Eserciti della Borduria nel XX secolo

Eserciti della Borduria nel XX secolo, uno studio di Benoît de Courrèges – versione italiana in esclusiva – traduzione di Guido Vogliotti – le immagini a colori a corredo tratte dalle Avventure di Tintin pubblicate qui a commento dello studio scientifico, provengono dalla versione italiana edita da Rizzoli-Lizard nel 2011.
Claudy Lempereur si è occupato dell’impaginazione e delle illustrazioni del documento originale in francese. Le immagini a corredo tratte dalle Avventure di Tintin pubblicate qui a commento dello studio scientifico, comprese quelle che provengono dalla versione italiana pubblicata da Rizzoli-Lizard nel 2011, sono copyright Hergé/Tintinimaginatio.

La Borduria è un paese confinante della Syldavia con cui i rapporti sono stati spesso conflittuali. Viene citata nelle Avventure di Tintin in cui parla della Syldavia.


In esclusiva assoluta per afNews, con la supervisione del Console Onorario di Syldavia in Taurinia, si pubblica qui la traduzione in italiano di Guido Vogliotti** dal testo originale in francese dell’autore, Benoît de Courrèges.
Sono ovviamente consentiti rilanci standard legali tramite link (pregasi segnalarli all’indirizzo indicato poco sotto), meglio se con una breve presentazione di 2/3 righe, ma non sono consentite copie di alcun tipo (né testo né immagini), neppure non commerciali, senza autorizzazione formale dell’autore e dei titolari dei relativi diritti.
Questo studio non può essere diffuso o altrimenti utilizzato senza preventiva autorizzazione dell’autore.
(per info: syldavia@afnews.info)

En exclusivité absolue pour afNews, sous la supervision du consul honoraire de Syldavie en Taurinie, la traduction italienne de Guido Vogliotti** est publiée ici.  d’après le texte original français de l’auteur Benoît de Courrèges.
Les relances standard légales via des liens sont évidemment autorisées (merci de les signaler à l’adresse indiquée ci-dessous), de préférence avec une courte présentation de 2/3 lignes, mais ne sont pas autorisées les copies de toute nature (ni textes ni images), même non commerciales, sans autorisation formelle de l’auteur et des titulaires des droits y afférents.
Cette étude ne peut être diffusée ou autrement utilisée sans l’autorisation préalable de l’auteur.
(pour infos : syldavia@afnews.info)


Gli eserciti della Borduria nel XX secolo

Prima parte: sull’orlo del Secondo Conflitto mondiale

Sono due le avventure di Tintin che permettono un’analisi delle forze armate bordure in due momenti importanti della storia del XX secolo e della storia della Borduria: da un lato la vigilia della Seconda Guerra mondiale con il tentativo di Anschluß a danno della Syldavia (Lo scettro di Ottokar) e dall’altro la guerra fredda e il tentativo di dotarsi di un’arma di distruzione di massa (L’affare Girasole).

Confrontando questi due periodi, due albi separati da meno di 20 anni, è evidente che c’è una lacuna. Nel passaggio tra questi due momenti le forze armate bordure si sono trasformate. Da potenza militare affermata, anche temibile prima della Seconda Guerra mondiale, la Borduria è diventata l’ombra di sé stessa in meno di appena due decenni, il suo esercito di terra è solo più un’illusione.

Nel 1938, quando avevamo informazioni relative alle forze armate bordure, eravamo colpiti dalla loro potenza.

Sulla carta dello Stato Maggiore del gran quartier generale (versione bianco e nero 103-C-2), possiamo vedere la prima linea delle forze terrestri, il primo livello operativo, cioè tre divisioni (tutte queste indicazioni riprese sulla carta, spariranno nella versione a colori dell’albo):

  • A nord la seconda divisione di fanteria (DI) su un asse d’attacco ovest-est;
  • Al centro lungo l’asse stradale principale in direzione di Klow, la capitale syldava, con orientamento sud-ovest – nord-est, la divisione motorizzata X (non è visibile il numero);
  • A sud, lungo un asse sud-nord, la quarta divisione di fanteria (DI).

Queste divisioni costituiscono soltanto il primo scaglione. Le divisioni, a quell’epoca in cui le nazioni erano super armate, comprendevano circa 15.000 soldati ciascuna. Esse erano generalmente organizzate in brigate, a loro volta divise in reggimenti, e questi a loro volta in battaglioni.

Le divisioni di fanteria (DI), le più cospicue, erano scarsamente equipaggiate in termini di capacità di spostamento corazzato e di potenza di fuoco. Tuttavia disponevano di propri mezzi d’appoggio della manovra e della relativa logistica: cavalleria (blindati leggeri), artiglieria a rimorchio di camion, genio (contro-mobilità con creazione di ostacoli, in particolare con l’uso di mine, e aiuti alla mobilità, particolarmente con qualche capacità di superamento di tratti di terreno aridi o bagnati).

Le divisioni motorizzate (DM), antenate delle divisioni meccanizzate e blindate, erano invece meglio equipaggiate con mezzi blindati. Erano anzitutto costituite da unità di cavalleria equipaggiate di carri pesanti e, in misura minore, di fanteria comunque protetta. Come le divisioni di fanteria beneficiavano di mezzi d’appoggio, ma più potenti (cannoni automotori cingolati) e della relativa logistica. Potevano essere meno consistenti quanto a uomini (circa 10.000). La potenza di fuoco, la mobilità e la protezione da parte di blindati della divisione motorizzata spiegano il fatto che essa sia al centro del dispositivo di offensiva borduro, sull’asse dello sforzo di attacco, o di invasione.

Non abbiamo alcuna visibilità del secondo e del terzo scaglione, in quanto sono al di fuori della carta. È verosimile che fossero costituiti da altre due o tre divisioni, quindi un totale di oltre 70.000 soldati combattenti. Non è poco per un paese piccolo sia come superficie che come popolazione!

Non sarà sfuggito a nessuno che le armate della Borduria hanno una componente aerea di tutto riguardo. Quest’ultima non può da sola aspirare alla vittoria finale (un ufficiale generale francese diceva: “non ho mai visto un esercito arrendersi a degli aerei”), perché bisogna materializzarla con una presenza su punti strategici a terra. Tuttavia contribuisce in modo significativo con azioni:

  • di intelligence;
  • di appoggio alle manovre terrestri;
  • di distruzione o neutralizzazione di centri importanti nell’ambito strategico sia delle armate nemiche (posti di comando, elementi di supporto, secondo scaglione tattico, in particolare aeroporti militari), sia politico o economico, sia della coesione nazionale con attacchi di tipo Blitz o Dresda.

D’altra parte sappiamo che il fornitore o uno dei fornitori dei sistemi di armamento è la Germania. Lo conferma il tipo di aereo – Heinkel.
Nella versione a colori dello Scettro di Ottokar sarà sostituito dal Messerschmitt Bf-109, sempre di origine tedesca e considerato un caccia eccellente, quindi concepito anzitutto per il combattimento aria-aria e per l’appoggio o l’attacco a terra. Durante la guerra di Spagna la terribile efficacia di questi mezzi militari spaventava il futuro “mondo libero”.

In breve, a quel tempo la Borduria era una potenza temibile. Probabilmente i suoi mezzi e le sue dottrine provenivano esclusivamente, se non prevalentemente, dalla Germania. Faceva senza dubbio parte delle forze dell’Asse, fatto confermato dal nome del capo borduro: Müsstler.

Tuttavia la Borduria non ha osato superare la frontiera, temendo ben di più l’opinione internazionale che non le forze syldave, delle quali non si vede in effetti che l’artiglieria terra-aria, certo efficace con i suoi radar, cannoni antiaerei e fari di tracciamento, ma contro un solo aereo. Cosa sarebbe stata in grado di fare di fronte a un raid aereo sostenuto?

Poi, alla fine della seconda Guerra Mondiale, l’ordine del mondo è cambiato, si è sviluppato il bipolarismo. Il mondo si è spaccato in due, diviso dalla cortina di ferro. Questa cortina ha verosimilmente seguito, in questa parte del mondo, la frontiera syldavo-bordura, anche se non c’è stato il tempo di installare torrette di guardia, fili spinati, no man’s land minate.

Gli eserciti sconfitti sono stati smantellati, i Paesi sono passati sotto il controllo o il giogo dei vincitori. Poco per volta hanno potuto dotarsi nuovamente di forze armate, spesso con forniture del “grande fratello”, con materiali di vecchia generazione. Alcuni si sono dotati di un’industria militare propria per essere autonomi. Questo può essere stato il caso della Borduria, ma questa è un’altra storia che racconteremo nella seconda parte: “Gli eserciti borduri nel XX secolo – Vent’anni dopo“.


Seconda parte: Vent’anni dopo

Abbiamo analizzato in precedenza le forze armate bordure alla vigilia del conflitto mondiale del 1939-45. Si tratta ora di esaminare quelle di vent’anni dopo.

Se nel caso dell’affare dello scettro avevamo informazioni relative alle grandi unità, nell’Affare Girasole non troviamo che rari elementi, ma tuttavia sufficientemente dimostrativi, per trarre delle conclusioni. Partiamo anzitutto dalla constatazione che dei caccia borduri sono riusciti a costringere un piccolo aereo civile syldavo ad atterrare in Borduria. Sono state necessarie delle intimidazioni, ma niente ci dice che le munizioni sparate fossero vere, e d’altra parte neanche che non lo fossero. Ma sono le forze terrestri che rimangono le più interessanti.

Possiamo sempre discutere sull’ostacolo (58-D-1) costituito da filo spinato e grossi chiodi per bucare gomme, del tutto inefficaci su un mezzo blindato. Di fatto, sono pensati per fermare un veicolo a ruote, nel caso specifico quello che occupavano Tintin e i suoi amici qualche istante prima che sottraessero il carro armato ai tre militari.

Per contro, il cannone anticarro che implode e le mine anticarro inerti fanno sorgere delle domande. A ben vedere, lo stesso vale per il blindato.

Vediamo ognuno di questi casi.

A bordo di un carro armato su cui hanno avuto la fortuna di riuscire a salire, i nostri tre amici viaggiano verso la libertà. O almeno lo sperano!… Le forze bordure d’altro canto hanno avuto ordine di fermare i fuggitivi a qualunque costo. E per questo impiegano grandi mezzi, persino il cannone fa sentire la sua voce!

Il cannone anticarro da traino sparando un proiettile d’artiglieria fa cilecca. Gli operatori del sistema d’arma si lamentano (59-1-2) : « L’ho sempre detto che questo modello di cannone non era a punto ». Che sia la semplice espressione di una nostalgia per vecchie attrezzature più rozze (tedesche in questo caso), meno sofisticate, forse meno precise o meno performanti ma quasi altrettanto efficaci e soprattutto che si sono dimostrate valide? Questo leitmotiv è ben noto negli eserciti quando arrivano nuovi sistemi d’arma. Ma dobbiamo riconoscere che in effetti c’è un grosso problema.

Il motivo è spiegabile con diverse ipotesi. Può derivare da:

  • una mancanza di manutenzione dell’anima del cannone che ha provocato l’esplosione (molto) prematura dell’obice;
  • un errore degli addetti che non hanno rimosso la protezione della bocca del cannone;
  • l’utilizzo di una munizione non specifica per questo tipo d’arma, nonostante il calibro in teoria identico;
  • un sistema d’arma messo in servizio troppo presto quando i test tecnici non erano stati effettuati, o almeno non completati;
  • infine, un cannone finto, cioè fatto per spaventare, se necessario con munizioni da esercitazione, a salve, ma non con vere munizioni da guerra.



Le mine anticarro vengono schiacciate senza esplodere sotto la pressione dei cingoli del carro blindato. In effetti, si tratta di mine cosiddette a pressione, vale a dire che la loro attivazione avviene quando viene esercitata una forza sulla parte superiore. Tuttavia ci vuole un certo peso per farle scoppiare, altrimenti un animale potrebbe farle esplodere incidentalmente. Si può notare che la posa delle mine è perfettamente conforme al modo d’impiego, cioè che vengono piazzate su diverse linee e in quinconce al fine di rendere insuperabile la zone minata. In questo modo, qualunque veicolo passerà per forza su almeno una di esse. Le disposizioni sulla posa sono quindi state rispettate.

Le mine bordure sembrerebbero dei modelli analoghi, derivati o copiati dalle Tellermine 35 tedesche utilizzate nella seconda guerra mondiale (anche se il colorista degli studi ha colorato l’interno della maniglia di impugnatura, trasformandola così in una specie di orecchio pieno).

Anche qui si presentano diverse possibilità, senza che si possa scegliere quella giusta, nonostante le grida dei pompieri che hanno montato i tappi delle mine e che gridano al sabotaggio, accusa che io comunque contesto:

  • O le mine o il loro dispositivo di scoppio per pressione (detonatore) sono obsoleti e non funzionano più perché troppo vecchi;
  • O i soldati hanno dimenticato di armare il suddetto dispositivo di scoppio;
  • O si tratta di mine da addestramento che sono finite per sbaglio in una partita da guerra;
  • O si tratta di mine civetta, come i carri armati in compensato utilizzati in particolare dall’esercito tedesco nella Seconda Guerra mondiale. Un pilota normale si bloccherebbe davanti a una zona minata, anche se finta. Tintin si rivela ancora una volta essere di ben altra tempra … ma anche perché era troppo tardi per fermare il carro!

Il carro. A questo punto bisogna che ci occupiamo di questo veicolo. Perché in effetti non è proprio un carro, anche se incontestabilmente ne ha la forma. Perché questa affermazione? È abbastanza semplice. Guardando le viste dell’interno del veicolo blindato, si vedono i tre occupanti in uno spazio completamente aperto mentre, in un vero carro, si trova quel che viene definito un « cestello della torretta » da un lato, e il posto di pilotaggio dall’altro. È pur vero che questi due spazi ben distinti possono essere comunicanti, ma il pilota deve fare delle contorsioni per raggiungere il resto dell’equipaggio. Il cestello della torretta permette al comandante del carro e al caricatore-tiratore di ruotare insieme alla torretta. Soltanto qualche vecchio carro sovietico non aveva un vero cestello della torretta, ma un dispositivo che permetteva comunque agli addetti al cannone di seguire la direzione del cannone. Non è evidentemente così in questo caso. Quindi, niente cestello, niente rotazione della torretta. Niente rotazione della torretta, niente carro in senso proprio. La torretta è solidale con lo châssis.

Nella sezione trasversale di un carro americano Sherman (sempre della Seconda Guerra mondiale) si vedono chiaramente il posto di pilotaggio e il cestello della torretta con il caricatore-tiratore così come si sarebbe potuto vedere nel carro borduro.

Potrebbe quindi trattarsi di un intercettatore di carri, ma con la sagoma di un carro armato. Il suo cannone resta permanentemente in asse con lo châssis, pur con un leggero spazio di manovra possibile in verticale (altezza) e direzionale (destra-sinistra). Per riorientarsi il blindato dovrà muoversi per mettersi in asse di tiro.

Ma dal mio punto di vista questo è un carro civetta! Il carro è il maggior sistema d’arma delle forze terrestri. Un esercito degno di questo nome non può farne a meno. Si valuta un esercito di terra in base al numero di carri che possiede. D’altronde il carro blindato non era neanche« in versione da guerra », perché era solo dotato di thunderflashes, simulatori (falsi) di sparo proiettile. Non c’è la minima traccia di un solo obice da guerra, fortunatamente per i nostri amici!

In sostanza, e in base alla mia opinione certo contestabile, tutti i mezzi che abbiamo osservato sono solo simulacri. Tintin lo sapeva? Certamente no. Il lettore lo indovina? Neanche per idea. Questa mascherata è possibile solo se la Borduria sviluppa essa stessa i suoi mezzi militari convenzionali e se tiene un basso profilo sul piano internazionale.

Le difese anticarro. In effetti, il solo dispositivo credibile è quello che, costituito di ostacoli permanenti verosimilmente in cemento armato, protegge la frontiera da qualsiasi tentativo d’intrusione in prossimità immediata del posto di dogana. Sono visibili in quattro vignette, dietro alla casa sulla sinistra e dietro al posto di dogana sulla destra. Il blocco stradale realizzato con tre camion militari, un carro di fieno e un rimorchio sarebbe stato efficace se Tintin non avesse scelto di passare attraverso l’edificio della dogana. Invece i tre soldati muniti di fucili d’assalto hanno tuttalpiù a disposizione delle granate da fucile anti-veicoli, di 40 mm di diametro a carica cava. Sarebbero state inefficaci contro un blindato, per quanto sia solo un simulacro.

In conclusione, comprendiamo ormai perché la Borduria intendeva dotarsi di un’arma rivoluzionaria di distruzione di massa, al vile prezzo di un rapimento e di un avvelenamento di Girasole. I suoi mezzi terrestri servivano solo a sfilare sulla piazza Plekszy-Gladz di Szohôd, facendo credere al popolo e agli osservatori stranieri che si trattasse di un esercito sempre potente e temibile, come quello che esisteva vent’anni prima.


 

Benoît de Courrèges
Console di Syldavia in Ozenoisie
29 ottobre 2023

Illustrazioni e impaginazione dell’originale francese: Claudy Lempereur


Leggi le avventure di Tintin in italiano edite da Rizzoli Lizard. Le trovi anche in rete, comprese quelle citate: https://amzn.to/3vxeSym

Tintin albi

** Linguista, esperto di Tibet e della serie Blake e Mortimer.

www.facebook.com/guido.vogliotti

Gli articoli di Guido Vogliotti sul Volume 1 di afNews: https://www.afnews.info/wordpress/?s=Vogliotti e https://www.afnews.info/wordpress/category/contributors/vogliotti/
Gli articoli di Guido Vogliotti sul volume 2 di afNews: https://www.afnews.info/w22/?s=Vogliotti e https://www.afnews.info/w22/category/contributors/guido-vogliotti/


Menù del sito Consolare – Menù du site consulaire
è in cima alla pagina – c’est en haut de la page