22 Settembre 2020 18:18

Perché manca tanto il Corrierino?

Perché ha rappresentato una stagione felice per il fumetto in Italia,  soprattutto per la gioventù che lo leggeva. Corriere dei Piccoli prima, Corriere dei Ragazzi poi, nel suo periodo finale (prima dell’ingloriosa fine cui andò incontro) ha forse raggiunto il top del giornalismo (con fumetti) per la gioventù. Tanto da poter essere considerato un servizio pubblico sociale. Ne parlo da decenni, si sa, ed è ovvio quanto sia ormai improbabile che un’esperienza del genere si ripeta tale e quale. Potrebbe però nascere una esperienza nuova, aggiornata, adeguata ai mezzi odierni e alle esigenze vitali della gioventù (che, tecnologia a parte, secondo me sono sempre le stesse). Era diventato un settimanale con veri giornalisti in redazione, gente che poteva tranquillamente scrivere (e ha scritto) per i maggiori quotidiani, e pubblicava fumetto di gran qualità per il pubblico più “difficile” di tutti: bambini e bambine, ragazzini e ragazzine.
Giusto solo a titolo di esempio ti propongo qualche immagine (tralasciando i fumetti) dal numero del Corriere dei Ragazzi del 2 gennaio 1972, il primo di questa testata.

Visto? Parità uomo e donna, sovrappopolazione nel mondo, pandemia virale, la guerra India-Pakistan… e via così, settimana dopo settimana.
Oltre ai fumetti (di autori che oggi chiamiamo Maestri), i redazionali giornalistici spaziavano da cose come la musica e lo sport, all’attualità, alla cronaca, alla politica internazionale, ai temi sociali e ambientali, come un “vero giornale”. Cioè, semplicemente, come dovrebbe essere un giornale per la gioventù.
Senza peli sulla lingua, senza censure, senza falsi pudori, con un linguaggio serio e comprensibile dal proprio pubblico, facendo del vero giornalismo, stimolante, capace di far crescere nuovi cittadini responsabili e consapevoli in grado di usare mente e cuore in modo autonomo.
Chi leggeva questo giornale non viveva fuori del mondo, ma nel mondo, riceveva strumenti (articoli, servizi, inchieste, fumetti d’intrattenimento e di approfondimento, spesso anch’essi giornalistici) per capire e affrontare, e si divertiva, si appassionava, si emozionava, scopriva la storia (anche quella più recente), la scienza…
Ecco perché manca.