28 Agosto 2014 11:00

Due belle mostre al WOW!

Riceviamo e diffondiamo:

“1) WOW Spazio Fumetto dedica una mostra a uno degli esempi più fulgidi di satira politica, quella del Cile a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, attraverso la celebre rivista LaFirme, l’irriverente personaggio di José Mateluna ‘El Enano Maldito’ e il caricaturista Guillermo Bastias detto “Guillo”. La mostra, a 41 anni di distanza dal colpo di stato militare di Augusto Pinochet, culminerà il 20 e 21 settembre nella creazione di un murale sulle pareti esterne del museo realizzato dal celebre artista Eduardo “Mono” Carrasco, un’opera d’arte che va ad aggiungersi al murale esterno realizzato lo scorso maggio con 44 personaggi del fumetto internazionale e quello verso il parco con il mitico Paperinik!

Il fumetto e le vignette satiriche sono tra i mezzi più potenti per sferzare il potere costituito, irriderlo e, in qualche modo, tenerlo sotto controllo. Nei Paesi dove è garantita la libertà di stampa irridere il potere può condurre a lunghi e complessi processi per diffamazione, ma sotto una dittatura i rischi sono molto maggiori: il carcere, la tortura o addirittura la morte.

La scena satirica cilena vive uno dei suoi momenti più importanti durante il governo di Unidad Popular del presidente Salvador Allende, con l’obiettivo di informare, educare e far riflettere le masse attraverso vignette create da alcuni dei più conosciuti disegnatori cileni. Le riforme introdotte dal governo possono così raggiungere un numero enorme di persone, mentre i principi del socialismo vengono riassunti con semplicità in vignette che strappano più di un sorriso. Ci sono anche giornali più irriverenti e sferzanti, come il quotidiano Puro Chile, dove nel 1970 nasce El Enano Maldito, creato da Orsus, pseudonimo di Jorge del Carmen Mateluna Muñoz. Testa enorme, un ghigno malefico a solcargli il viso e una giacca a quadri, El Enano Maldito prende spunto nel nome da un caso di cronaca nera che all’epoca fece scalpore. Con le sue battute accompagna l’elezione di Allende criticando soprattutto la destra cilena, ma senza risparmiare la magistratura, tanto da provocare più volte la sospensione del giornale. Il periodico continuò a pubblicare vignette del personaggio, ora con il viso mascherato, sempre illustrando chiaramente le posizioni della sinistra più radicale, che pretendeva maggiore impegno e giustizia sociale nel programma di governo di Salvador Allende.

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Nell’aprile del 1973 Mateluna passa ad un altro quotidiano portandosi appresso l’irriverente nanetto, che inizia ad apparire simultaneamente sulle due testate, creando problemi di diritti sulla pubblicazione del personaggio. L’ultima comparsa è del 12 settembre 1973, su Ultima Hora, appena prima che il giornale venga chiuso dalla giunta militare di Augusto Pinochet.

Un’altra sezione della mostra è invece dedicata al caricaturista Guillermo Bastias detto “Guillo”. Come racconta l’autore stesso, la sua intera vita è stata accompagnata dalla dittatura di Pinochet, che sale al potere quando Guillo ha vent’anni e sta frequentando l’Universidad Catòlica del Cile. Durante la dittatura di Augusto Pinochet lavora nella rivista di opposizione APSI, dove inventa un personaggio che si ispira alla fiaba “I vestiti nuovi dell’imperatore” di Hans Christian Andersen. Come si dice, la necessità aguzza l’ingegno, e Guillo, non potendo raffigurare direttamente Pinochet, decide di rifarsi alla celebre storia, disegnando El Reyecito, un ometto con occhiali da sole e un’enorme corona. – “Se l’avessi disegnato fedelmente non sarebbero durati molto a lungo né il disegno né il disegnatore” – ricordava l’autore. Ovviamente non tutto è sempre filato liscio, come quando Bastias ha l’idea di raffigurare Pinochet con parrucca e abiti di Luigi XIV, il Re Sole. In seguito Guillo ha lavorato come vignettista e illustratore anche per giornali stranieri, campagne pubblicitarie ed enti internazionali, senza dimenticare il suo amato Cile, come dimostrano i lavori per la rivista CLAN, curata dalla scrittrice Isabel Allende.

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Per motivi legati alla sua storia il fumetto e la satira cileni sono particolarmente difficili da studiare. I fumetti originali d’epoca sono poco reperibili e la memoria di queste produzioni rischia di andare perduta. Con la mostra ‘Le vignette del Cile’, WOW Spazio Fumetto continua il suo percorso di avvicinamento alle diverse realtà culturali di tutto il mondo grazie alla collaborazione del celebre artista cileno Eduardo ‘Mono‘ Carrasco’, un autore di murales che ha collaborato anche a varie produzioni degli Inti Illimani. A conclusione del periodo di esposizione Carrasco realizzerà uno dei suoi murales, che nei Paesi latinoamericani sono visti sia come forma d’arte e di decoro urbano sia come espressione popolare. L’opera verrà realizzata su un muro esterno del museo, durante il fine settimana del 20-21 settembre, mentre nei giorni precedenti verrà predisposta la superficie per accogliere il dipinto.”

“2) A quarantacinque anni dalla prima apparizione nelle edicole della rivista Off-Side, WOW Spazio Fumetto dedica un omaggio alla “perla nascosta” del fumetto italiano. Sulle sue pagine, oltre a importanti fumetti statunitensi come ‘Hi & Lois’ e ‘Narice Rossa’, trovano spazio anche italianissimi autori come Guido Crepax e Bonvi. In mostra tutti i numeri della serie originale, accompagnati da fedeli riproduzioni delle storie, delle rubriche e delle trovate che hanno fatto di Off-Side un importante tassello nella storia del fumetto italiano, ancora ambito e ricercato dai collezionisti.

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Nel 1969 il fumetto italiano sta cambiando. Quattro anni prima, nel 1965, Linus aveva dimostrato che il fumetto poteva essere oggetto anche di approfondimenti critici, meritevole della stessa attenzione riservata agli altri media. La sua formula editoriale, che abbinava fumetti stranieri e opere inedite di autori italiani iniziava a fare scuola, influenzando altre pubblicazioni che si affacciano su un mercato in grande fermento.

Linus prosegue ancora oggi il suo corso, Eureka, che nasce nel 1967, dura fino al 1989, mentre un destino più sfortunato tocca a Off-Side, che debutta nel maggio del 1969 per terminare la sua corsa solo poco più di un anno dopo, nell’agosto 1970. Eppure, nonostante la sua breve carriera, a quarantacinque anni di distanza, Off-Side viene ancora ricordata come una degli esempi più significativi di rivista a fumetti. Ma per quale motivo? In cosa si differenzia questa rivista da quelle che sono venute prima o l’hanno raggiunta in seguito?

La mostra ‘Off-Side – Storia di un giornale fuorigioco’ nasce proprio con l’intento di raccontare, attraverso l’esposizione dei numeri della serie e dei contenuti della testata, in cosa questa rivista è stata innovativa e “di rottura”.

Off-Side veniva pubblicata in formato tabloid, stampato in offset su carta da giornale. Queste scelte tecniche le consentirono di tenere molto basso il prezzo di copertina, che era di appena 90 lire (Topolino all’epoca ne costava 150, Linus addirittura 300). Gli intenti di Off-Side erano già riassunti nel sottotitolo: ‘Giornale ‘fuorigioco’ intraprendente di Comics, Cultura (?!) e varia Umanità’ e nel primo editoriale “Che cosa è Off-Side”. L’idea di fondo era di non prendersi troppo sul serio, di essere “diverso e divertente”, di “restare al margine”.

Un manifesto programmatico che si sviluppò nelle 32 pagine di ogni numero della rivista, stampate in colori carichi e forti, attraverso un sommario variegato negli stili degli autori coinvolti quanto nei contenuti. La parte a fumetti aveva una formula per certi aspetti simile a quella di Linus negli stessi anni, con diverse strisce umoristiche statunitensi, come Hi e Lois, in seguito presenze costanti sul Corriere dei Piccoli con il titolo di Pippo e Lalla, Small Society di Morrie Brickman o Narice Rossa di Gordon Bess. Ma le storie più interessanti arrivarono dal nostro Paese, realizzate da autori italianissimi come Guido Crepax, con la sua “L’astronave pirata”. L’artista milanese, conosciuto al grande pubblico per le avventure di Valentina, aveva in realtà una lunga frequentazione con la science fiction, avendo illustrato le copertine della rivista specializzata Galaxy. Le pagine della storia erano in uno stile davvero unico, fatto di vestiti e armature che sembravano un misto tra il Sedicesimo secolo, epoca d’oro della pirateria e le suggestioni Art déco di Buck Rogers, primo eroe della fantascienza a fumetti, che proprio in quegli anni veniva riscoperto anche da noi. La storia era già uscita in un volume Rizzoli l’anno precedente.

Ma se Crepax era già un artista affermato, Franco Bonvicini, in arte Bonvi, aveva esordito nel mondo del fumetto solo un paio di anni prima, nel 1967, con le Sturmtruppen, pubblicate prima sul quotidiano Paese Sera e in seguito su una miriade di altre pubblicazioni, tra cui, naturalmente, Off-Side. Ai simpaticissimi soldati tedeschi Bonvi accompagnò una serie di storie libere nel suo stile inconfondibile: con se stesso nel ruolo del protagonista, appena appena più abbellito, trovarono posto un pazzo intenzionato a dirottare un tram su Cuba e il western innaffiato d’alcol di Buddy The Kid.

Off-Side ospitò anche il battesimo fumettistico di Marcello Toninelli, con la sua buffa parodia della “Divina Commedia” e del Sommo Poeta, Dante, che ammonisce i lettori: “Fatti non foste a legger comics bruti, ma per seguir storielle di valenza!”

La rottura con il passato si ritrovò anche nelle rubriche: oltre agli editoriali, scritti con un tono volutamente confidenziale, c’era spazio per viaggi, racconti di fantascienza, i disegni dei lettori e soprattutto la musica, con notizie, recensioni dei dischi in uscita (in cui facevano capolino giovani di belle speranze come i Led Zeppelin!) e la classifica degli LP più venduti in Gran Bretagna, utilissima in un periodo in cui il mondo era molto più grande di oggi e le informazioni non erano a un clic di distanza.

E per gli appassionati di fumetti, fin dal primo numero, faceva capolino uno spazio, “L’angolo del collezionista”, incentrato sulla riscoperta del fumetto dei decenni passati, in un momento in cui il collezionismo stava muovendo i primi passi.

Giunto al numero 12 tra mille problemi, come una periodicità quindicinale solo sulla carta, Off-Side cambiò forma: si ridusse di dimensioni e aumentò le pagine e il prezzo, arricchendo la propria offerta con nuovi autori e personaggi, come il Girighiz di Enzo Lunari e Dennis di Hank Ketcham. Ma la crisi era avviata, e la corsa di Off-Side si concluse con il numero 17, poco più di un anno dopo la sua nascita. Una fine ingloriosa per una pubblicazione importante e forse un po’ dimenticata: un’ingiustizia a cui WOW Spazio Fumetto cerca di porre rimedio con questa mostra.”

 

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Girighiz di Lunari

 

Una risposta a “Due belle mostre al WOW!”

  1. Mi sembra che Bonvi una volta avesse detto che fare fumetti per riviste come Off-Side era divertente ma non rendeva. La sperimentazione è sempre la stessa cosa allora come adesso.

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