afNews 11 Aprile 2023 10:13

TFF 2023: a Trento un gustoso “ambaradan” di mostre, da Mattotti alle cartoline etiopi di Paolo Ronc

Edizione dopo edizione, sono moltissime le mostre organizzate, ospitate o promosse dal Trento Film Festival, che arricchiscono la programmazione della rassegna attraverso l’approfondimento di tematiche attuali e la scoperta di svariati luoghi del capoluogo trentino. Quest’anno  i  percorsi  espositivi  saranno  ben  16:  di  questi,  6  sono  gia!   stati  inaugurati,  4 anticiperanno di qualche giorno la kermesse e i rimanenti 5 apriranno invece al pubblico proprio durante la rassegna.

Arte e disegni protagonisti nella personale di Lorenzo Mattotti, noto illustratore italiano residente a Parigi e firma del manifesto di questa 71ª edizione del Festival. Lorenzo Mattotti: Patagonia documenta, attraverso una selezione di serigrafie e chine, un viaggio in Patagonia intrapreso dall’illustratore stesso. Le opere provengono da un taccuino nel quale l’artista ha immortalato gli immensi paesaggi della Terra del fuoco, che tanto hanno suggestionato viaggiatori provenienti da ogni angolo del globo. L’inaugurazione di sabato 29 aprile a Torre Mirana sara!  seguita domenica 2 maggio da una visita guidata in compagnia proprio di Mattotti.

Di ghiacci che si sciolgono ci parla Artico. Lo splendore di un mondo in pericolo, mostra nella quale Lorenzo Fracchetti, artista nato nel 1946 ad Avio, in Trentino, fissa su tela paesaggi, animali,  donne  e  uomini  che  popolano  il  nord  del  Canada,  Paese  nel  quale  e!  emigrato  oltre cinquant’anni fa. La sua arte e!  un invito a conoscere e salvaguardare “il frigorifero del pianeta”, minacciato dal cambiamento climatico.

La mostra verra!  inaugurata martedì! 26 aprile alle 18 a Palazzo Trentini, insieme a Terre al bivio, che raccoglie una serie di opere liberamente ispirate ad alcuni documentari proiettati nelle scorse edizioni del Trento Film Festival. In questo caso, l’artista, Serena Battisti, ci accompagna in un viaggio che pone al centro le sfide sociali ed economiche dei popoli delle Terre Alte e il loro rapporto con un ambiente in profondo mutamento. Un’esperienza immersiva che si propone come invito ad interrogarci sulle problematiche ecologiche e culturali del nostro tempo.

A Palazzo Roccabruna è prevista invece Adolf Kunst, una mostra di Museomontagna a cura di Daniela Berta e Veronica Lisino, che raccoglie opere incisorie, pittoriche e di design corredate da materiale documentario riguardante il celebre artista tedesco di cui l’esposizione porta il nome: fotografie, rassegne stampa, alcune pubblicazioni, disegni e manufatti.

Scorci fotografici dal continente africano saranno protagonisti di Cartoline dall’Etiopia, mostra  che  verra!   inaugurata  il  28  aprile  e  che  raccoglie,  negli  spazi  espositivi  di  Palazzo Benvenuti, gli appunti di viaggio scritti con gli occhi e l’obiettivo di Paolo Ronc. Dal verde degli altopiani alla depressione desertica degli Afar, dalle isole remote del lago Tana alle chiese rupestri della Lalibela, per giungere alla grande citta! , Addis Abeba: quello di Ronc e!  un racconto in bianco e nero che descrive l’anima di una terra piena di contraddizioni, nell’immensa bellezza dei suoi luoghi.

A portarci virtualmente in Africa, restando pero!  sempre nella cornice di Palazzo Benvenuti,  sara!  anche  la  mostra  Una  galleria  di  successi.  Il  lavoro  italiano  in  Etiopia  dal 1941 al 1973, a cura di Carmelo Giordano, Antonella Loliva, Olga Montuori e Giampiero Angelini, che verrà  inaugurata anch’essa il 28 aprile.

L’installazione artistica a cura di OHT – Office for a Human Theatre Sulla punta della lingua, in Piazza Fiera,  esplorerà, partendo proprio da un  termine  ormai acquisito dalla lingua italiana, “ambaradan”, in realtà derivato dall’etiope, quella forma quasi invisibile di razzismo legata all’utilizzo di parole dall’etimo incerta ed ibrida, che nascondono origini mostruose dai rimandi dolorosi.

Al mondo dell’alpinismo guarda invece The climbers, una raccolta di sessanta ritratti in bianco e nero, realizzati da Jim Herrington e ospitati in piazza Cesare Battisti, con protagonisti le leggende  dell’alpinismo  della  prima  metà del  XX  secolo:  un’attività  che  allora era per lo più sconosciuta al grande pubblico, portata avanti con attrezzature primitive, oltre che notevole ingegno, talento e forza d’animo. Tre ingredienti in grado di apparecchiare la conquista di vette e pareti mai scalate prima, in tutti gli angoli del mondo.

Allo  Spazio  Archeologico  del  SASS,  in  Piazza  Cesare  Battisti,  verrà inaugurata  venerdì  28 aprile  –  e  rimarrà  aperta  fino  al  28  maggio  –  la  mostra  Viaggiatori  nel  tempo.  Il  tempo  nel viaggio, a cura di Eva Lavinia Maffei, con disegni e fotografie di Alessandro Franceschini e Rosario Sala. Una diade artistica che nasce dal confronto fra due mezzi: acquerelli e fotocamera, ma anche motocicletta e treno. Un percorso di riflessione sul dilatarsi e ridursi del tempo nell’ottica del viaggiatore che, nonostante l’avvento del digitale, continua a soffermarsi in atti di contemplazione, per catturare il valore estetico ed emotivo di una visione.

Le vette a noi più vicine andranno infine a caratterizzare le rimanenti   esposizioni   in programma.

Alps, alle Gallerie di Piedicastello, focalizza l’attenzione sul mondo alpino e sul rapporto uomo/natura, in un percorso espositivo che indaga non soltanto la storia delle comunita!  e  delle  popolazioni  delle  Alpi  ma  anche  la  cinematografia  alpina  ed  alpinistica,  in relazione alla crisi climatica e agli obiettivi dell’Agenda 2030.

Alla Casa della SAT, in via Manci, spazio per la mostra 1872: l’alba della SAT, che ripercorre i 150 anni del sodalizio, gia!  presentata a Madonna di Campiglio e ad Arco nel corso del 2022.

La stessa  SAT  patrocinerà inoltre Echi.  La  montagna  tra  fotografia  e  pittura,  un  percorso espositivo organizzato al palazzo della Regione con l’intento di far dialogare le opere novecentesche della collezione d’arte regionale e quelle più contemporanee dell’artista Marcello Nebl e del fotografo Massimiliano Corradini. Uno sguardo sulla montagna sotto molteplici punti di vista – come rappresentazione vitale dell’anima e come “Grande Madre” che ci accompagna all’interno dell’ineludibile ciclo naturale – in un’alternanza di scultura, pittura e fotografia.

Negli stessi spazi rimarra!  esposto per tutta la durata del Festival l’omaggio dell’artista Marino Carletti ad Agitu Ideo Gudeta, pastora etiope uccisa nel 2020: una scultura in legno di cirmolo che raffigura proprio l’allevatrice prematuramente scomparsa, diventata presto simbolo di emancipazione ed inclusione, fra le montagne che aveva scelto di chiamare casa.

Un vero e proprio viaggio nel tempo è anche quello proposto da un’altra mostra: La memoria del ghiaccio. Archeologia della Grande Guerra a Punta Linke, allestita sempre negli spazi del SASS dallo scorso novembre. Si tratta di un’esposizione che ripercorre, attraverso immagini corredate da brevi testi, le diverse fasi delle ricerche effettuate da una  eEquipe multidisciplinare di archeologi, geologi, guide alpine, restauratori e personale volontario a Punta Linke (3.629 m) nel gruppo dell’Ortles-Cevedale, sul fronte della Prima guerra mondiale. Il ritiro dei ghiacciai, a seguito dei cambiamenti climatici, ha fatto riaffiorare, dopo cento anni, la stazione di una teleferica  costruita  dagli  austro-ungarici.  In  occasione  della  mostra,  che  raccontera!   proprio questo restauro, la sala conferenze del SASS verrà inoltre intitolata alla figura di Gianni Ciurletti, soprintendente per i Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento fino al 2008.

Saranno   invece   due   le   mostre   visitabili   al   MUSE   di   Trento.

Nella   mente   del   lupo è un’esposizione, realizzata nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU, con suggestioni visive e sonore che aiutano il visitatore ad entrare nella mente di un giovane lupo in dispersione e vivere la sua giornata fatta di incontri e scontri, nuove scoperte e prove, all’insegna di una complessa e nuova coesistenza fra uomini e lupi nelle Alpi.

Wild City. Storie di natura urbana indaga invece l’ecosistema urbano, una vera e propria “tana collettiva”, fonte di minacce ed ostacoli ma anche di interessanti opportunita! : un autentico driver dell’evoluzione, proprio come sanno esserlo gli ambienti naturali.

Protagonisti della mostra Montagne golose saranno i 12 scatti vincitori del contest Instagram indetto la scorsa estate da Ritter Sport e Rifugi Lombardia: istantanee che raccontano l’emozione di vivere la montagna attraverso diversi temi, dai tramonti ai laghi alpini, dal trekking ai sapori.

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