Ovviamente il mercato della francofonia ha una quantità tale di fumetti da così tanti anni, da poter proporre, come state leggendo su afNews, collezioni integrali a iosa, una dopo l’altra, anzi, a blocchi. La situazione italiana è leggermente diversa, da parecchi punti di vista, e le “integrali” (così come le offrono i nostri cugini d’oltralpe, arricchite di contenuti editoriali interessanti) da noi spesso si devono tradurre dal francese o dall’inglese. Disney italiani, Bonelli e poco altro a parte, potreste dire. Con il consueto “distinguo” per i prodotti targati Disney che, per quanto creati da autori italiani, sono comunque statunitensi. Però, almeno, non è necessario tradurli…
Tant’è. Ma, alla fine della fiera, che importa ai lettori di quale nazionalità sia l’autore o il titolare dei diritti? Nulla, se il fumetto si fa leggere con piacere. Ovviamente però, per i fumetti “d’importazione”, il ruolo del traduttore diventa estremamente importante. Dovrà quindi essere un professionista veramente bravo, attento, capace, documentato… e possibilmente altrettanto ben pagato, altrimenti il risultato rischia di essere assai deludente. L’alternativa è imparare le lingue straniere. Che non è mai una cattiva idea.
Ma la questione è: le edizioni integrali di bei fumetti che vale la pena leggere, sono fatte solo per adulti nostalgici, o hanno un valore anche per i nostri giovani lettori? Costano, si potrebbe osservare, certo, ma si possono sempre regalare: non è obbligatorio che i giovani lettori se li debbano per forza comprare coi pochi soldi della loro paghetta (ché, in questo caso, se proprio volessero, magari si cercherebbero le versioni digitali a prezzi più bassi, posto che esistano). La domanda punta al contenuto: le storie proposte negli integrali piacciono alle nuove generazioni? Potete rispondere a questa domanda nella sezione Commenti, ma ci farebbe piacere sentire il parere dai giovani lettori stessi, se mai avessero l’opportunità di leggerli, quei fumetti con tanto di crusca.