afNews 28 Giugno 2023 11:21

Annecy 2023: la settimana dei ‘work in progress’ al Teatro Pierre Lamy

Dalla nostra corrispondente ad Annecy, Alice Buscaldi:

Anche quest’anno la Salle Pierre Lamy, il piccolo teatro nel cuore di Annecy ha ospitato il programma dei Work In Progress, i progetti in fase di più o meno avanzata lavorazione, attirando i professionisti di tutto il mondo che, confluendo numerosi al Festival, hanno incrementato ulteriormente le già consistenti code, comunque caratteristica tipica della settimana più ‘animata’ dell’anno da queste parti.

Un programma ricco e variegato, in tecnica e formato che con i suoi 17 wip (work in progress) ha saputo tenere testa agli altri programmi, anch’essi davvero interessanti.

Personalmente ho trovato che alcuni progetti presentati fossero davvero stimolanti, sia per la storia raccontata che per la direzione artistica scelta, creando un ottimo equilibrio tra contenuti e messa in scena.

Qui di seguito l’elenco di serie, mediometraggi e lungometraggi presentati durante la settimana in ordine cronologico:

Juliet and the King di Ashkan RAHGOZAR, è un lungometraggio iraniano che reinterpreta in chiave più comica e grottesca il classico shakespeariano Romeo e Giulietta. Realizzato in tecnica 2D, lo stile delle animazioni risulta abbastanza tradizionale con dei fondali molto colorati e curati che rimandano alle scenografie tipiche dello studio Ghibli, in contrapposizione a personaggi assai più stilizzati. Prodotto da HOORAKHSH STUDIOS, il film è il terzo lungometraggio del regista, la sua uscita è prevista per la fine del 2023.

TRAILER:

 

Ceci est mon cœur di Stéphane HUEBER-BLIES e Nicolas BLIES racconta una storia d’amore fuori dal comune, quella della riconciliazione di un bambino con il suo corpo. Si tratta del primo work in progress basato su una extended reality che combina le esperienze di realtà aumentata, realtà virtuale e realtà mista. Un mediometraggio dai cromatismi vivaci e dalla grafica accattivante che sono non vedo l’ora di sperimentare alla sua uscita.

Dans la forêt sombre et mystérieuse di Vincent PARONNAUD e Alexis DUCORD: il lungometraggio, basato sull’omonimo fumetto realizzato dallo tesso Paronnaud sotto lo pseudonimo di Winshluss, racconta l’avventura del giovane Angelo che sogna di diventare avventuriero e zoologo. Partito in viaggio con la sua famiglia per visitare l’amata nonna, i genitori lo dimenticano in un’area di servizio e ripartono senza di lui. Abbandonato, Angelo decide di prendere una scorciatoia attraverso la foresta per ritrovarli, si addentra in territorio oscuro e misterioso che scopre essere popolato da strane creature. Questo adattamento si propone di mantenere al centro i temi dell’ecologia e della biodiversità, come affermato dallo stesso Paronnaud: “L’ecologia mi sta a cuore, così come il diritto alla differenza. Tutti questi temi sono affrontati. Bisogna sempre essere arrabbiati”. Prodotto da JE SUIS BIEN CONTENT, GAO SHAN PICTURES, ZEILT PRODUCTIONS, AMOPIX, LE PACTE e FRANCE 3 CINÉMA, questo lungometraggio è previsto nelle sale francesi per la primavera 2024.

Ghost Cat Anzu di Yoko KUNO e Nobuhiro YAMASHITA, è un lungometraggio in animazione 2D basato sul manga omonimo di Takashi Imashiro, Bakeneko Anzu-chan. Prodotto dallo studio Shin-Ei Animation (lo stesso di Doreamon e Shin-Chan) e Miyu Production, la storia si sviluppa attorno a una ragazzina, Karin, che si ritrova abbandonata dal padre e lasciata in custodia al nonno, un monaco che vive in un tranquillo villaggio della campagna giapponese. Costretto dalle circostanze, suo nonno l’affida ad Anzu, un gatto yōkai birichino ma benevolo, con il quale all’inizio la giovane avrà degli attriti. Ricco di momenti esilaranti, il lungometraggio è stato girato interamente con attori veri prima di passare all’animazione rotoscopiata con i personaggi protagonisti. Questo perché, spiega la regista Yoko Kuno, gli animatori possono basarsi su movenze e ottime gag interpretate magistralmente dagli attori del teatro kabuki, che rendono l’animazione più vera e originale. Una maniera interessante, a mio avviso, di utilizzare la tecnica del rotoscopio, che cerca quindi di catturare i movimenti nella loro naturalezza e il carisma degli attori per poi raffinarli e instillarli nei personaggi della storia animata. L’uscita del film nelle sale è prevista per il 2024.

Spellbound di Vicky JENSON è un lungometraggio 3D prodotto da Apple Original Films e Skydance Animation, che segue le avventure di Ellian, una principessa che deve impegnarsi in una ricerca audace per salvare la sua famiglia e il suo regno dopo che un misterioso incantesimo ha trasformato i suoi genitori, il re e la regina di Lumbria, in mostri. Se come me siete un po’ nostalgici del mondo fantastico di How to train your dragon, questo film sembra scegliere una direzione artistica che strizza l’occhiolino alla mitica trilogia Dreamworks con creature magiche molto colorate e dall’aria cordiale. Questo è il terzo lungometraggio d’animazione della regista in due decenni, dopo Shark Tale (2004) e Shrek (2001, vincitore dell’Oscar come miglior lungometraggio animato), ha scelto il formato del musical per il suo ritorno su grande schermo, facendosi accompagnare dalle musiche di Alan Menken, compositore Disney noto per La Sirenetta, La Bella e la Bestia e Aladdin, con i testi di Glenn Slater (La Sirenetta, Rapunzel). La diffusione è prevista per il 2024 sulla piattaforma Apple TV +.

Flow di Gints ZILBALODIS, regista già premiato ad Annecy nella sezione Contrechamp con il suo lungometraggio Away nel 2019, è la storia di un gatto ostinatamente indipendente costretto a condividere una barca con un gruppo di altri animali a seguito di una terribile alluvione che ha devastato il mondo. Andare d’accordo con i compagni di sventura si rivelerà una sfida ancora più grande che sopravvivere all’alluvione stessa. Il lungometraggio, realizzato in 3D, adotta una grafica da videogioco (mi ha ricordato Stray, sviluppato da BlueTwelve Studio) con animazioni ‘giuste’ e dal design essenziale, facendo un uso accattivante della camera che, approfittando dello spazio virtuale, da vita a una messa in scena sofisticata e dinamica. L’uscita del film è prevista per il 2024.

IL TRAILER:

 

Eugène, le mystère Falleni di Anaïs CAURA è un lungometraggio noir che mescola delle animazioni 2D rotoscopiche a scenografie in 3D per raccontare la storia di Eugène, un operaio di 45 anni nella Sydney degli anni ‘20 del XX secolo. L’uomo, sposato con una governante di nome Lizzie, si ritrova nei guai quando il figlio di lei, Harry, tornato da un lungo viaggio in mare scopre che la madre è morta in un rogo tre anni prima. Harry sospetta del suo patrigno e ingaggia il commissario Robson per dargli la caccia costringendo Eugène alla fuga nonostante dichiari che la morte della moglie sia stata accidentale. La fuga di Eugène porta il commissario a domandarsi il perché di questa scelta nonostante il sospetto insistesse a proclamare la propria d’innocenza: la verità è che da un punto di vista biologico Eugène è una donna, e nel 1920 essere transgender è considerato ancora un crimine. Il film, ispirato liberamente alla vera storia di Eugenia Falleni, aveva già vinto nel 2017 il premio della giuria per le serie tv al MIFA (il mercato internazionale del film d’animazione di Annecy), ma le necessità narrative hanno spinto la regista ad adattare il progetto originale, concepito come serie, in un lungometraggio che meglio si presta a questo tipo di thriller. L’influenza del cinema di Alfred Hitchcock è evidente e dichiarata dalla regista stessa, che spiega come il cinema del ‘maestro della suspence’ l’abbia aiutata a risolvere dei garbugli narrativi altrimenti difficili da aggirare: ad esempio, i corvi che volano intorno ai protagonisti per creare la tensione oppure utilizzati come espediente registico per fare salti temporali.

In termini visivi, Anaïs Caura ha spiegato come ha voluto differenziare la realtà di Eugène, trattata con pochi colori principalmente in bianco e nero tramite la tecnica del rotoscopio, dai suoi ricordi, incubi e viaggi introspettivi creati in animazione 2D tradizionale con un tratto più libero per permettere giochi e deformazioni visive che traducono il lato torturato del personaggio. La grafica essenziale e i fondali effimeri rendono questo film d’animazione un thriller dall’estetica poetica, che personalmente non vedo l’ora di vedere su grande schermo: uscita prevista per l’anno prossimo.

Batman Azteca: choque de imperios di Juan MEZA-LEON è un lungometraggio in animazione 2D prodotto e distribuito da HBO Max che ambienta la storia del famoso Cavaliere Oscuro durante l’Impero Azteco reinterpretandolo attraverso la cultura mesoamericana. La storia non si discosta, almeno nella premessa, da quella originale di Bruce Wayne: un giovane azteco di nome Yohualli Coatl conosce la tragedia di vedere suo padre Toltecatzin, il capo del villaggio, assassinato dai conquistadores spagnoli. Rifugiatosi nel tempio di Tzinacan, il dio pipistrello, Yohualli si allena con il suo mentore e assistente, Acatzin, sviluppando l’equipaggiamento e le armi per affrontare l’invasione spagnola, proteggere il tempio di Moctezuma e vendicare la morte del padre.

I visual sono straordinari, l’influenza dei fumetti DC classici è evidente ma la reinterpretazione in chiave mesoamericana dà quel tocco in più che forse mancava al Cavaliere della Notte per rendergli davvero giustizia. Ad accompagnare gli artisti nella loro avventura creativa, il Direttore artistico del progetto, Diego OLASCOAGA, ha coinvolto il professor Alejandro Díaz Barriga, consulente specializzato in studi del Mesoamerica e Storia Etnica del Messico e della Regione delle Ande, il quale lavorerà con il team creativo per assicurare una rappresentazione originale ed appropriata delle popolazioni indigene. Una data di uscita non è ancora stata confermata, e probabilmente passerà molto tempo prima che il film sia distribuito nelle sale o su piattaforme alternative; quel che è certo è che questo film costituirà una straordinaria sorpresa, almeno per colore che, come me, sono fan del Cavaliere Oscuro.

Sultana’s Dream di Isabel HERGUERA narra la storia di Inés, un’artista spagnola che vive in India. A seguito della rottura col suo amante, Inés s’imbatte in un racconto di fantascienza, “Sultana’s dream”, scritto da Rokeya Hossain nel 1905. Il libro parla di un’utopica terra chiamata Ladyland in cui le donne governano mentre gli uomini vivono separati e sono responsabili delle faccende domestiche. Affascinata da questa storia, Inés intraprende un viaggio attraverso il paese alla ricerca di questo luogo ‘mitico’ dove le donne possano vivere in pace.
Il lungometraggio mescola animazione in cut-out alla tecnica su carta, in quanto la regista ha voluto che i disegni dei personaggi e dei fondali venissero realizzati parzialmente da alcune donne indiane in Mehdi, i tipici motivi decorativi fatti con henné su mani e piedi e riservati alle occasioni speciali.

Un film femminista, dunque, e ‘fatto’ dalle donne, ma destinato a chiunque voglia immaginare e credere in un mondo alternativo (che oggi, forse, chiameremmo “Metaverso”!), per riflettere su una realtà fatta ancora di discriminazione e disuguaglianze, oltre che per rendere onore ad una scrittrice che agli inizi del XX secolo trovò il coraggio di lottare da sola per i diritti delle donne del suo Paese. Il film dovrebbe essere pronto per la fine dell’anno, nel frattempo potete dare un’occhiata al trailer realizzato appositamente per questo wip:

 

 

Empereur di Marion BURGER e Ilan COHEN è il secondo work in progress in Extended Reality al quale ho avuto modo di assistere, e che ci invita a viaggiare all’interno di un cervello umano: nella fattispecie, quello di un padre diventato afasico. Grazie ad un rendering monocromatico e ispirato all’animazione tradizionale, questa storia intima è raccontata come un viaggio surrealistico, che propone di esplorare l’afasia come fosse un paese lontano. Personalmente, a seguito della visione di alcuni concept ed un piccolo trailer, questo progetto mi ha fatto ricordato il cortometraggio Destino, scritto da uno degli esponenti più noti della corrente surrealista Salvador Dalì, e da Walt Disney. L’accuratezza delle animazioni e la solidità degli elementi in scena creano una realtà onirica che magistralmente ci immerge nel mondo che i registi ci vogliono raccontare, riuscendo, grazie alla tecnologia XR, a immergerci nella realtà di un cervello affetto da una malattia degenerativa.

Sunset Motel di Gilles JOBIN e Thomas OTT è un progetto realizzato interamente in Realtà Aumentata dove, con l’aiuto di un visore, siamo chiamati a ‘interepretare’ il ruolo di un discreto osservatore che si ritrova bloccato all’interno di un motel assieme ad altri viaggiatori di passaggio. Basato sull’universo grafico dell’illustratore svizzero Thomas Ott, questa fiction animata è portata alla vita dal coreografo Gilles Jobin, già noto per “La Comédie virtuelle”, ossia la ‘modellazione’ del teatro de La Comèdie di Ginevra che ha permesso l’accesso del mondo teatrale classico alla realtà aumentata. La volontà dei due artisti – registi è quella di creare un’esperienza immersiva alla quale tutti possiamo partecipare equamente: – “Come per la Comédie virtuelle, Sunset Motel vuole essere un’esperienza dove chiunque è benvenuto e non un luogo esclusivo” – ha spiegato Gilles Jobin ricordando come la realtà virtuale permetta di fare ciò che non sarebbe possibile fare nella vita reale.
Prodotto da CIE GILLES JOBIN, FLORÉAL FILMS e NADASDY FILM SARL, Sunset Motel sarà fruibile dalla fine del 2023.

Frankelda and the Prince of Spooks dei fratelli Rodolfo e Arturo AMBRIZ è un lungometraggio in tecnica stop-motion che racconta la storia di Frankelda, una giovane scrittrice messicana del XIX secolo che, dopo essersi tolta la vita, viaggia come fantasma nel regno dove vivono i personaggi e mostri delle sue storie dell’orrore. Guidata dal principe Herneval all’interno del Regno degli Spaventapasseri, la defunta scrittrice dovrà ristabilire l’equilibrio tra il mondo dell’immaginario e quello reale. Prodotto da CINEMA FANTASMA, TURNER BROADCASTING e CARTOON NETWORK LATIN AMERICA, si tratta del primo lungometraggio in stop motion interamente realizzato in Messico, dove ogni elemento che vediamo in scena è magistralmente realizzato a mano grazie a un’equipe di circa 150 persone. Il design dei personaggi è accattivante, e i puppet sono visivamente molto belli, ma l’animazione è la vera sfida di questo film, in cui principi alati e mostri pelosi sono all’ordine del giorno, ma le difficoltà non sembrano spaventare i registi, i quali insistono nel ricordare che l’artigianato ‘manuale’ è quello che rende ancora più unico e originale questo film. Il film sarà distribuito da HBO Max nell’autunno 2023, nell’attesa possiamo vedere un piccolo dietro le quinte del progetto:

 

 Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix: prodotta dallo studio francese Bobbypills e diretta da Mehdi LEFFAD, questa serie animata 2D che mescola i personaggi dell’universo Ubisoft ad uno stile anime degli anni ‘80/’90. La sola premessa mi aveva già intrigata, ma dopo aver visto il teaser assemblato dallo studio in occasione di questo WIP, la bambina che è in me, cresciuta a Rayman e pixel, si è innamorato definitivamente. La scelta di creare un nuovo universo dove i personaggi dei videogiochi si potessero ritrovare è stata un’idea della stessa Ubisoft, il cui dipartimento parigino, la Ubisoft Film & Television Paris, ha riconosciuto il potenziale del medium dopo che già negli ultimi anni la casa di produzione di videogiochi aveva riscontrato una grossa crescita nelle vendite (dovuto inevitabilmente anche ai due anni di confinamento causati dal Covid).

La serie è ambientata nel 1992 negli Stati Uniti, rinominati Eden, dove comanda una tecnocrazia governata dalla propaganda e dalla corruzione. Il super soldato Dolph Laserhawk è appena stato tradito dall’amore della sua vita, Alex Taylor. Il giovane soldato, disperato e dal cuore spezzato, finisce nella prigione di massima sicurezza di Eden. Sotto il giogo di una misteriosa donna chiamata “Il Direttore”, Dolph si ritrova a dover guidare una squadra di emarginati in rischiose missioni sotto copertura per sopravvivere.
Il richiamo ai fumetti e ai film di supereroi anni ‘80 è evidente, ma quel che ho apprezzato di più, oltre ai personaggi più noti di casa Ubisoft reinterpretati per l’occasione, è il lato queer della serie che dopo Steven Universe, Avatar Korra e She-Ra, ammetto di non aver più avuto modo di apprezzare in altre serie tv animate. La serie sarà diffusa su Netflix nell’autunno di quest’anno; nell’attesa, possiamo vedere il trailer:

 

Amélie ou la Métaphysique des tubes di Maïlys VALLADE e Liane-Cho HAN: si tratta dell’adattamento come lungometraggio 2D del racconto autobiografico di Amélie Nothomb “Metafisica dei tubi”.
Prodotto da MAYBE MOVIES, IKKI FILMS, 2 Minutes e FRANCE 3 CINÉMA , il film ci immerge nell’infanzia della protagonista Amélie, che per i primi due anni di vita vienesoprannominata dai genitori “la Pianta”, in quanto inerte e vegetativa. Il momento cruciale che la proietta nell’infanzia giunge al compimento del terzo anno d’età, quando nell’arco di pochi mesi inizierà a scoprire il mondo che la circonda. Se già il racconto originale della scrittrice emanava evocava delle suggestioni visive surrealiste, l’adattamento in animazione riesce a rendere il racconto della Nothomb ancora più esilarante. Lo stile grafico del film è quello che abbiamo già visto in Calamity e Sasha e il grande Nord, entrambi prodotti da Maybe Movies, in cui a farla da padroni sono una palette variegatissima e un desing dei personaggi sintetico quanto accattivante.

L’uscita del film è prevista per la primavera 2024, qui di seguito possiamo vedere il pilota realizzato dal team d’animazione di Maybe Movies:

Heart of Darkness di Rogerio NUNES è un lungometraggio 2D rivolto ad un pubblico adulto, ispirato al celeberrimo racconto “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad – all’origine anche del film cult di Coppola, “Apocalypse Now” –  ma che qui, invece dell’Africa nera, ci proietta in una Rio de Janeiro futuristica. Il protagonista è l’ufficiale di polizia Marlow, al quale viene assegnata la missione di ritrovare il capitano Kurtz, un illustre poliziotto sparito in circostanze misteriose. Per compiere la sua missione, Marlow dovrà imbarcarsi per intraprendere un viaggio pericoloso attraverso la periferia di Rio de Janeiro.
Lo stile grafico si rifà ai colossal dell’animazione tradizionale americana, con un’attenzione particolare alla cultura brasiliana, che qui è la vera protagonista.

Il film è in fase di produzione e dovrebbe uscire nelle sale verso la fine dell’anno.

La jeune fille qui pleurait des perles di Chris LAVIS e Maciek  ZCZERBOWSKI è il nuovo cortometraggio in stop-motion del duo già noto per il film Madame Tutli-Putli, vincitore del premio  Grand Prix Canal+ come miglior cortometraggio nel 2007 a Cannes, e nomination agli Oscar nel 2008. Il film è una favola per tutti che racconta di una ragazza sopraffatta dal dolore, di un giovane che la ama, e di come l’avidità possa portare anche il più puro dei cuori a commettere azioni odiose e vigliacche. Il cortometraggio mescola animazione in stop motion, con burattini meticolosamente realizzati, a l’animazione in tecnica 3D e live-action, per ottenere una profondità d’emozione ed un’espressività che sarebbe altrimenti limitata al solo utilizzo delle marionette. Il cortometraggio è prodotto dalla NATIONAL FILM BOARD OF CANADA (NFB), ed è la prima volta che un progetto prodotto da NFB partecipa al programma WIP di Annecy.

SLOCUM di J.-F. Laguionie – del nuovo lungometraggio del grande cineasta francese si parlerà all’interno dell’intervista che abbiamo ottenuto dall’Autore, di prossima pubblicazione.

Tutti questi progetti inseriti nell’edizione ‘messicana’ del Festival di Annecy, hanno saputo esprimere in vari modi la varietà di artisti, stili e idee che l’Animazione contemporanea è capace di esprimere, a riprova – si spera definitiva – che non si tratta, davvero, di “un gioco da bambini”.

Questo articolo è stato inserito da:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri di più da afNews

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading