14 Maggio 2014 16:49

Voteman: un eroe contro l’astensionismo? Osceno!

Finalmente! Non siamo soltanto noi, i movimenti per la vita americani e qualche neocostituendo califfato a censurare i cartoni. Anche dalle liberali Terre del Nord ogni tanto arriva qualche corroborante ventata di intollerante indignazione: il presidente del Parlamento danese, Mogens Lykketoft, è stato costretto a scusarsi personalmente con i suoi concittadini di Copenaghen per la messa in rete di un cortometraggio animato che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto spingere ‘simpaticamente’ gli elettori a non disertare le prossime elezioni europee e invece ha ottenuto il risultato di fare gridare allo scandalo l’opinione pubblica.

The Votemann
The Votemann

Il filmato, della durata di poco più di un minuto, ricorda nello stile quello dissacrante de ‘I Griffin’ e in effetti il personaggio di Voteman, che non usa certo le buone maniere per convincere gli ‘aventi diritto’ più riluttanti, non sfigurerebbe accanto al piccolo Stewie … io l’ho trovato divertente, ma forse sono abituato male dopo anni di oscenità assortite in campagna elettorale e non so più distinguere il bene dal male; mi resta però il sospetto che anche stavolta a dare più fastidio sia stata la cosiddetta ‘oscenità’ di qualche scena piuttosto che la ferocia parodistica di altre, come se prima di soccorrere una vittima di violenza ci si preoccupasse anzitutto di coprirle le ‘vergogne’ affinché non risultino ‘inappropriate’.

Giudicate voi: l’articolo e il video li trovate qui.

2 risposte a “Voteman: un eroe contro l’astensionismo? Osceno!”

  1. Geniale! degno di una serie di Adult Swim e pienamente in linea con l’animazione danese, quella bella di ‘Terkel in trouble’.’Ronald the Barbarian’e tanti altre cose.
    Complimenti per averlo realizzato danesi. Togliendolo però avete rinnegato voi stessi!

  2. Certe provocazioni sono ancora troppo indigeste per un pubblico generalista: probabilmente prima di poter utilizzare il linguaggio dell’animazione seriale contemporanea a fini ‘educativi’ ci vorrà ancora parecchio tempo … ma che ci abbia pensato la politica potrebbe essere un passo avanti. Ma chi la educa l’opinione pubblica?

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