afNews 2 Maggio 2024 08:08

Se non fosse per la Grazia di Dio, potrei esserci io al suo posto…

Se non fosse per la Grazia di Dio, potrei esserci io al suo posto…”
Anche se non ricordi a chi si attribuisce questo tipo di pensiero, se non sei un affiliato a quella religione, basta che sostituisci “Grazia di Dio” con termini non confessionali ma, senza ricorrere al mitico Fato, semplicemente umani, come Caso, Sorte, Coincidenze, Circostanze, Fortuna ecc.

So che a volte ci piace pensare di essere così diversi dagli altri esseri umani, così “superiori”, da immaginare che certe cose possono succedere solo agli altri e che gli altri se le meritano. Bè, non è così. Abbassa pure la cresta.

Ormai ho davvero molti decenni sulle spalle e la vita mi ha dimostrato una infinità di volte che ognuno di noi umani può essere buono o malvagio, intelligente o stupido, acuto o tontolone, generoso o spregevolmente avido, provare amore o odio, essere nonviolento o violento, paziente o irascibile, un angelo o un mostro… A seconda del momento, dei casi, del contesto, delle circostanze e di una pletora di fattori vari, tra cui lo stato di salute mentale. Avendo passato tanti decenni a stretto contatto col mio cervello, e avendolo dovuto frequentare anche in periodi decisamente sgradevoli (per usare un eufemismo), so per esperienza diretta che dentro al nostro cervello c’è tutto e il contrario di tutto. Dal paradiso all’inferno, con tutte le sfumature possibili inframmezzo.

Per giustificarci, poi, ci inventiamo di tutto, si sa. Prendiamo l’esempio trito e ritrito del fascismo (dei fascismi, espliciti, travestiti, di qualunque orientamento “politico o religioso”…) che viene usato come (comodo) catalizzatore del peggio di noi stessi, come giustificazione “politica o religiosa” al nostro comportamento disgustoso.
– Sì sono razzista: il fascismo lo prevede!
– Sì, sono maschilista e allora? Il fascismo lo prevede che la femmina sia solo una appendice del maschio, il quale può disporne anche fisicamente come più gli aggrada!
– Sono violento? Ma certo! Nel fascismo si sa che un “vero uomo” deve essere aggressivo e violento.
– Discrimino? Naturalmente: penserai mica di essere come me e di avere gli stessi privilegi? Lo dice anche il fascismo.
– Sono disumano? Sono fascista e me ne vanto!
E via così…
Al posto del termine “fascismo” avrei potuto dire “mia religione”, “mia filosofia” o altra cosa analoga.

L’importante è che il “catalizzatore”, quale che sia, mi consenta di giustificare all’interno di un gruppo a me congeniale le varie nefandezze che voglio fare, o che semplicemente non voglio contrastare.
La parola fascismo poi è immediata e semplice da usare, tanto è indentificata, compenetrata con “il peggio del peggio”, che, all’evidenza della Storia, è diventata, comprensibilmente, sinonimo di malvagità assoluta, al punto che persino buona parte dei “fascisti” si sentono insultati quando vengono definiti come… fascisti.

E io? Sono una merda schifosa come un “fascistadimmerda“? Vale la pena rifletterci su…
Nessuno, ma davvero nessuno, può “tirare la prima pietra”. A chiunque può capitare di comportarsi come una merdaccia stupida e financo crudele. Parimenti, chiunque può però rendersi conto di aver fatto una cosa schifosa e/o crudele e/o disumana, vergognarsene e decidere di cambiare stile. D’altronde si dice che “solo gli stupidi non possono cambiare”. In realtà penso si intenda dire che solo chi ha un problema mentale davvero grave, non può cambiare, perché non ci riesce. Chiunque sia ancora in grado di avere un po’ di coscienza e un minimo di attività cerebrale standard, è in grado di capire e di scegliere (possibilmente non secondo il metodo della “filosofia flippista”).
Ciò detto, io avrei potuto essere un “fascistadimmerda”? Forse sì. Il mio cervello, come dicevo, “tecnicamente” me lo consente. Però mi consente anche di capire cosa faccio e di cambiare modo di agire. Tuttavia forse potrei essermi talmente avvitato nella mia merdosità da non avere il coraggio di cambiare, di ammettere di aver sbagliato qualcosa, di ricordarmi che si sbaglia e si impara, se si vuole imparare. Succede anche questo, sì, purtroppo.
Siamo una specie complicata.

Siamo da poche migliaia di anni su questo pianetino ai confini della Galassia, su un sottilissimo e delicato strato che ci consente di vivere, in un ecosistema planetario che richiede estremo equilibrio (non dobbiamo essere né troppo pochi né troppi, non dobbiamo distruggere ma conservare ecc.), che se va in tilt (di solito per colpa nostra) ci distrugge tutti (oltre ad altri abitanti della Terra come noi), e non abbiamo ancora assimilato i fondamentali per la nostra sopravvivenza come esseri umani: si va avanti insieme, non da soli. E invece ci scanniamo fra di noi perché ci comportiamo da stupide violente merdacce, anche se è un comportamento autolesionistico e nefasto per la sopravvivenza della specie, oltre a farci vivere di merda. E siccome in fondo ce l’abbiamo la sensazione di sbagliare, ci costruiamo giustificazioni ad hoc, come se quelle cambiassero la sostanza. Non la cambiano, no.
Siamo una specie complicata, ma il nostro cervello, quando funziona decentemente, ci consente non solo il peggio (il nostro “fascismo interiore”), ma anche il meglio.

Il Paperino di Carl Barks (che è cosa diversa dal Paperino di altri autori) è ancora un buon esempio di come siamo noi umani, delle nostre possibilità, dei nostri limiti (che ci costringono ma non ci contengono), della nostra arguzia, della nostra ingenuità ecc… E ciò nonostante siano passati decenni da quelle storie satiricamente umanistiche…
Bè, pochissimo tempo, a dire il vero, per quanto riguarda la nostra evoluzione. La tecnologia si evolve velocemente, grazie allo sforzo comune di tantissimi cervelli umani insieme, ma noi, come singoli umani, no. Faremo in tempo a diventare migliori (più… Umani) prima che il nostro lato peggiore ci faccia estinguere prematuramente? Ai posteri (che non saranno necessariamente umani) l’ardua sentenza.

Il Paperino di Carl Barks, lettura sempre consigliatissima, è qui: https://amzn.to/4aYOmOj

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