com/Sauvons-nos-bulles-HD

E’ davvero così? Nel caso, è ancora così?
Il lettore-cliente ha il diritto di ricevere un prodotto che valga il prezzo pagato, al di là di quel che il mercato illegale è in grado di offire (gratis, o a prezzi inferiori del mercato legale). Punto. Viceversa si può parlare di truffa e l’editore digitale legale diventa una sorta di delinquente quanto il pirata. Su questo punto dovrebbero mirare le associazioni dei consumatori: i fumetti digitali in vendita valgono la spesa, o sono “tarocchi”? E avviare denunce conseguenti, quando necessario.

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Screenshot, da uno smartphone, di una visualizzazione “una vignetta alla volta” da Casablanca di Giorgio Cavazzano in edizione ComiXology.

In compenso, proprio su afNews, tempo fa (per esempio qui e qui), avevamo fatto notare come ci fossero fumetti digitalizzati in grado di dare al consumatore molto più di quanto fosse in grado di offrire la banale pirateria scansionistica. Citammo, come esempio, una eccezionale versione del Casablanca di Giorgio Cavazzano per il mercato statunitense, con scansioni che parevano prese direttamente dagli originali e vignette leggibili una ad una a tutto schermo, con scorrimento automatizzato, e ingrandibili tanto da poter apprezzare le campiture a inchiostro di china. Chi vi scrive se lo comprò in un battibaleno e si godette un’esperienza di lettura fantastica (periodicamente ripetuta con piacere), meravigliosamente diversa da quella su carta. Va da sé che quella storia costava qualcosina in più, rispetto ad altre, ma valeva decisamente la spesa, a nostro avviso.

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Screenshot sempre di Casablanca, ma dalla visualizzazione su desktop.

Ecco, questa è una strategia onesta e vincente: invece di offrire un prodotto scadente per paura della pirateria, offrire un prodotto di qualità maggiore (e non banalmente riproducibile tramite copia, perché parte del “plus valore” sta nella tecnologia messa in campo sia prima sia dopo anche nella fase di lettura e in tanti altri piccoli ma determinanti dettagli) incoraggia il lettore a spendere i suoi sudati soldini sapendo che in cambio non avrà delle “fotocopie”, ma una esperienza di lettura in grado di portare nuove e diverse emozioni. E sono proprio le emozioni, ciò per cui siamo disposti a pagare col nostro sudore, nel corso della nostra breve vita su questo Pianeta.

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In coda a tutto ciò si dovrebbero esaminare anche le questioni, delicate e controverse, di come i guadagni del mercato digitale raggiungano (se li raggiungono) gli autori delle opere, e di come l’opera venga riprodotta (se mantiene o meno i livelli di qualità dell’autore, o ne danneggia l’immagine ecc. ecc. ecc.). Faccende di carattere evidentemente sindacale, là dove non ci sia ancora stata una specifica contrattazione fra le parti, e di carattere legale, là dove invece la contrattazione sindacale ci sia già stata e sia solo da applicare correttamente. Ma questa, per l’appunto, è un’altra storia.

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