22 Aprile 2014 16:45

David Bowie, l’uomo delle stelle

 

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DAVID BOWIE

L’UOMO DELLE STELLE

di Lorenzo Bianchi e Veronica Carratello

NICOLA PESCE EDITORE

Bella prova di due giovanissimi autori, Lorenzo Bianchi (nato nel 1990) per la sceneggiatura e Veronica Veci Carratello (1988) per i disegni che ti immergono spesso in atmosfere gotiche da cinema anni ’50 o, ancor più spesso, nelle stanze fumose delle angosce alcoliche di un Allen Ginsberg. Tratteggi di volti spesso segnati dalla droga e dalla disperazione o illuminate, nel variare delle stagioni esistenziali, da felicità o esaltazione. Non deve essere stato facile atterrare nella vita di un geniale trasformista come Bowie, facendo finta di raccontarne le tappe biografiche inventandosi, in realtà, non una grafic novel ma un fumetto originale, che vive di vita propria.

Due giovani che della personalità di David hanno conosciuto personalmente solo l’ultima parte, l’ultima maschera, una delle tante interpretate o, meglio, indossate da un essere, nato nel 1947, ma che forse è solo alla sua ennesima reincarnazione. E rivederlo attraverso gli occhi di questi ragazzi di talento che “disegnano” un musicista – poeta che, volente o nolente, nasce dal magico calderone della beat generation, ce lo restituisce nella freschezza delle sue trovate istrioniche. Vengono cuciti i pezzi di stoffa con i quali ha continuamente ricostruito il suoi vestiti da clown bianco, attraverso l’ago e il filo delle sue rime che hanno letteralmente sperimentato suoni e parole di un anima dolce ma incline alla voracità. Dotato della velocità di un camaleonte che si nutre di farfalle.

Nelle sue alterne fortune, Bowie ha sempre colto l’attimo fuggente, buono o cattivo che fosse, ha convissuto più che vissuto col suo talento alieno. Nel fumetto David si chiede “dov’è finito lo Starman di un tempo? Quello che sapeva sempre qual’era la decisione da prendere?”.

I due autori ne colgono la dualità affiancandogli personaggi immaginari come La Sentinella, un Pierrot custode di un’altra dimensione o come l’uomo senza volto, nascosto da bende da fumetto gotico a rappresentare il concetto che aver avuto tanti volti è come non averne mai posseduto nessuno. Vuol dire essere una leggenda.

Aver conosciuto e lavorato con Lindsay Kemp o Andy Warhol gli confermò probabilmente il grande, indispensabile valore della finzione. Il problema (ma lo è per ognuno di noi) è dove essa finisce e quando inizia.

Il volume è arricchito da una delle migliori biografie della rockstar che abbia mai letto, da una discografia essenziale, da citazioni della sua carriera cinematografica, dai disegni dei suoi costumi più famosi e da alcune interviste a cantanti e fumettisti. Molto divertente quella strappata a Carlos Alomar, storico chitarrista di Bowie.

Della sua carriera, dagli esordi nel 1958 fino al ritorno alle scene del 2015, meglio ricordo i suicidi pubblici dei suoi alter ego come quello di Ziggy Stardust, nel memorabile concerto all’Hammersmith Odeon di Londra del 3 luglio del 1973.

Ma per quelli della mia generazione, nella sterminata produzione poetica del Duca, i versi di Starman rimarranno scolpiti per sempre:

C’è un uomo delle stelle che aspetta in cielo
Vorrebbe venire e incontrarci
Ma pensa che potrebbe impressionarci
C’è un uomo delle stelle che attende in cielo
Ci ha detto di non cacciarlo
Perché lui sa che ne vale la pena
Mi disse:
lascia che i bambini lo perdano
lascia che i bambini lo usino
lascia che tutti i bambini ballino

O forse li ricordate meglio nell’originale:

There’s a starman waiting in the sky
He’d like to come and meet us
But he thinks he’d blow our minds
There’s a starman waiting in the sky
He’s told us not to blow it
Cause he knows it’s all worthwhile
He told me:
Let the children lose it
Let the children use it
Let all the children boogie

[Recensione di Nico Vassallo]

DAVID BOWIE

L’UOMO DELLE STELLE

di Lorenzo Bianchi e Veronica Carratello

NICOLA PESCE EDITORE

(154 pag. Euro 12,00)

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