Il volume, edito da Eyrolles e curato da Fredrik Stromberg con una prefazione di Peter Kuper, è La propagande dans la BD, nella nuova versione in francese, mentre in inglese lo trovate come Comic Art Propaganda. Lo volete in italiano? Forse qualche editore vi ascolterà, se lo chiedete, chissà. L’argomento è sicuramente interessante, sia dal punto di vista della Storia, sia da quello del Fumetto: quanto e come e dove si è usato il fumetto per “manipolare” il pensiero dei cittadini (e dei giovani lettori, in particolare) per scopi i più vari, dal condizionamento religioso a quello politico, dal razzismo alla xenofobia, per interessi commerciali o sovversivi, in buona fede o in mala fede, per far credere che gli africani fossero solo dei bambinoni ingenui, che gli ebrei fossero traditori e manipolatori, che i super eroi avrebbero distrutto Hitler, o che il fumetto causi la delinquenza giovanile, che la guerra sia divertente e innocua, che la marijuana renda pazzi, che l’aborto conduca alla dannazione eterna e via così, a ruota libera. A qualunque libero pensatore viene letteralmente la nausea, ogni volta che incrocia qualcosa del genere, ma questo non ne ha impedito la proliferazione, si sa, nel secolo scorso (quello di cui si occupa il volume) passando per l’Europa, gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone, Cuba ecc. attraverso capitoli come “L’inferno, sono gli altri”, “Che sciocchezza, la guerra!”, “Muori, comunista di merda!”, “Il modo migliore di marciare”, “Le Scritture disegnate”, “La spiegazione dei sessi”, “Politica e persuasione”. In francese: click qui. In inglese: click qui.