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Dal 14 ottobre al WOW di Milano in mostra il fascino pop dell’apocalisse nucleare, tra fumetto, illustrazione e cartoons

Fin dal 1945, la bomba atomica ha fatto il suo ingresso anche nell’immaginario. Tantissime opere, dal fumetto al cinema, hanno raccontato cosa succederebbe in caso di un conflitto nucleare, hanno immaginato un futuro in cui l’energia atomica avrebbe potuto migliorare la vita di tutti o hanno rivelato i retroscena di alcuni episodi fondamentali della storia del secolo scorso.

La mostra racconta la bomba atomica attraverso il fumetto e l’immaginario, tra tavole originali, manifesti cinematografici, riviste e giornali d’epoca, video e oggettistica.

L’atomo è la particella di materia che non può essere ulteriormente divisa. Questa la definizione data fin dall’antichità e teorizzata su base scientifica nel XIX secolo, finché si è scoperto che anche l’atomo è a sua volta composto da particelle subatomiche (elettroni, protoni e neutroni). Alla fine del secolo Pierre e Marie Curie scoprono che gli atomi di alcuni elementi chimici possono trasformarsi spontaneamente; tra di essi c’è il radio, e il fenomeno prende così il nome di radioattività. Un atomo radioattivo emette infatti particelle alfa (se ha carica positiva) o beta (se ha carica negativa): è la dimostrazione che l’atomo, contraddicendo il suo nome, non è indivisibile ma contiene particelle più piccole con una propria carica elettrica.

L’energia nucleare (o atomica) viene liberata dall’unione (fusione) o dalla divisione (fissione) di nuclei atomici.

La scoperta della fissione nucleare avviene nel 1938, a seguito della teoria della relatività di Albert Einstein, che con la famosa formula E=MC² stabilisce l’equivalenza tra massa ed energia. In un reattore nucleare la fissione di un nucleo di un atomo pesante, per esempio di uranio, è in grado di liberare energia. Nella scissione si liberano neutroni, che rendono possibili altre fissioni, vengono emessi frammenti di fissione, radiazioni e calore, che una volta convertito in altre forme di energia può essere sfruttato dall’uomo.

L’incredibile potenza di questa forma di energia viene utilizzata per la prima volta nel corso della Seconda guerra mondiale per creare una bomba atomica, con il Progetto Manhattan, diretto da Robert Oppenheimer, lo scienziato al centro del film “Oppenheimer” diretto da Christopher Nolan.

Lo sganciamento di due bombe atomiche (una all’uranio e l’altra al plutonio) sulle città di Hiroshima e di Nagasaki cambia il mondo: con quella tragedia nasce la consapevolezza che esistono armi in grado di distruggere l’umanità.

L’energia nucleare e la bomba atomica non lasciano ovviamente indifferenti i mondi del fumetto e dell’immaginario, e non si contano le opere dedicate a queste tematiche, adottando approcci eterogenei che sono raccontati nella mostra al museo WOW Spazio Fumetto.

Il percorso espositivo è scandito da pannelli di approfondimento dedicati alle tappe storiche fondamentali dell’energia nucleare e della bomba atomica, seguite da approfondimenti attraverso tavole originali, pagine a fumetti, manifesti cinematografici, riviste, giornali e oggettistica.

L’atomo e l’energia nucleare sono al centro di due importanti storie a fumetti statunitensi degli anni Trenta: “Nel mondo degli atomi” con Brick Bradford, in cui l’eroe e i suoi amici vengono miniaturizzati compiendo un viaggio all’interno della struttura della materia, e “Il mistero dell’Uomo Nuvola”, un’avventura di Topolino del 1936-1937 in cui uno scienziato in grado di imbrigliare la potenza dell’atomo decide di distaccarsi dal resto dell’umanità, spaventato dagli utilizzi bellici della sua scoperta.

Il contributo italiano alle scoperte fondamentali della fisica nucleare non deve essere dimenticato: viene raccontato nel film “I ragazzi di via Panisperna” (1988), in mostra con il manifesto cinematografico, che prende il nome dalla via in cui si trovava l’Istituto di Fisica a Roma. Il loro lavoro era stato coordinato da Enrico Fermi e ne faceva parte anche il geniale Ettore Majorana, scienziato che scompare misteriosamente nel 1938, la cui vita viene raccontata nel volume a fumetti “Il segreto di Majorana” di Francesca Riccioni e Silvia Rocchi, in mostra con alcune tavole originali.

Il Progetto Manhattan è narrato con grande attenzione ai dettagli nel volume a fumetti “La bomba” di Didier Alcante, Laurent-Frédéric Bollée e Denis Rodier. Le conseguenze dello scoppio di Hiroshima dal punto di vista giapponese si trovano invece nel manga “Gen di Hiroshima” di Keiji Nakazawa. Le pagine di questi fumetti sono in mostra accanto a importanti testimonianze d’epoca, come il numero della rivista Time uscita dopo la resa del Giappone e i numeri di Oggi con servizi su Hiroshima e gli esperimenti di Bikini.

La tragedia di Hiroshima è lo spunto anche per una storia di Martin Mystère, “Le mille gru di Hiroshima” di Andrea Cavaletto e Fabio Piacentini, in mostra con una selezione di tavole digitali.

Nel lungo periodo della Guerra Fredda, in cui cresce la percezione che un nuovo conflitto tra le due superpotenze Stati Uniti e Unione Sovietica potrebbe annientare la razza umana, l’energia nucleare e la bomba atomica sono raccontate nei fumetti, sia ipotizzando cosa succederebbe in caso di una guerra atomica sia mostrandoci un atomo amico e umanizzato.

Da questo punto di vista sono emblematici due personaggi dai nomi molto vicini: Atomino Bip Bip, amico di Topolino creato da Romano Scarpa nel 1959, in mostra con illustrazioni, studi e una tavola della celebre storia “Topolino e il Bip Bip-15” (1960), e Atomino, creato nel 1963 da Marcello Argilli e Vinicio Berti per il settimanale a fumetti Il Pioniere.

Accanto a questi personaggi, che hanno l’atomo già nel nome, non vanno dimenticati molti popolari protagonisti che si trovano alle prese con armi nucleari, come il tarzanide Akim, la perfida Satanik e il simpatico forzutissimo Kolosso.

Uno spazio particolare è dedicato a due personaggi che prendono vita proprio da una bomba: Godzilla e l’Incredibile Hulk.

Godzilla, che nel 2024 festeggia 70 anni, è un enorme mostro preistorico risvegliato e potenziato dagli esperimenti nucleari, e sono in mostra alcune tavole realizzate dal disegnatore Alberto Ponticelli per la miniserie “Godzilla: Gangsters & Goliaths”.

Per l’Incredibile Hulk, uno scienziato che può trasformarsi in un enorme mostro verde dopo essere stato colpito da una “bomba gamma”, sono esposti i più bei poster e gadget d’epoca insieme a spettacolari tavole di grandi autori del personaggio, come Mark Bagley, Rick Leonardi, Alan Kupperberg.

In mostra troviamo anche una tavola di “Watchmen”, il capolavoro di Alan Moore e Dave Gibbons che vede nel suo cast Dottor Manhattan, un fisico nucleare che acquisisce immensi poteri dopo essersi ritrovato in un esperimento di fisica subatomica.

Lo scontro tra le superpotenze è rappresentato anche in un’illustrazione di Guido Buzzelli che vede fronteggiarsi l’aquila (Stati Uniti) e l’orso (URSS). Una breve storia di Renzo Maggi “L’anticreazione” è in mostra con tutte le tavole originali e adatta a fumetti un testo del teologo Jörg Zink sui possibili ultimi sette giorni dell’umanità.

Il tema dei rischi che comportano le armi atomiche e l’energia nucleare è al centro anche di due storie di Diabolik, presenti con le più significative tavole originali: “La luce del male” (1998), in cui il Re del terrore aiuta un vecchio amico colpito dalle radiazioni degli esperimenti atomici su un’isola tropicale, e “Incubo atomico” (2007), dove Diabolik sventa la minaccia di un gruppo di terroristi.

Invece Dylan Dog nel 2023 finisce in un piccolo villaggio in cui una centrale nucleare abbandonata è diventata una sorta di divinità: “La città senza nome” di Gabriella Contu e Giorgio Santucci è in mostra con una selezione di tavole originali.

Il fiorente filone post-atomico vede gli autori immaginare come sarebbe il mondo dopo la catastrofe. Tra le tante opere, merita uno spazio particolare il giapponese Ken il guerriero, serie manga e d’animazione molto amata, che nel 2023 festeggia quarant’anni di pubblicazioni. In mostra si trova una copertina di Roberto Ghiddi per il fumetto nell’edizione italiana della Granata Press e due disegni di Masami Suda, un artista che per la serie animata è stato character designer, ideando l’aspetto dei personaggi.

Non potevano mancare le tavole de “L’età della catastrofe”, una storia a fumetti dalla serie Lilith in cui Luca Enoch immagina un’Europa del XX secolo dove non sia avvenuta la Prima guerra mondiale, ma lo spettro della bomba atomica sia comunque presente.

Giornali e documenti d’epoca completano la visione storica dalla percezione collettiva della Bomba, così come è stata usata dalla propaganda, declinata anche nella musica e nelle altre arti, modificando il costume. Dalle gomme da masticare degli anni 1947-1949 (“La bomba americana”) ai premi di bellezza (per “La bionda atomica”), si vede il tentativo psicologico occidentale di limitare il senso di colpa per avere ucciso e insegnato a uccidere e, da parte della comunità scientifica, la responsabilità di consegnare a poteri militari e politici le sorti del mondo. Un percorso inedito originale, dove il fumetto ha parte importante ma non manca la letteratura (la fantascienza in particolare), la saggistica (storica e scientifica) e soprattutto il cinema (da “Il dottor Stranamore” di Kubrick ad “Atomic Café”, da “The day after” a “Quando soffia il vento”) che si collega – in modo non previsto – al film dell’anno (“Oppenheimer”).

Tra supereroi atomici e “dopobomba” comici e tragici, la Bomba è una costante narrativa declinata nel tempo in tutti i modi, e la satira ha avuto un ruolo prezioso quanto la documentazione scientifica seria. Accanto agli ipotetici effetti di una bomba atomica su Milano o altre città, la satira contrasta i sogni di militari e dittatori con il dito sul bottone rosso.

Dice il direttore del museo Luigi F. Bona: “Lo scopo della mostra è indurre a riflessioni sulla Bomba, che ritorna periodicamente di attualità come minaccia letale, sulla funzione della Scienza e sulla capacità seduttiva dell’orrore e della distruzione”.

Accanto a tanti altri fumetti, libri e riviste saranno esposti oggetti più o meno di uso comune in qualche modo legati alla radioattività, dalle lampadine agli starter, in collaborazione con il Museo della radioattività.

La mostra è arricchita dalle possibilità offerte dalla WOW WebApp, alla quale si accede liberamente con il proprio smartphone o tablet. Arricchisce la visita in diversi punti della mostra, e funziona soltanto dentro al museo. Un progetto avanzato elaborato insieme a Fabio Castagna (Global Media).

LA BOMBA

L’ERA ATOMICA

FINE DEL MONDO E FASCINO POP

14 ottobre 2023 – 28 gennaio 2024

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata
Viale Campania 12, Milano

Info: 02 49524744  – www.museowow.it – Ingresso 8 euro intero, 5 euro ridotto
Orari: da martedì a venerdì, ore 15-19; sabato e domenica, ore 14-19; chiuso il lunedì

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