Alfredo Castelli: Scrivere/Disegnare Martin Mystère

Qui il testo aggiornato (al 2010) e completo su come scrivere e disegnare per Martin Mystère:


Il testo precedente:

SCRIVERE MARTIN MYSTERE
di Alfredo Castelli

Buongiorno a tutti. Ve lo dico chiaramente, e vi prego di non offendervi:

io cerco di scoraggiare con ogni mezzo chi vuole provare a scrivere un soggetto di Martin Mystère. Lo faccio, come si suol dire, per il suo bene: infatti so perfettamente che sarò costretto a rimandarne all’infinito la lettura, esasperando ben due persone (l’autore e me stesso, in quanto mi troverò obbligato a rispondere alle telefonate di sollecito, a scusarmi, a spiegare come mai non ho ancora avuto tempo di leggere il soggetto e via dicendo). Questo accade – per una volta tanto – non per il semplice gusto di tirare tardi nello stile del BVZM, ma perché, come tutti i miei colleghi redattori, sono letteralmente oberato dal lavoro, e riesco a malapena a vagliare i soggetti espressamente richiesti. Quelli non richiesti finiscono in una cartellina il cui spessore aumenta sempre più fino alle vacanze, quando, finalmente, riesco a trovare il tempo per rispondere a un po’ degli autori (non a tutti).

Ci sono altre due cose di cui, però, mi rendo conto: la prima è che alcuni (non moltissimi, in verità) bravi soggettisti della Bonelli – tra cui Claudio Chiaverotti – hanno iniziato proprio così: inviando un soggetto in lettura e attendendo (molto, ma molto) pazientemente. La seconda è che – malgrado ogni tentativo di scoraggiamento – i soggetti non richiesti continueranno ad arrivare. E allora tanto vale realizzarli partendo con il piede giusto . In queste pagine troverete quella che in gergo si chiama La Bibbia di Martin Mystère.  Prima di intraprendere la scrittura (Sia chiaro: questo non è un incoraggiamento!), leggetela con molta attenzione: vi sono definite una serie di caratteristiche del personaggio e della serie, e molti altri particolari che scoprirete da soli.

Una volta realizzato il soggetto (sia chiaro! Questo non è un incoraggiamento), inviatemelo per posta (non per fax, tantomeno per E-mail) presso la Bonelli Editore. Vi prego: non tormentatemi con telefonate! Queste non serviranno altro che a farmi perdere altro tempo e ad allontanare maggiormente il momento della lettura. Abbiate pazienza, prima o poi (più poi che prima, ve l’ho già detto) se l’idea è buona mi farò vivo.

Vi ringrazio, e scusatemi per la franchezza.

 

Alfredo Castelli
LA BIBBIA DI MARTIN MYSTÈRE

MOTIVAZIONI DELL’AVVENTURA

1) Indagini su commissione. Anche se è soprannominato Detective dell’impossibile , Martin Mystère non è un detective nel senso stretto del termine. Non ha (come Dylan Dog) clienti che si rivolgono a lui per risolvere un mistero; non esegue indagini a pagamento o su commissione. Se l’argomento lo interessa in modo particolare può , tutt’al più, accettare di compiere una consulenza nel suo campo d’azione specifico .
Qualche volta Travis – Ispettore della polizia di New York – lo coinvolge, appunto, come consulente in casi particolarmente mysteriosi ; di solito Martin accetta di occuparsene per amicizia, per curiosità o perch è gli deve un favore.

* A proposito di casi polizieschi: Mystère si trova (forse troppo) spesso testimone di avvenimenti cruenti (delitti e via dicendo). In queste circostanze gli succede ciò che accade a una persona qualunque: subisce un interrogatorio, deve firmare una deposizione, eccetera. Al massimo la sua amicizia con Travis gli facilita un po’ le cose, ma non è protetto da una sorta di immunità (in un racconto è testimone di un delitto insieme ad altre persone, e, siccome ha fretta, se ne va subito via sotto gli occhi degli agenti). Va da sè che non bisogna annoiare il lettore con sequenze di carat tere “burocratico”. Basta sistemare accortamente una didascalia (“Più tardi…”), un piccolo commento (“Uff…Non ne potevo più . Per fortuna Travis ha garantito per me, altrimenti ho l’impressione che avrei trascorso tutto il week end alla centrale…”) per risolvere logicamente e rapidamente la situazione.
Anche quando collabora con Travis, Mystère è sempre un privato cittadino ; durante le indagini non può fare di testa sua, nè ha assoluta mano libera come Topolino con il Commissario Basettoni. Mystère non è il tipo che tende a sostituirsi alla polizia (per esempio non entra da solo in un covo di criminali armati quando possono farlo gli agenti) o a compiere inutili “atti eroici . Nei rarissimi casi in cui – per un equivoco o altre ragioni – Myst ère rischia di essere sospettato di un omicidio o di qualcosa di illegale, non decide di indagare personalmente, cacciandosi in guai peggiori, ma avverte la polizia o il suo avvocato. Se proprio accade che abbia momentanea mente (e ingiustamente) contro la polizia o qualche organizzazione statale (CIA, FBI), non commette mai atti irreparabili (in una sequenza abbatte addirittura un elicottero della polizia che lo insegue).

2) Il primo venuto. Non basta che il primo venuto racconti a Martin qualche mistero (anche quelli che gli interessano particolarmente) per coinvolgerlo in un indagine o una ricerca. Mystère è un personaggio pubblico (nel senso in cui potrebbe esserlo Piero Angela), e si può tranquillamente supporre che un mucchio di gente più o meno bizza rra gli rompa le scatole per proporgli enigmi da risolvere. Se desse retta a tutti, non gli resterebbe un momento di pace.

3) Il salvatore del mondo. Martin Mystère non è nè il Papa, nè Clinton, nè un premio Nobel, nè un Grande Iniziato nè un personaggio “unico” a portata planetaria; è “solo” un esperto di cose insolite (si suppone che ne esistano altri). Quindi non viene incaricato e/o prescelto da capi di stato, servizi segreti, scienziati, sacerdoti di misteriose sette e via dicendo come “unica person a in grado” di compiere una particolare missione, custodire un particolare oggetto o un particolare segreto, portare a compimento una certa profezia (vedi punto seguente), eccetera.
Quello di “Solo voi potete salvare il mondo, Mystère” è, purtroppo, uno degli approcci più ricorrenti in cui mi imbatto. Se proprio Mystère è l’ unica persona in grado di farlo (meglio evitare a priori questa situazione), la spiegazione dev’essere validissima (eccezione alla regola, le storie estive con Chris Tower e la base di “Altrove”, che sono però semi-umoristiche e di cui mi occupo comunque io).

4) La profezia. In alcuni casi, Mystère viene coinvolto in un’avventura perchè destinato a realizzare qualche oscura profezia, quasi che la sua vita fosse legata a un vasto e complesso di segno. Evitare assolutamente questo tipo di coinvolgimento, di cui ormai si è abusato, e che – se mai sarà riproposto – gestirò di persona.

5) L’amico in pericolo. Tendenzialmente, Martin accetta di occuparsi di un mistero solo se questo stimola in modo particolare la sua curiosità, oppure se lo coinvolge per motivi affettivi (l amico in pericolo ). Di solito non si butta subito nell’impresa, ma riflette prima di farlo (anche se, in definitiva, sa già benissimo che finirà con l’occuparsi del caso).

* Menagramo. Evitare per quanto possibile di utilizzare come motivazione dell indagine la morte misteriosa di un collega: questo espediente è già stato usato molte volte, e si rischia di far sembrare Martin un menagramo (basta aver lavorato con lui per morire poi mysteriosamente).

6) Misteri “per caso”. Martin può essere coinvolto in un mistero anche per caso . Le parole per caso sono tra virgolette in quanto la casualità non dovrebbe mai essere cieca e totale (quella che fa esclamare Ma capitano proprio tutte a lui ). A causa della sua professione ( che gli ha conferito un certo spirito di osservazione, certi interessi e via dicendo), un poliziotto ha maggior probabilità di un normale cittadino di farsi coinvolgere anche non volendo in un caso poliziesco; così Martin Mystè re ha maggior probabilità di altri di imbattersi per caso in qualche mystero (tra le casualità, evitare se possibile l abusato ritrovamento di un testo antico ed enigmatico).

MYSTERE IN AZIONE

A costo di ripetermi, ribadisco che Martin Mystere è fondamentalmente una persona normale”; non è un divo hollywoodiano, ma il presentatore di una trasmissione televisiva, quindi, al mas simo, qualcuno lo riconosce per strada. La sua posizione non gli garantisce particolari privilegi al di fuori dell’ambito in cui lavora. Nel “muoverlo”, dunque, la parola d’ordine è non esagerare.

 

* Importante!

ARMA A RAGGI: Martin Mystère non usa nè nomina l'”Arma a raggi” dal 1989; non ho dato alcuna spiegazione della scomparsa di questo oggetto, ma, semplicemente, non ne ho più parlato. Evitare, quindi, di farne uso.

FERRARI
La usa il meno possibile: se si muove in città, privilegiare il taxi.
Come il “Piper” di Mister No, la Ferrari non deve essere distrutta: se ha un incidente, il danno deve essere tale da poter venir riparato.

MYSTERI ITALIANI
Nell’Aprile 1993 Mystère si è trasferito a Firenze, dove abita al N. 2 di via dell’Anguillara e resterà fino ai primi mesi del 1995. Come è estesamente spiegato negli albi Nn. 133/134, deve realizzare in Italia una “stagione” (poi portata a due stagioni nel N. 144) del suo programma televisivo; Diana è rimasta a New York per ragioni di lavoro (Vedi punto 10), e i due si ve dono solo quando Diana lo raggiunge per brevi periodi in Italia o Martin ritorna per brevi periodi a New York.
Da Firenze Martin si sposta in Italia (non sulla Ferrari, ma su mezzi pubblici o con un’auto a noleggio) e indaga sui cosiddetti “Mysteri italiani” (vedere gli albi dal N. 133 in poi).
Al momento della stesura di questa relazione (gennaio 1994), il numero di albi “liberi” per nuovi “Mysteri Italiani” è limitato: prima di scrivere un soggetto ambientato in Italia, avvertirmi.

In particolare, ricordare che:

7) La strada facile. Martin Mystère non è Superman. Pur essendo agile e atletico, non può fare cose impossibili (oltretutto non è un ragazzino: nel 1992 ha compiuto cinquant anni); non ama la rissa per la rissa, non guida come James Bond e via dicendo. Avendo la possibilità di scegliere un percorso facile e uno difficile, sceglie quello facile

* Dal facile al difficile. La scelta della “via facile” descritta sopra sembra ovvia, ma ho notato che invece viene spesso scartata, perchè la “via difficile” è in realtà più facile da sfruttare narrativamente. Esempio: per una ragione o per l’altra, MM ha fretta di andare da Milano a Londra; il viaggio in treno offre grosse possibilità narrative (agguati, inseguimenti sui vagoni, eccetera), sicchè, per poterle uti lizzare, si manda Martin Mystère a Londra in treno. Già, ma visto che ha tanta fretta, perchè non ha preso l’aereo?
E ancora: Perchè compiere chilometri per controllare se una persona è in casa, quando per saperlo basta telefonare? Perchè scalare una montagna, se vi si può salire in funivia?
Qualora queste scelte siano narrativamente indispensabili, occorre trovare una ragione che le giustifichi.

8) Il Buon Vecchio Zio Marty. Nel corso degli anni, Mystère ha acquisito una certa autoironia: ama scherzare sulla propria logorrea, sulla propria tarda età , sui suoi ritardi e via dicendo. Queste caratteristiche “umane” hanno reso “il Buon Vecchio Zio Marty” simpatico ai lettori, ma a esagerarle si rischia di renderlo insopportabile.
Anche se è impossibile indicare dosaggi precisi, diciamo che le gag sui ritardi, logorrea, vecchiaia eccetera non devono riempire più di 10/12 vignette per storia, e, soprattutto, non devono costituire una scusa per tirare in lungo. Affidarsi alla logica e al senso del ritmo; nel dubbio, astenersi.

9) Il pozzo di scienza. Martin Mystère è in grado di apprendere e informarsi molto velocemente, ma non possiede il dono della scienza infusa, e non sa tutto di ogni argomento; le sue chiacchierate documentaristiche non vanno quindi esagerate. Se la cava bene con le lingue (conosce ingle se, francese, italiano, spagnolo, qualche parole di tedesco, di arabo, di ebraico, e si arrangia un po’ dappertutto), ma non parla ogni linguaggio dell’universo. In virtù dei suoi studi, conosce parecchie lingue morte (tra cui i geroglifici egizi), ma quando si imbatte in qualche testo in queste lingue non lo legge con la facilità con cui si legge un quotidiano.

* Genio mancato. Anche se agli inizi della serie, Martin è stato presentato come una specie di genio dell’informatica, ora che questa scienza non è più tanto “ma gica”, e che molti lettori se ne intendono assai più di noi (e protestano se il “genio” non fa davvero cose geniali), questa caratteristica va molto attenuata.

ALTRI PERSONAGGI

10) Diana. Purtroppo nei primi numeri della serie ho rappresentato Diana in modo antipatico: gelosa, litigiosa, irrazionale, impaziente, ignorante, insopportabile quanto e più di Minni. Ho iniziato a modificare questa caratterizzazione fin dall’albo N. 11, e, mano a mano, Diana è cambiata, al punto che, in occasione della ristampa del primo racconto di Martin Mystère nell’Oscar Mondadori “I mondi perduti di Martin Myst ère” (1992), mi sono sentito in dovere di riscrivere e fare ridisegnare le tavole che vanno da pag. 39 a 46 di Martin Mystère (e da 49 a 55 dell’Os car) attualizzando il suo carattere in modo che i nuovi lettori non trovassero nel volume una Diana del tutto diversa da quella degli albi in edicola.
Eppure, per ragioni che mi sfuggono, nelle storie che mi vengono proposte il carattere di Diana continua a essere quello insopportabile dei primi numeri. In realtà Diana è un importante punto di riferimento per il “Detective dell’Impossibile”; una donna positiva e con i piedi ben saldi a terra, dotata di una notevole cultura (è stata collaboratrice di Martin) , di un notevole spirito e di un ammirevole capacità di sopportazione. Quando Martin Mystère si è trasferito momentaneamente in Italia, Diana non ha voluto lasciare il suo lavoro a New York. E lui stesso ammette, con una certa amarezza, che ha avuto tut te le ragioni di farlo. “Non ho voluto prendere decisioni per tanti anni, non vedo perchè adesso avrebbe dovute prenderle lei…Boh, forse è meglio così, Java, vecchio mio”. Del fatto che sia meglio, probabilmente Martin non è troppo sicuro: Diana gli manca. Per la prima volta (nel N. 144) ha ipotizzato la remota possibilità di un matrimonio al suo rientro.

Per “muovere” bene il personaggio di Diana consiglio di leggere:
La versione insopportabile di MM N. 1 e il rifacimento della sequenza sull’Oscar Mondadori
MM Nn. 61/62 (Crisi tra Martin e Diana)
MM Nn. 111/112/113 (Origine del rapporto con Martin)
MM N. 121 (Ironia nei confronti di Martin)
MM Nn. 133/134 (Perchè non viene in Italia).

* Mystere e le donne. Quando inventai Martin Mystère decisi di dotarlo di una fidanzata fissa per distinguerlo dagli altri eroi “scapoli” di Bonelli, ma, per non es sere monotono, in ogni avventura lo feci accompagnare da una ragazza diversa. Questo pose una serie di problemi: quando Mystère corteggia la ragazza in que stione, deve andare fino in fondo (scorrettezza nei confronti di Diana) o limitarsi a un comportamento da collegiale (scorrettezza nei confronti di Diana e idiozia da parte sua)? Le insopportabili scene di gelosie di Diana non risultano quindi pi enamente giustificate dal comportamento di Martin? Eccetera eccetera.
Sicchè, per tagliare la testa al toro, ho optato per un Mystère tendenzialmente monogamo, e molto riservato sui suoi rapporti con donne diverse da Diana: agli occhi del mondo Martin è un gentiluomo “in dieta” cui nessuno, però, ha vietato di dare un’occhiata al menù (e cioè di apprezzare la compagnia femminile).
Si limita davvero a dare solo un’occhiata? Mah. Neppure io lo so, e a quanto sembra ai lettori non interessa molto. Per continuare a non saperlo, evitare situazioni che impongano una rivelazione in un senso o nell’altro ; gestirò io eventuali storie di carattere strettamente sentimentale.

11) Orloff. Il povero Orloff è stato punito fin troppo crudelmente per la sua malvagità: viene, infatti, immancabilmente rappresentato come una specie di Gambadilegno che periodicamente decide di conquistare il mondo e periodicamente si fa sconfiggere da Martin Mystère. Poichè ho in mente delle importanti modifiche del personaggio, da ora in poi evitare di utilizzarlo.

12) Chris Tower, Angie, Dee e Kelly. Anche se per Tower è stata fatta qualche eccezione, questi personaggi compaiono esclusivamente negli “Special” estivi che gestisco personalmente. Non utilizzarli.

13) Il mondo è piccolo. Evitare di far incontrare “per caso” tutti i personaggi ricorrenti della serie (Travis, Tower, Charlier, Strokov e compagnia bella) in una sola storia. Dà l’impressione che vivano tutti in un paesino di quattro gatti.

REALISMO

Salve le premesse fantastiche della serie, Martin Mystère si muove in un mondo realistico . Per compiere un viaggio, per esempio, utilizza i consueti mezzi di trasporto, i quali compiono tragitti precisi in tempi precisi e con modalità precise di cui va tenuto conto; ha bisogno di soldi (non ha grossi problemi finanziari, ma non è neppure ricco); se fa caldo si veste in un modo, se fa freddo in un altro; se telefona al di là dell’oceano deve tener conto della differenza oraria; se va in un paese di cui non conosce la lingua ha bisog no di un interprete; deve mangiare, bere, dormire e così via. Non occorre (anzi, non bisogna , sarebbe terribilmente noioso!) mostrare ogni dettaglio pratico-burocratico della sua esistenza, ma è essenziale tener conto di questo background che è parte fondamentale delle caratteristiche della serie.
I racconti di Martin Mystère devono essere correttamente ambientati dal punto di vista storico, geografico e via dicendo; se i personaggi si muovono in una città turistica (soprattutto a New York e nelle città italiane) occorre dare un’occhiata alla cartina per non commettere clamorosi errori di percorso.

In particolare

14) “Topolinismi”. Evitare accuratamente certi meccanismi sempliciotti e certe situazioni e/o “minacce al mondo” veramente esagerate e grottesche che ricordano le (peggiori) storie di To polino. Per rendere l’idea, cito alla rinfusa alcuni “Topolinismi” che ho corretto di recente:
In un sito archeologico visitabile da tutti, qualcuno cade in un buco (che divrebbe essere già stato esplorato chissà quante volte), e scopre – ben in vista – qualcosa di sensazionale Mystè re è coinvocato in un sito archeologico dove si stanno effettuando inutilmente scavi da mesi; appena arriva, per combinazione il pavimento cede sotto i piedi di qualcuno, aprendo il solito buco che contiene qualcosa di eccezionale Mystè re vede un’iscrizione in caratteri sconosciuti, e la traduce istantaneamente deducendone un’infinità di cose Mystère si procura in quattro e quattr’otto un’apparecchiatura sofisticata (per esem pio un radiosegnalatore miniaturizzato) come se essa si vendesse al supermercato Il cattivo scopre il progetto supersegretissimo origliando da dietro la finestra Eccetera.

15) Cronaca. Le storie di Martin Mystère sono legate alla realtà dei nostri tempi, ma non pos sono necessariamente essere legate alla cronaca: le situazioni cambiano continuamente, e non si sa cosa accadrà dal momento in cui la storia viene scritta a quello – successivo almeno di sei mesi – in cui verrà pubblicata, e a quello in cui verrà pubblicata all’estero.
Evitare dunque di riferirsi ad avvenimenti e personaggi troppo legati al momento in cui si sta scrivendo; al massimo, in brevi sequenze, si può mostrare qualche personaggio di portata mondiale (Clinton, Eltsin, il Papa, eccetera).
Ricordare che il mondo di Martin Mystère è il nostro mondo, quindi il presidente degli USA “di” Martin Mystère è lo stesso “nostro” presidente USA. Evitare vicende in cui perso naggi e istituzioni reali vivano situazioni estremamente diverse da quelle vere (per esempio il presidente USA viene ucciso in un attentato; vedi anche il punto 16).
Martin Mystère è dichiaratamente un laico, un democratico e un “liberal”, e può (anzi, deve) prendere posizione contro il razzismo, lo sfruttamento, la corruzione, la guerra, l’inquinamento; tuttavia nè Mystè re in particolare nè l’albo in generale devono fare propaganda – in positivo o in negativo – a partiti politici o movimenti religiosi. Mystère non prende inoltre posizione in situazioni di cui nessuno conosce con precisione tutti i retroscena: evitare quindi caratterizzazioni politiche stereotipate del tipo “Serbi cattivi/Croati buoni”,”Islamici cattivi/Israeliani buoni”, “Irakeni cattivi/Americani buoni” (e viceversa).

16) “Modifiche della realtà”. Anche se i racconti interpretati da Martin Mystère sono di fantasia, la realtà che conosciamo non dev’essere mai “modificata”: evitare quindi storie che impon gano un cambiamento permanente di grande portata (terremoto che distrugge New York, arrivo “ufficiale” dei dischi volanti, guerra mondiale, eccetera).
Certe scoperte tipicamente “mysteriose” (per esempio il ritrovamento di Atlantide) provocherebbero un “cambiamento permanente” di carattere culturale: occorre quindi trovare un espediente per cui, alla fine del racconto, scoperte del genere non possano venire divulgate (da evitare assolutamente crolli, terremoti ed esplosioni di grotte e/o antiche basi atlantidee, ormai abusati).
17) Tecnologie. Nei racconti di Martin Mystère si fa uso delle moderne tecnologie (aerei, eli cotteri, telefoni, computer, fax, armi, eccetera) che devono essere utilizzate correttamente. Nelle storie possono essere presentate tecnologie “futuribili”, ovvero sviluppi sperimentali di tecnologie già esistenti (in una storia compare una fotocopiatrice tridimensionale), le quali devono però essere quantomeno plausibili: evitare quindi macchine del tempo, apparecchi per l’invisibilità o altre invenzioni irrealizzabili.
Mystère non si sposta su altri pianeti in quanto, nella realtà, i viaggi interplanetari non sono ancora possibili.
NOTE SULLA NARRAZIONE

Dò, ovviamente, per scontato che chi realizza le avventure di Martin Mystère scriva in buon italiano e sappia sceneggiare; le note che seguono non vogliono quindi essere un “corso di sce neggiatura”, ma semplici indicazioni relative specificamente alla serie.

18) Storia. E’ perfettamente inutile (e forse impossibile) definire quando una storia è “buona” o “cattiva”. Limitatamente a Mystere ricordo che:
La storia deve avere un capo, una coda e soprattutto un robusto “corpo”. Evitare storie ma gari ricche di belle immagini (sia grafiche sia letterarie), ma prive di una solida trama. Ogni avvenimento deve condurre logicamente a un altro; tutti gli interrogativi devono essere risolti, che tutti i “circuiti” aperti durante la storia devono essere chiusi. Una certa “circolarità” non guasta: il primo problema posto nella storia deve risolversi per ultimo, il secondo per penultimo e così via.
La storia non deve “finire in pesce” presentando un mistero straordinario e risolvendolo poi in modo deludente (intervento di “Deus ex machina”, illogicità, banalità , eccetera).
La storia deve possedere “il giusto ritmo”: non troppo veloce (in questo caso si rischia di cadere nel “topolinesco”: meglio sviluppare la storia in due albi), ma neppure troppo lento (rischio di noia: meglio tagliare e sviluppare la storia in un albo).

19) Schematismi. Anche se è meglio evitare schemi narrativi prestabiliti, purtroppo, in un prodotto seriale, è quasi inevitabile ricadervi. Se proprio è necessario ricorrere a uno schema, evitare il cosiddetto “schema lineare” (Mystère va da qualche parte – gli succede qualcosa – scopre dell’esistenza di un enigma – qualcuno lo segue di nascosto – viene fatto prigioniero – il q ualcuno che l’ha seguito lo libera – Mystère risolve l’enigma), e privilegiare uno schema “misto” ormai consolidato e ben accetto dai lettori. Lo schema “misto” prevede che le trame siano arricchite da una se rie di elementi in grado, se opportunamente miscelati e “montati”, di rendere (o di far sembrare) il racconto meno banale, e di mimetizzare la ripetitività del meccanismo. Ecco alcuni dei capisaldi ricorrenti:
Narrazioni in flashback o “al presente” di avvenimenti storici veri o verosimili.
Leggende apparentemente fantastiche del remoto passato che si riflettono in avvenimenti reali del presente
“Trovate” linguistiche (“Tavola” e “Tavoliere”, “Thoth Rym” e “Torino”, “Giacomo” e “Giacobbe”) che rivoluzionano certi modi di affrontare un enigma.
Presenza di numerosi luoghi ed epoche di azione.
Per meglio comprendere le caratteristiche di questo schema, leggere “La spada di Re Artù” (TuttoMystè re Nn. 15/16), “Dieci anni dopo” (N. 121), “Nea Heliopolis” (Nn. 133-134), “La tredicesima luna” (N.142).

20) Dialoghi, dide. I dialoghi di Mystère dovrebbero essere brillanti, nello stile di certe “sophisti cated comedies” hollywoodiane: sono soddisfatto di quelli degli “Special” Nn. 9 e10, di certi dialoghi “napoletani” del N. 140, dei dialoghi di quasi tutte le storie brevi pubblicate da”Comic Art”. Le storie di Martin Mystère sono abbastanza verbose: si può, quindi, tirare un po’ più in lungo con il dialogo di quanto impongano altre serie, ma questa possibilità deve servire a portare avanti la storia, e non ad aumentare il numero di pagine; attenzione (è un errore tipico) a non ripetere in forma diversa la stessa scena o lo stesso concetto nello stesso racconto.
Ricordo che Mystère è nato con una scrittura “vecchio stile”, cioè meno “visiva” e più “parlata” di quella di Dylan Dog e Nathan Never, e che quindi i lettori si sono abituati alla presenza di didascalie. Esse servono a:
Stabilire stacchi di tempo e di luogo (“Più tardi”, “nel frattempo…”, “Poi…”, “New York, giugno 1990”, “Altrove…”)
Chiarificare l’azione (“D’improvviso…”/ “…la cripta sembra illuminarsi di un bagliore innaturale…”)
Raccontare episodi del passato (“…Sauniere chiese e ottenne il permesso e il denaro per recarsi a Parigi a far esaminare i manoscritti da uno specialista…”)
Evitare
Didascalie “letterarie” o finto-poetiche nello stile di Grand Hotel (“Fuori piove: il mondo ha bisogno di essere lavato”)
Gerundi nello stile dei fumetti porno di Barbieri/Cavedon (“Esitando…”)

* Importante!
I personaggi si danno “del voi” come nei vecchi film hollywoodiani.
Lunghezza massima di una didascalia = Due righe dattiloscritte.
Controllare con molta cura la consecutio temporum, la punteggiatura ed eliminare le eventuali “rime” e ripetizioni…

21) Stacchi di tempo e di luogo. I principali stacchi di tempo e di luogo devono avvenire all’inizio di una pagina, in una vignetta doppia, il cosiddetto “opening shot”. Vale la pena di caratterizzare con una particolare inquadratura i luoghi ricorrenti (per esempio l’esterno di un al bergo) in modo di poterli identificare immediatamente nella vignetta di apertura.
Narrativamente è opportuno (ma non obbligatorio) cambiare il soggetto della narrazione a ogni stacco principale (esempio: A New York Mystère decide di partire per Parigi. Invece di seguirlo mentre prende l’aereo e raggiunge la Francia, è meglio (se si può) staccare su un altro soggetto – per esempio un cattivo che complotta – quindi staccare su Parigi, ove Mystère è già arrivato).

22) Da evitare.
Espedienti narrativi : Oltre a quelli già elencati nel corso di questa relazione, evitare i seguenti espedienti narrativi, ormai troppo sfruttati:

Rapimenti : Evitare di far rapire Mystère, Java, Diana o qualunque altro comprimario.
Aggressioni : Evitare di far imbattere casualmente Mystère, Java, o Diana in rapinatori, grassatori, teppisti, briganti da strada.
Sogni : Evitare che Martin Mystère scopra la soluzione di un enigma in una sorta di “sogno profetico”.

Tematiche : Nella serie Martin Mystère sono stati affrontati moltissimi fatti e personaggi “mysteriosi” della storia, della tradizione, della leggenda. Vale la pena di consultare i due “Indici anali tici” per verificare se un particolare mistero non è stato già utilizzato.
In particolare sconsiglio caldamente a cimentarsi in vicende che coinvolgano:

Atlantide e Mu (a, b)
Dimensioni parallele (b)
Antiche sette che custodiscono misteriosi segreti (a, b)
Nazisti che si riorganizzano (a, b)
La ricerca del Graal (b)
Misteri di carattere esoterico (argomento “delicato” che coinvolge la filosofia di Martin Mystère e preferisco trattare di persona)
Storie con Orloff (Vedi punto 11) (c)
Storie che stravolgono in modo determinante la filosofia della serie (Diana abbandona Mystère, Orloff si pente, eccetera) (c).

Alcune di esse (a) sono già state molto sfruttate; altre (b) impongono una perfetta conoscenzadi tutti gli albi usciti, altre ancora (c) addirittura la conoscenza degli albi in preparazione.

Altro : Evitare caratterizzazioni stereotipate (t edeschi cretini che parlano con la K, russi zotici ecc.), anche per quanto riguarda la politica e la religione (vedi punto 15). Limitare le scene violente; evitare assolutamente lo “splatter”; per quanto ri guarda il sesso, vedi al punto 10. Nei dialoghi, evitare parolacce, volgarità, frasi dialettali.

23) Ispirazione. Va da sè che le storie devono essere originali, ma inutile nasconderci che tutti ci ispiriamo a qualcosa di già fatto (Film, TV, ecc.). Niente di male ispirarsi, ma evitare di copiare pedissequamente (e a volte copiare pedissequamente può significare elaborare anche una sola idea , se questa è particolarmente buona e originale). Mai copiare da fumetti, anche se magari scritti da se stessi per qualche altra rivista.
Evitare anche le cosiddette “citazioni”, che solo in pochi sono in grado di realizzare senza che esse diventino cosiddetti plagi.

24) Documentazione. Lo sceneggiatore dovrà provvedere a corredare il testo con la documentazione necessaria al disegnatore
NOTE TECNICHE SULLA SCENEGGIATURA

25) Le storie di Martin Mystère sono articolate in uno o due albi (94 o 188 tavole)

26) La gabbia delle tavole è di 6 vignette; le vignette “doppie” vanno usate solo in scene panoramiche che impongano un disegno grande (mai in primi piani); al massimo si possono usare due vignette doppie in una sola tavola.

27) Per comodità dei disegnatori e dei letteristi, stendere la sceneggiatura come segue:
Cambiare cartella a ogni cambio di tavola
Numerare dall’1 al 6 le vignette di ogni pagina (numerare “1/2” o “3/4” o “5/6” le vignette doppie).
Fare seguire la descrizione della scena, quindi le didascalie e i dialoghi;
Il nome di chi parla e la dicitura “DIDA” vanno scritte in maiuscolo; la battuta pronunciata in minuscolo.
Le parole che il letterista dovrà scrivere in neretto vanno in maiuscolo.
I rumori vanno indicati con la dicitura “EFFETTO”.

ESEMPIO

TAVOLA 12

1/2)
Firenze. Esterno casa Mystère in via dell’Anguillara.

DIDA: Firenze, Giugno 1993…
DALLA CASA: …Beh, non immaginavo proprio di vedervi qui, signori Jones…Anzi, direi che è stata proprio una sorpresa…

3)
Interno casa MM. Mystère è alle prese con i vicini bifolchi di Washington Mews. (Vedere albo N. 11) Sono seduti sul divano; lei tutta gasata, lui imbronciato.

VICINA: …Spero una BELLA sorpresa, Martin. Sapete, abbiamo partecipato a quella trasmissione culturale della TV…
VICINO: …Proprio culturale. “La famiglia Grufoloni”…

4)
Ora vediamo MM e Java che volgono gli occhi al cielo.

DA FC: CERTO, che era CULTURALE. E comunque alla domanda ho risposto io! Tu non sapevi neanche CHI fosse…

5)
Campo più lungo. Inquadrati Martin e la signora Jones.

LEI: …Ma invece io, che leggo i libri di MARTIN, l’ho saputo subito. La Divina Commedia l’ha scritta un certo DENTE…
MARTIN: Hmm…Quasi giusto…DANTE…

6)

LEI: …Beh, è lo stesso…La pronuncia è quasi uguale. Sta di fatto che abbiamo vinto una SETTIMANA A FIRENZE…

Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.


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