7 Giugno 2017 07:53

Tintin e l’Alph-Art, l’ultimo in edicola

E con Tintin e l’Alph-Art si arriva all’ultimo albo che esce nelle edicole italiane, a completare la serie di 24 avventure. Questa è “l’incompiuta” di Hergé, la storia ambientata nel mondo dell’arte contemporanea che l’autore non ha potuto terminare, essendo morto il 3 marzo 1983. Bisognerà arrivare al 1986 per poter vedere stampate almeno le bozze della storia, una sorta di storyboard, di sceneggiatura disegnata. Il volume odierno presenta in una pagina la traduzione dei testi e nell’altra la bozza originale. Ovviamente non è completa: si ferma a pagina 42. E, in fondo, nemmeno possiamo sapere come sarebbe davvero stata la storia, alla fine, perché, come hai visto dai precedenti 23 commenti, Hergé era solito tornare più e più volte sul racconto, limando, sistemando, cambiando completamente direzione, rivedendo tutto fino all’ultimo, sempre teso a realizzare un’opera che fosse rispettosa dei suoi giovani lettori.

Qui di seguito le due versioni uscite in Belgio: quella del 2004, nel formato albo (con l’aggiunta di altre pagine trovate in archivio), e quella più grande e rarissima del 1986 formata da due volumi rilegati in un blocco unico: uno coi testi e uno in formato bloc-notes coi disegni.

Non ti anticipo nulla. Il racconto, un thriller, è interessante e l’Italia (paese frequentato con grande piacere da Hergé) ne sarebbe stata la location.  Ischia è dichiarata, l’aereo porta la scritta Alitalia… non c’è da sbagliarsi.
Già s’intravedono gli spazi per le gag umoristiche, mentre il l’ipotesi di storia si dipana. E la morte è parte del racconto. Si parte con un incubo e si va verso una “morte vivente”… Brrr… Inquietante, nevvero?
Ma, come dicevo, nessuno può sapere dove sarebbe veramente andato a parare. Le bozze mostrano chiaramente ancora molti segni di indecisione, ripensamenti, possibili modifiche già in corso d’opera. I fan si sbizzarriscono ancora oggi a immaginare possibili finali, ma in effetti, l’intera storia avrebbe potuto cambiare.
Il vero lasciato di queste bozze è la rara possibilità, tramite gli schizzi, di vedere l’autore mentre pensa, immagina, ripensa, disegna, ridisegna giorno dopo giorno… La sua creatività, la sua mente, le sue emozioni sono lì, su carta.

Oltre alle 42 pagine di storyboard (più due, modificate), in realtà dagli archivi sono emerse anche almeno altre nove paginette di appunti vari, preziose per capire i procedimenti mentali dell’autore.

La stanchezza di Hergé è sempre più grande, drenato dalla malattia che non sa di avere. A fatica ha sopportato i festeggiamenti legati all’anniversario di Tintin e ora va a riposare tra le Dolomiti con la moglie Fanny: ne ha necessità assoluta. Ma è sempre più spossato e il medico consultato sul luogo rileva una seria anemia. Rientrano quindi a Bruxelles prematuramente: dovrà mettersi a riposo e sottoporsi a trasfusioni. Di lavorare non se ne parla proprio. Nel corso del 1980, di conseguenza, lo vedranno di rado agli studi. Poco dopo avrà una polmonite. Quindi, nel gennaio del 1981, un intervento chirurgico lo terrà in ospedale per tre settimane. L’anemia non accenna a diminuire, nonostante si sottoponga a trasfusioni ogni due settimane. Nel frattempo si è dato da fare per riuscire a far venire il perduto amico Chang in Belgio. Dopo tanti anni ci riesce e lo incontra il 18 marzo 1981. Ci sono giornalisti, fotografi e televisioni a riprendere l’evento storico, ma l’immagine che Hergé offre di sé è quella di un uomo scavato fisicamente dalla malattia.

Nonostante tutto si dedicherà alla realizzazione, fiaccante, di dieci tavole, numerate e firmate, da vendere per beneficenza a favore del WWF. Continuerà a fare cose (fra le quali l’affresco della stazione di Bruxelles, aiutato da Bob De Moor), e a entrare in clinica dove passa buona parte del gennaio 1982.  Festeggia con Fanny i suoi 75 anni ad Ascona, ma deve interrompere la vacanza per tornare in ospedale. Torna nel Tirolo a settembre, ma ha di nuovo una polmonite. Ormai fa una trasfusione a settimana. A metà dicembre, quando sembra stare un po’ meglio, riceve Benoît Peeters, per un’ultima, lunga intervista. Qualche giorno più tardi riceve la notizia che Steven Spielberg è interessato ai diritti di Tintin, ma non ce la fa ad andare in America e manda altri. Avrebbe dovuto poi incontrare Spielberg a Bruxelles in marzo.  Ma arriva il crollo. Il 25 febbraio viene ricoverato e muore il 3 marzo 1983 verso le dieci di sera. Tintin apparirà come orfano sulle copertine dei giornali e la notizia verrà diffusa con tristezza dalle televisioni.

A suo tempo Hergé aveva lasciato intendere che non vedeva come potesse essere ripreso da altri, Tintin: “Tintin sono io”. E così è stato, almeno fino a oggi. Ma nonostante questo, i suoi personaggi non solo hanno continuato a vivere nel ricordo dei suoi lettori, ma ne hanno conquistati di nuovi, a milioni e milioni, nel corso degli anni.
Dentro quelle storie, rispettosamente realizzate per giovani lettrici e lettori, Hergé aveva messo molto più di quel che uno sguardo superficiale potesse scorgere, evidentemente.

La storia nel sito ufficiale: http://fr.tintin.com/albums/show/id/24/page/0/0/tintin-et-l-alph-art

Tutti e 24 gli albi della serie Tintin: https://www.afnews.info/wordpress/tag/tintinedicola/

Naturalmente è copyright Hergé-Moulinsart Rizzoli-Lizard tutto quanto di loro competenza. Invece le foto originali, come sempre, sono di Gianfranco Goria.