22 Aprile 2014 18:29

Cartoons on the Bay 2014: parliamo di Pitch Me!, parte 1

In apertura della XVII. edizione del Festival internazionale dell’animazione televisiva e crossmediale della Rai Cartoons on the Bay il direttore Roberto Genovesi era stato chiaro: dopo le polemiche sulle edizioni passate del concorso Pitch Me!, suscitate da una lamentata presunta scarsa visibilità dei partecipanti relegati a margine del festival, l’organizzazione aveva deciso di rivedere i meccanismi del premio. Concretamente, da quest’anno il concorso è entrato nella programmazione principale, senza eventi contemporanei a metterlo in secondo piano. Inoltre,
la scelta dell’illustre Giuria, composta da Bruno Bozzetto e Guillermo Mordillo (entrambi premiati e festeggiati a Venezia) ma orfana all’ultimo momento di Guido Manuli, assente per motivi personali: una commissione non soltanto ‘tecnica’, bensì legata a criteri anzitutto artistici, anche per dare la possibilità ai concorrenti di relazionarsi con degli autentici Maestri in grado di consigliarli a tutto tondo. Infine, se a tutti e tre i progetti vincitori è andata in premio una licenza per Toon Boom Storyboard Pro e Toon Boom Harmony, da quest’anno il vincitore assoluto avrà anche l’opportunità di realizzare un teaser video in animazione del progetto, in collaborazione con Direct2Brain, azienda leader del settore audiovisivo.

Genovesi-Bozzetto-Mordillo
Genovesi-Bozzetto-Mordillo

La giuria ha scelto di premiare, in particolar modo, i progetti che – nella logica del Pitch me! – sono ancora in una fase di pre-produzione. Dichiarando di non essersi posti nei panni di un potenziale produttore o distributore, ha voluto riconoscere l’intenzione, l’utilità, l’immediatezza dei progetti; l’idea e il suo sviluppo, ma nel suo stadio di realizzazione ancora poco avanzato e quindi da incoraggiare.
Ora, seguendo le intenzioni del direttore Genovesi, proverò a concentrare l’attenzione su tutti i 23 progetti in gara, ricordando che ciascun concorrente ha avuto a disposizione non più di 10 minuti per esporre la propria idea (scusandomi in anticipo per eventuali inesattezze o imprecisioni):

BLANCO – di Marco Farace e Benedetto Sicca, studio Insonnia Team (VINCITORE): P1030333un orsetto (bianco, nomen omen) vive in un contesto tutto da creare, in compagnia di una piccola matita che lo aiuta a disegnare il suo mondo. Il relatore, lo stesso Farace, ha impiegato più di metà della presentazione a elencare le svariate esperienze del suo studio in Italia e all’estero, eccedendo forse un po’ troppo nell’autopromozione, citando anche potenziali collaboratori illustri quale l’ex Pixar Tim Crawford, e finendo col doversi affrettare per poter concludere la presentazione, penalizzandone a mio modesto parere la chiarezza: un’idea comunque abbastanza semplice nella sua impostazione, e già pronta per essere sfruttata anche tramite games, apps e su web. La giuria evidentemente non ha avuto la mia stessa impressione e lo ha premiato “per la poesia espressa dal gioco sui colori e per il grande approfondimento legato alla caratterizzazione dei personaggi”, forse avendo potuto, a differenza di chi scrive, analizzare più approfonditamente il progetto.

KOCIS: LA VERA STORIA DI MARCO POLO: sceneggiato dal veneziano Fabrizio Capigatti con bozzetti preparatori di Lucio Schiavon, e ispirato a un mitico personaggio veneziano (in realtà Kociss, soprannome di Silvano Maistrello, fu un leggendario bandito vissuto nel Dopoguerra, così chiamato perché ricordava un nativo americano con i suoi capelli lunghi e corvini, la pelle color cuoio, gli zigomi e la mascella scolpiti nella pietra).

Kocis/Marco Polo
Kocis/Marco Polo

La trama, fin troppo rivelata dallo stesso Capigatti (è utile raccontare il finale in questi casi? Non sarebbe meglio stuzzicare la curiosità dell’uditorio?), è incentrata sui retroscena del viaggio in Oriente del giovane Marco Polo, affiancato da una sorta di ‘Diabolik‘ (in versione ninja) che, visibile a lui solo, poco a poco lo allontanerà da tutti i suoi affetti, al contempo spronandolo a spostare sempre più avanti i propri confini di esploratore. L’intenzione dichiarata dagli autori prevederebbe una serie (tv o web) di 14 episodi di 20’ l’uno, in uno stile ‘flat’ alla ‘Samurai Jack‘ … il dubbio è che una storia simile, più intimista e filosofica che ‘action’, possa davvero sostenere le esigenze di ritmo che prodotti come il succitato ‘Samurai Jack’ prevedono: forse una minor durata degli episodi la aiuterebbe. Storia interessante, comunque.

MANI ROSSE: Francesco Filippi, fondatore del gagliardo Studio Mistral che già si era imposto due volte al Pitch Me!, e­ di cui qui si vuole ricordare almeno ‘Back to Eptar’(recuperabile anche su Youtube), è uno sceneggiatore, regista e animatore già noto e apprezzato da pubblico e critica, e conferma le sue doti anche in questo nuovo progetto di cortometraggio in stop motion.

Mani Rosse
Mani Rosse

Incentrato sull’amicizia tra una ragazzina che sprigiona colori dalle mani, e per questo viene maltrattata dal padre, e un bambino (maledettamente somigliante al signor Sulu di Star Trek!) iperprotetto e solitario che si innamora a prima vista dei suoi ‘colori forti’. Temi pesanti, affrontati con grazia e garbo, ma anche un utilizzo della tecnica assai espressivo e poetico, con inserti 2D utilizzati per descrivere le scene più ‘difficili’. Uno dei migliori, senza dubbio, rivolto a un pubblico dai 10 ai 16 anni, ambientato a Bologna: si cercano finanziamenti per il pilota. Speriamo…

CORE IN ACTION: format: serie tv 26 x 26’ ; tecnica: 2D Paperless ; target: 6-11, soprattutto maschile; genere: Action / Science Fiction. Trama: Andy, Niki e Yoshi sono l’elettrizzante (!) squadra di Core in Action. Unendo le loro capacità tecnologiche a quelle investigative, i ragazzi si mettono al servizio dell’Umanità giocando un ruolo fondamentale nella Cyber War. L’obiettivo è riuscire a sconfiggere la CYCO – CyberCrimeCompany, che sta tentando di impossessarsi del Mondo (tanto per cambiare, n.d.r.).

Core in action
Core in action

Produzione: Play Entertainment, cui si devono notevoli esiti commerciali come ‘Angel’s Friends’. In sintesi: formula che vince non si cambia. Istruttiva l’esposizione del progetto: pareva di essere a una riunione di marketing. Appassionante.

POWER NANDO: un supereroe italiano a Mosca (VINCITORE):

Power Nando
Power Nando

La simpatica idea di Lorenzo Garbuglia prevede l’utilizzo di pubblicità fittizie, che interrompono lo svolgimento della trama molestando il protagonista (un po’ come nella serie tv ‘Mario’ di Maccio Capatonda). Lo stile ricorda un po’ la Pixar de ‘Gli Incredibili’ e molto i ‘Vip’ di Bruno Bozzetto. Incentrata su un unico personaggio visibile (Nando, supereroe succube della tirannica mamma, meridionale ça va sans dire), la vicenda è ambientata in Russia, ma su ammissione degli autori la location resta aperta a infinite varianti, costituendo poco più che uno sfondo fisso. La produzione del trailer si è divisa tra Marche e Lombardia. Motivazione del premio: “… considerato lo stadio avanzato del progetto, rappresenta naturalmente più un riconoscimento che un incoraggiamento: per l’efficacia dell’umorismo, dell’ironia; per l’ottimo livello della sceneggiatura e della recitazione, e per la particolarità dell’abbinamento soggetto-pubblicità”.

LA MORTE DI CARMELINO: progetto ancora embrionale, solo un paio di illustrazioni disponibili, e ancora non evidente nè il format nè il target di riferimento.

Carmelino
Carmelino

Carmelino, il bambino del titolo, è la voce narrante (il primo episodio partirebbe, infatti, dal suo funerale) e la sua dipartita è il motore propulsivo della serie: la sua personalità e, a quanto insinuato dagli autori, forse anche la sua natura omosessuale, vengono poco a poco svelate dal confronto con gli altri personaggi. Si passa da un punto di vista all’altro, ogni volta sembra di aver individuato il colpevole ma alla fine della puntata la spiegazione risulta sempre un’altra. Sarà (forse) lo stesso Carmelino a condurci infine alla soluzione dissipando tutti i pregiudizi. Lo sviluppo iniziale prevederebbe 12-15 episodi di circa 3 minuti, in uno stile che a occhio ricorda vagamente ‘South Park‘ e le serie demenziali di Nicklodeon, ma per una storia come questa saranno fondamentali i testi e la caratterizzazione dei personaggi. L’intenzione appare quella di ribaltare gli stereotipi giocandoci sopra … intrigante, ma un prodotto del genere, italiano, quale collocazione otterrebbe?

LA GALLINA FOTOREPORTER (di Michela Donini e Katya Rinaldi): tecnica affascinante: la stop motion su materiali in lana riesce a creare un grande effetto ‘sensoriale’. P1030368Trama: una gallina vuole fotografare gli eventi naturali per mostrarli, anzi, ‘riportarli’ ai suoi pulcini, e viaggia portandosi letteralmente la casa sulle spalle, come nella favola di Baba Yaga. Mentre lei cerca di filtrare la realtà con l’obbiettivo, però, sono i suoi piccoli ad avere esperienza diretta, a sperimentare (insieme ai piccoli spettatori di questo incantevole progetto pre-scolare) le meravigliose ‘metamorfosi’ di cui la Natura è piena. Mancano i dialoghi, ma in questo caso sarebbero davvero superflui: è la musica ad avere un ruolo fondamentale nel sottolineare le varie trasformazioni, benissimo armonizzate coi movimenti in stop motion. Era uno dei miei favoriti, non ha vinto ma è tra quelli che mi sembrano avere più probabilità di trovare produttori interessati.

IO HO VISTO: tratto dal libro omonimo di Pier Vittorio Buffa, che racconta trenta storie di ‘vittime’, di uomini e donne scampati alle stragi nazifasciste in Italia durante l’ultima guerra. Persone che ‘hanno visto’, sfuggiti ‘per miracolo’ a una sorte che ha colpito molti dei loro cari e conoscenti. Una salvezza divenuta col tempo gravosa, un peso che accomuna tutti i ‘salvati’, condannati per sempre a domandarsi che cosa li abbia sottratti al destino dei milioni di ‘sommersi’ annegati nei gorghi oscuri della Storia. Attraverso le loro testimonianze, il tentativo di mantenere viva una memoria storica sempre più precaria e minacciata da subdoli revisionismi. Il libro fa parte di un articolato progetto multimediale, e al CotB il cantante Luca Bussoletti (autore tra l’altro della bella canzone ispirata dal libro, ‘Sussidiario di un vecchio bambino’) ha presentato la parte dedicata alla realizzazione di un film d’animazione che, nelle intenzioni, dovtebbe rifarsi allo stile documentaristico del celebre ‘Valzer con Bashir’ di Ari Folman. A chi interessasse sapere di più sull’intera operazione, rimandiamo al sito www.iohovisto.it

MAFALDA: presentato da Max Narciso dello studio Kawaai, azienda attiva soprattutto nella pre- e post-produzione, il progetto è partito da alcune maquettes di potenziali personaggi che hanno condotto a concepire l’idea dei Canapazzi, sorta di creature mostruose ma simpatiche (ricordano ‘Monster Allergy‘, o i pupazzi di Jim Henson e Brian Froud) cui si è pensato in seguito di conferire un contesto e una funzione tramite Mafalda, bimba bruttina ed emarginata, la quale parrebbe trovare più affetto e calore in mezzo a questi ‘sgradevoli’ ma buffi esseri rispetto al mondo degli umani.

Mafalda e i Canapazzi
Mafalda e i Canapazzi

Durata media degli espisodi 4 minuti, target di riferimento prescolare (ma potrebbe piacere senz’altro a un pubblico trasversale): Narciso ha definito le situazioni della serie ‘intestinali’, che avrà voluto dire?!

CARTOONS WACKY RACE: come si intuisce dal titolo, il progetto richiama le celebri ‘corse pazze’ di Hanna & Barbera, in cui vari personaggi dei cartoni si sfidavano dentro una gara automobilistica senza regole, ostacolati dalla bieca ed esilarante coppia di ‘vilains’ Dick Dastardly & Muttley (medaglia, arf, medaglia…). In questo caso si tenterebbe la parodia di celebri cartoni quali ‘Wile E. Coyote’ che diventa Willy Peyote (sic!) in corsa per ottenere il cuore (e altro) della procace ‘Barbie Pianerottolo’ (ri-sic!) … ehm, faccio un po’ fatica a credere che il plot non verrà ‘leggeremente’ rivisto dagli eventuali finanziatori! Certo, le possibilità di parodia sono infinite, ma potrebbero sorgere problemi di diritti d’autore, e comunque quel che si è visto e sentito durente la presentazione è davvero troppo poco per farsi un’idea precisa del prodotto. Il 3D appare ancora rudimentale e freddo, e le gags abbastanza grossolane. Insomma: l’idea è carina, ma per ora non si va oltre quella.

IL BOSCO DEI FORESTELLI (di Monia Pala e Francesco Baldi):
rivolta a un pubblico dai 3 ai 9 anni, la serie si comporrebbe di circa 26 episodi e pare già pronta per causare l’ennesima ondata di pupazzetti dalle pupille ipertrofiche.

Forestelli
Forestelli

Protagonisti sono la piccola Dhà e i suoi amici animali Mucca, Gallina, Serpente e le Pecore: bestie a tutti gli effetti, tranne che per alcuni aspetti psicologici molto umani. La componente fantastica è rappresentata dalla mitica Fonte delle Bolle Magiche che secondo il suo Guardiano dovrebbe risolvere tutti i problemi, a patto che le stesse non scoppino. E’ prevista anche una miniserie parallela, rivolta al web: pillole di 30 secondi incentrate sul microcosmo di pestifere mosche che ricordano un po’ i Minions di ‘Cattivissimo Me‘.

ELEMENTI ESPERIMENTI di Sinne Mutsaers e Marco Bonini (VINCITORE ASSOLUTO): scelto per “l’idea che maggiormente stimola il desiderio della Giuria di vederla realizzata, per la sua utilità e per la sua chiara e semplice funzione didattica, per la possibilità che offre al suo pubblico di interagire creativamente con il prodotto, e per il curioso mix tra fiction e animazione”. Misto ‘live action’ e animazione 3D, vede come protagonisti due bambini, Maya e Orlando, impegnati ad esplorare la realtà con l’ausilio di una ‘task force’ composta dai quattro elementi primari (aria, acqua, fuoco, terra), questi ultimi caratterizzati ‘umanamente’ secondo uno schema che prevede i ‘maschietti’ assai casinisti e le ‘femmine’ intente a rimediare ai loro guai. E’ previsto anche un concorso finale basato sulle invenzioni suggerite dai piccoli spettatori.

Aria: bozzeto
Aria: bozzeto

Serie decisamente ‘educational’, ma con interessanti possibilità narrative nello sviluppo delle interazioni fra i personaggi (ad esempio il conflittuale ed ‘esplosivo’ rapporto che lega Aria e Fuoco).

MASH & Co.: proposto dallo studio creativo Crabtoon, narra le vicende di Mash, funghetto che a causa di una grave siccità è costretto a separarsi dalla famiglia per mettersi in viaggio allo scopo di salvare il proprio ecosistema: sulla strada incontrerà la buffa chiocciola Periwinkle (omaggio all’alce di ‘Rocky & Bullwinkle’?) che diverrà sua compagna di avventure.

Mash & Periwinkle
Mash & Periwinkle

Progetto multimediale, per un target 0-6 anni, che prevede una serie animata a episodi e un’app interattiva per web e mobile. Mirerebbe a fidelizzare non solo i bambini, ma pure i genitori ‘digital’ tramite accentuata crossmedialità, minigames; l’intento pedagogico (immancabile, e purtroppo sempre molto didascalico) dovrebbe infine emergere via via dalle situazioni che si svilupperanno nel corso della storia.

I CERCASTORIE di Arianna Capriotto:
Altra serie educational, a mio modesto parere perfino più interessante della precedente per le sue potenzialità di interazione con altri istituti culturali: ottima l’idea della caccia al tesoro finale in collaborazione con biblioteche, librerie e musei. Divertente e stimolante nel proporre eventi bizzarri e sconosciuti, ma comunque autentici, della Storia, il progetto prevede anche un sito web interattivo, cards e video games, mentre una serie di circa 3 minuti per il web, misto live action e 2D, riprenderebbe uno dei personaggi della serie regolare (in 2D). Quest’ultima prevederebbe 52 episodi (però!) di circa 12 minuti l’uno. Ambizioso, pure troppo, avrebbe meritato miglior fortuna.

PUPPET HOUSE di Chiara Porri e Emanuele Leoncilli:
“esiste un luogo bellissimo in cui l’immaginazione dei bambini prende vita! Nel mondo di Puppet House ci sono tanti pupazzi colorati che giocano e vivono le loro fantastiche avventure! La loro ‘casa’ è piena di colori, magia e divertimento!” … vi ricorda qualcuno? Che comincia per Tele- e finisce per -tubbies? Naaaah: come si può vedere questi Puppets non assomigliano per nulla ai loro celebri predecessori … e pure il contesto è completamente diverso, suvvia!

Puppet House
Puppet House

Ah-ehm … serie ovviamente ‘pre-school’ (ipotesi di 26 episodi di circa 5 minuti), progetto anche in questo caso interattivo e transmediale, immancabile intento pedagogico, e soprattutto prospettiva di ampio merchandising: mi pare che basti.

AUSCHWITZ E IL CIOCCOLATO di Sebastiano Olla:
“Gli acquerelli, la poesia di un desiderio e le sensazioni dell’immaginazione come salvagente nel mare dell’orrore. Si può raccontare Auschwitz facendo fiorire la poesia lì dove non c’era spazio per la pietà. E lo si può fare con le immagini animate, attraverso una tecnica finora non tentata, men che meno su questa tematica. E’ l’idea del giovane regista Sebastiano Olla, che da Los Angeles ha lanciato il progetto «Auschwitz e il cioccolato», tratto dal libro di Roberto Olla che ha raccolto la vicenda umana di Ida Marcheria (1929-2011), sopravvissuta all’inferno di Auschwitz-Birkenau, dove coltivava un sogno che doveva tenerla aggrappata al filo della vita. Mentre le sue compagne di deportazione, con lo stomaco che gorgogliava per la fame, fantasticavano sull’essenziale che poteva garantire la sopravvivenza, Ida scansava i pensieri sulla pasta, la carne, i grassi,  per rifugiarsi nel sogno impossibile della cioccolata. La materializzava nella sua mente, le sembrava di afferrarne il gusto e il profumo. Sopravvissuta alla Shoah, ricostruirà su quelle macerie la sua sua esistenza, aprendo una cioccolateria a Roma, in via Santa Maria Goretti. In quel modo sublimerà il diritto a vivere con una vocazione che farà di quel locale uno dei più apprezzati. Questa storia drammatica e delicata rinasce in 2D con i disegni acquerellati di Gianni Carino in un film di 90′ che Sebastiano Olla presenterà il 27 gennaio 2015 (A Bencast (Italy) and Digital Art Video (USA) production, Rosanna Castangia (Executive Producer) / Julia Camara-Calvo (Producer) / Gianni Carino (Story Artist) / Tanya Churtukova (Production Manager) / Marco Porrà (Composer) / Kim Wang (After Effects) / Tiffany-Ann Rose (Editor) / Sebastiano Olla (Director). Una data dal forte sapore simbolico, perché si celebrerà il 70° della liberazione di Auschwitz. Lì dove Ida Marcherio sognava la cioccolata, e quindi una normalità che le aberrazioni del nazismo le negava, tentando di cancellare persino il diritto a essere una persona e non un numero sul pigiama a righe” : ho pensato che questo articolo tratto dal web fosse più esauriente delle mie considerazioni spicciole. Un progetto del genere mi pare del resto autonomo rispetto al discorso sull’animazione (come lo era IoHoVisto), e in base alle brevi sequenze viste a Venezia per ora trattasi soprattutto di una testimonianza di alto valore etico e documentale.

Auschwitz e il cioccolato
Auschwitz e il cioccolato

Come film è mi sembrato troppo statico e ricalcato sulla più celebre storia di Anne Franck, insomma più adatto a proiezioni ‘museali’ che alle sale cinematografiche.

CIAK & BLUE ADVENTURES:
molto in linea col tema di questa edizione del Cartoons on the Bay, ovvero la Paura: la storia segue il percorso di un bambino, Ciak, che supera il terrore del buio esplorandolo in compagnia di un pipistrello … ma la vera peculiarità del progetto sta nell’utilizzo della ‘BLUE MACHINE: non si tratta di vera stop motion, quanto di animazione di materiali poveri dal vivo che ricorda un poco i ‘fumetti in tivvù‘ di una volta … ecco, anche la presentazione ha ricordato una performance dal vivo e, se in un video il risultato risulta penalizzato, la dimensione ‘live’ è forse quella più appropriata per un’operazione così affascinante.

Ciak & Blue
Ciak & Blue

COME ALI DI FALENA: progetto di serie animata ideato e realizzato dal marchio bolognese Pseudo Cartoons di Cristina Amaroli e Alex Mantovani, scritto da Matteo Bortolotti (tra gli sceneggiatori della serie RAI ‘L’Ispettore Coliandro‘ e del film ‘AmeriQua’) che narra le vicissitudini della maga Solaine in lotta per liberare Bologna dai non-morti.

Solaine & friends
Solaine & friends

Ambientato in un medioevo realistico ma con venature fantsy, il progetto ha già ottenuto riconoscimenti dalla Regione Emilia-Romagna, e tra le fonti di ispirazione annovera anche il bellissimo ‘The secret of Kells’ dell’irlandese Tomm Moore. Un’idea ambiziosa che avrà bisogno di una collocazione oraria adeguata per non disperderne le potenzialità.

I CATTURAEROI di Maria Chiara Oltolini e Serena Sansica: è un progetto d’ispirazione decisamente ‘anime-manga’: un buffo scienziato ricrea versioni potenziate di personaggi storici (gli eroi del titolo) che dovranno essere neutralizzati tutti quanti prima che qualcuno li usi per scopi malvagi… L’ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi, pur se fortemente influenzata dallo stile un po’ stucchevole di serie tv popolari come ‘Sailor Moon’ o ‘Pretty Cure’, vorrebbero essere nostrane (creando un certo contrasto, tra l’eroina Aster e il nonno…Aristide?! Il quale tra l’altro appare disegnato in uno stile assai diverso dagli altri); per il resto segue un tipico schema alla ‘Cavalieri dello Zodiaco’ o, meglio, alla ‘Pokemon’, soprattutto per la profusione di avversari al limite del grottesco. Ideale per dar vita a giochi di carte alla ‘Yu-Gi-Oh!’ (o ‘Card Captor Sakura’), pare che il pilota sia già stato scritto. Tutto un po’ troppo già visto e sentito, e soprattutto una qualità grafica grezza e discontinua … boh. (coffee break, a tra poco!)

2 risposte a “Cartoons on the Bay 2014: parliamo di Pitch Me!, parte 1”

  1. Qualcuno osa sperare di fare un’intera serie in stop motion in questo paese? Lo avrei premiato solo per questo cavolo.
    Molto interessante l’idea di una serie dove si deve liberare Bologna dagli Hipster, no scusate volevo dire Zombie.
    La morte di Carmelino sembra pesantemente ispirata a ‘Crulic, Drumul spre dincolo’.Mah?
    Per il resto Chissà.

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