8 Settembre 2014 17:27

Buon viaggio, padre Sergio

s_c021389708Questa mattina a Marmora (CN), si sono tenuti i funerali di padre Sergio De Piccoli, il ‘bibliotecario più alto d’Europa’, per stare alla definizione con cui veniva descritto il monastero a quota 1.580 metri di cui era unico residente e gestore, per una scelta di eremitaggio che lo aveva portato dalla caotica Roma, lui priore dell’Ordine Benedettino, studioso coltissimo e impegnato, ai silenzi dell’Alta Valle Maira in compagnia soltanto di un pugno di libri che nel tempo sono diventati più di 60.000, tutti conservati e rigorosamente schedati dallo stesso padre e, negli ultimi anni, anche da numerosi volontari e amici che oggi, uniti nel dolore e nel ricordo, ne piangono la scomparsa.

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Un uomo coraggioso e coerente che, nel perseguire la propria personalissima scelta di isolamento dal mondo, non aveva mai negato l’accesso a coloro che nel tempo si erano presentati alla sua porta, e nell’ultima parte della sua vita ospitava stabilmente dentro la sua labirintica casa-biblioteca (che sarebbe piaciuta a Borges) due amici fedeli, un ragazzo e un cane, i quali gli sono rimasti accanto fino alla fine.

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Ritiratosi a Marmora da più di trent’anni, padre Sergio avrebbe voluto che il piccolo villaggio fosse anche il luogo della sua dipartita terrena, ma l’insorgere di un brutto male ha reso infine necessario il suo ricovero in ospedale, dove si è spento ieri all’età di 84 anni.

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Non desidero qui dilungarmi sulle controverse questioni che nell’ultimo periodo avevano amareggiato non poco la sua esistenza, e che potete leggere qui, ma invito caldamente chi leggerà queste righe a vedere il documentario che gli fu dedicato qualche anno fa, dal titolo ‘I libri salvati’: da un lato per tributare un doveroso omaggio a un personaggio a suo modo eccezionale, ma soprattutto per ricordare che lassù, fra i monti della splendida e spesso negletta Val Maira, padre Sergio ha lasciato un tesoro, un’Arca di libri che se ben utilizzata potrebbe rivelarsi un dono prezioso per gli abitanti del luogo, e non solo.

Ma occorre non dissipare il lavoro di una vita, occorre non gettare alle ortiche il dono di padre Sergio. Proviamoci.

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Un’ultima cosa, padre Sergio: devo confessarLe che il Suo caffè … bé, era proprio imbevibile! Grazie per averlo condiviso anche con me.

Buon viaggio.

Paradise

 

(p.s.: forse ho abusato di questo spazio, e me ne scuso)

2 risposte a “Buon viaggio, padre Sergio”

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