23 Aprile 2014 09:16

Cartoons on the Bay 2014: parliamo di Pitch Me! parte 2

Gustato un ottimo caffé, rituffiamoci sez’altro nei progetti in gara:

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CLANDESTINI: Tratto da un romanzo a 4 mani di Valentina Paravano e Valerio Tassara, con illustrazioni di Maria Cristina Costa. Il film in animazione 2D, oppure la serie tv, racconterebbero le vicissitudini di Filippo Maria, furetto ipocondriaco, di B-54 (ex cavia di laboratorio, smemorata e piena di tic), e di Pepe (cincillà sudamericano, tipo da strada con ambizioni da ‘rapper’), in fuga per motivi diversi ma tutti e tre destinati a ritrovarsi sull’Isola Tiberina. Che dire? La storia è interessante, piena di sottotesti, le illustrazioni hanno già una buona resa grafica e i personaggi promettono bene; di certo era uno dei progetti meno ‘commerciali’ in gara, e forse proprio questo aspetto lo ha penalizzato.

FRAMED: idea molto interessante per un corto in stop motion: riprendere l’omino di plastilina, che rappresenta tutti i suoi simili usati in animazione, in piena crisi di identità e sottoposto a un duro interrogatorio in un contesto simile al ‘Truman Show’.P1030485 A Venezia si è visto un videomessaggio del regista e del doppiatore, i quali hanno chiarito il senso del film, ovvero il disagio di sentirsi sempre fuori posto senza sapere chi si è e cosa si vuole veramente.

Framed: il doppiatore
Framed: il doppiatore


KIKA BOOM BOOM di Fabrizio Bozzetti e Francesca Ligabue
: una cagnolina africana che stravede per Josephine Baker (divina!!! n.d.r.) varrebbe di per sè la visione, ma è accattivante pure lo stile ‘Disney’ usato per parlare di temi complicati quali la schiavitù e l’immigrazione. Forse più adatto a un lungometraggio che a una serie tv, per un pubblico di tutte le età.

Kika e Akab
Kika e Akab

MAGGIE BESSLINGTON: Domanda: se possono esistere cavolfiori viola perché non credere anche a laghi di patate in pieno deserto? Bè, nei libri di Mary Poppins (consiglio di lettura rivolto a tutti, n.d.r.) si impara che al mondo non vi è nulla di impossibile, basta che sia … verosimile. E quest’idea di Gloria Danili, forse a causa della presentazione dispersiva, confusa e frettolosa, presenta non pochi elementi poco credibili. Appare più come un catalogo di ‘carinerie vintage’ che una storia strutturata con personaggi : da nonna Maggie, vecchina minuta ma coriacea con un coniglietto come assistente, a sua nipote Ofelia, la quale gira con un pesce rosso a tracolla, tutto appare fragile e lezioso quanto l’ostentazione a ogni passo di retorica ritrita sull’utilità dei vecchi e sulla fiducia in se stessi … tutto troppo ‘telefonato’ e leziosetto.

Meggie Blessington: presentazione
Meggie Blessington: presentazione

Comunque: progetto iniziale che prevede 20 puntate di circa 12 minuti l’una, rivolte a un pubblico dai 6 agli 8 anni, ma l’impressione è che potrebbe andar bene anche a bambini più piccoli.

Nonna Meggie
Nonna Maggie

Conclusioni (del tutto personali, come l’intero post, e suscettibili di critiche, correzioni e discussione aperta): l’impressione lasciatami da questa edizione del Pitch Me! ha confermato ciò che in parte già avevo elaborato negli anni passati, ovvero che le idee migliori si trovano in ambito prescolare ed ‘educational’, quindi si scivola purtroppo in un calderone in cui prevalgono esigenze commerciali sempre più pressanti, ma talvolta anche una pretesa di autorialità che si sforza di ‘nobilitare’ (come se ne avesse bisogno) l’animazione farcendola di temi impegnati e pesanti intenzionalità pedagogiche, risultando perlopiù indigesta sia al pubblico dei minori che a quello degli appassionati adulti. Dal punto di vista ‘logistico’, troppe volte il progetto in esame è stato collocato a margine della presentazione, a favore dell’autopromozione dei referenti: cosa peraltro comprensibile vista la carenza di vetrine analoghe nel nosro Paese, ma ciò non può che aver influito sulle scelte della giuria. Per me, i casi sono due: 1) il Pitch Me! di Cartoons on the Bay offre un panorama realistico della creatività e del futuro dell’animazione italiana, e questa appare dunque cristallizata su schemi vecchi e ideuzze banali spesso a rimorchio dei successi del momento. 2) il Pitch Me! NON è rappresentativo di tale realtà, bensì di un circoscritto segmento produttivo e di audience (che si rispecchia, almeno in parte, nella programmazione di Rai Ragazzi) ma costituisce un buon palcoscenico per chi vuole tentare un primo contatto con i grandi broadcasters. Malgrado alcuni candidati presentassero curricola anche ricchi di esperienze diverse, hanno lasciato trasparire comunque un certo disagio di fronte a una formula così incalzante e, ribadisco, salvo rari casi è sembrato prevalere l’intento di promuovere la ‘ditta’ più che il progetto selezionato. Ma la questione principale, cui soltanto il tempo potrà dare una risposta (positiva o negativa) è sempre la stessa: cosa si vedrà di realizzato, di tutto ciò, e soprattutto, quanti di questi raggiungeranno l’agognata ‘messa in onda’? Ai posteri l’ardua sentenza. L’ultima immagine, con cui mi congedo, è un omaggio affettuoso ai veri protagonisti della kermesse veneziana, due gentili signori che tuttora ci insegnano cosa siano (davvero) la fantasia e la creatività. Grazie di cuore.

Bozzeto&Mordillo
Bozzeto&Mordillo

Una risposta a “Cartoons on the Bay 2014: parliamo di Pitch Me! parte 2”

  1. Gatto sei impagabile. Hai detto quello che si doveva dire. Ma se sia un bene ammettere quanto si sbagli nel produrre serie non lo so. Si è bravi solo nel pre scolare e scarsi nel resto. Ma alla fine chi fa belle serie per adolescenti in Europa? Le migliori vengono da Stati uniti e Giappone e noi siamo troppo lontani da loro.
    Il problema è che non si osa mai proporre qualcosa che possa avere vari livelli di lettura e si resta al semplice intrattenimento educativo.
    Non so quanti di questi progetti saranno sviluppati ma voglio sperare che siano quelli che non pretendono di insegnare qualcosa e basta.

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