4 Maggio 2011 18:10

Quei pasticcioni della Banda Bassotti

Bassotti di CavazzanoCon tutto quel Everest di monete in cassaforte per un valore di almeno 2000 miliardi di dollari secondo una stima di fine Novecento, era logico che prima o poi qualcuno pensasse di metterci le mani sopra. Per esempio la Banda Bassotti, un gruppo di ladruncoli specializzati ma piuttosto pasticcioni, che dal 5 maggio 1951 – quando Carl Barks creò la loro prima avventura, Paperino e la banda dei segugi – rendono agitati i sonni di Zio Paperone. Per la verità, già in un paio di storie precedenti (Paperino e Maschera Nera del 27 gennaio 1949, e Paperino e il pappagallo contante del 23 febbraio 1950) Carl Barks aveva inserito due clamorosi tentativi di furto, con scassinatori che anticipano la Banda Bassotti. Particolarmente divertente è la storia del pappagallo contante che Paperino regala allo zio, che non lo vuole. Poi scopre che il loquace uccello non solo conta sempre, ma ricorda perfettamente la combinazione della cassaforte, che quello smemorato di Paperone ogni tanto dimentica. Il pappagallo resta e sarà inoltre utile per sventare il tentativo di furto di due ladruncoli, quasi una Banda Bassotti in miniatura, a danno di Paperone. Nella prima storia in cui compare la vera banda, troviamo Paperone in gravi ambasce perché ha saputo che i Bassotti vogliono scassinargli la cassaforte. Assume Paperino perché si preoccupi al posto suo, ma il simpatico paperotto si dimostra più bravo e sventa il furto della banda, che peraltro compare solo nell’ultima vignetta. Nella storia successiva (Zio Paperone e la ghiacciaia di dollari) il vecchio si trasferisce in un posto più sicuro (per i dollari), ma deve fare i conti con la Banda Bassotti, ormai smaliziata, che metterà a dura prova i nervi di Paperone, in un gioco di mosse e contromosse, trappole e trucchi, che dura ormai da sessant’anni. Il nome originale dei Bassotti è Beagle Boys, di solito sono quattro, grassottelli, con una mascherina sugli occhi e un numero di matricola, 176, seguito dalle stesse cifre in ordine diverso, come un anagramma, talora sono sei, ma Don Rosa è riuscito a disegnarli sette, uno però ha il numero semicoperto perché con 176 si possono fare solo sei combinazioni. Nel corso degli anni sono stati disegnati dai migliori autori italiani, che vi hanno tuttavia apportato scarse varianti, ma soprattutto non li hanno mai fatti uscire vittoriosi da quella lotta infinita che li oppone a Paperone e al suo nevrotico nipote. (Articolo di Carlo Scaringi).