afNews 16 Febbraio 2024 10:00

TFF 2024 alla scoperta dell’Irishness, tra cinema, musica e letteratura: il nuovo manifesto è dell’illustratrice Clorophilla

Dopo tre anni segnati dalle opere di altrettanti autori che rappresentano la storia dell’illustrazione italiana – Gianluigi Toccafondo, Milo Manara e Lorenzo Mattotti – il Trento Film Festival cambia radicalmente la prospettiva, fedele alla sua ormai storica tradizione di … innovazione.  C’e infatti la firma  della giovane autrice Ludovica  Basso, in arte Clorophilla, sul manifesto della 72ª edizione, in calendario a Trento dal 26 aprile al 5 maggio 2024. Ligure, classe ‘86, Clorophilla è un’artista versatile che trova le sue ispirazioni viaggiando e stando a contatto con la natura, facendo lunghe passeggiate, osservando con attenzione i dettagli di ciò che la circonda. Lavora come illustratrice freelance e collabora con importanti brand ed aziende italiane ed internazionali, spaziando dal mondo del design, a quello della moda e del turismo. Il suo è un mondo immaginario popolato da donne mitologiche, animali magici, dee, sirene, stelle cadenti dove realtà e fantasia si incontrano.

«Attraverso questo disegno ho cercato di trasmettere le sensazioni che la montagna stimola in me: pace, calma e serenità. Luogo con un equilibrio delicato, che va contemplato e rispettato. Per questo motivo ho scelto un’immagine che si pone come un invito alla contemplazione della natura, alla meditazione ed al silenzio interiore. La Montagna intesa come Donna, come forza creatrice dalla quale tutto nasce ed alla quale tutto è connesso, entità viva che ci accoglie e ci protegge» racconta Ludovica, entrando nel merito della genesi creativa del manifesto realizzato per il Festival.

«Il Trento Film Festival non ha un tema specifico che caratterizza ogni edizione, ma in esso trovano spazio tutte le tematiche che la montagna ispira o suggerisce. O meglio,  tutto ciò che le donne e gli uomini vedono o proiettano sulle montagne del mondo» ricorda Mauro Leveghi, presidente del Trento Film Festival.  «Il Festival è invece caratterizzato ogni anno da un’illustrazione che rappresenta un “manifesto” nel senso più pieno del termine, ideale e programmatico. Ogni anno diverso, ogni anno capace di raccontare una delle tante narrazioni del Festival. Il manifesto di questa edizione vuole essere un omaggio alla montagna come madre: possiamo quasi leggere un riferimento alla “sorella nostra madre terra” del Cantico delle creature scritto da San Francesco d’Assisi, del quale nel 2025 saranno celebrati gli 800 anni. Una sorella che ci alimenta e ci sostiene, e che per questo va curata e rispettata. E’ la lezione secolare dell’agricoltura di montagna, talmente incardinata nell’ambiente alpino da diventare quasi un tutt’uno con esso, plasmandone la forma ma adeguandosi ai suoi inevitabili limiti».

«Con i manifesti delle tre precedenti edizioni abbiamo simbolicamente chiuso un ciclo dei grandissimi nomi che hanno fatto la storia dell’illustrazione italiana. Con il manifesto firmato da Clorophilla, il Festival da’ spazio ai talenti emergenti, che in questi anni si sono conquistati uno spazio di rilievo anche grazie ai nuovi strumenti della comunicazione digitale» racconta la direttrice del Festival, Luana Bisesti. «Questo ruolo di collante tra generazioni, forme artistiche, linguaggi e registri comunicativi è uno degli  aspetti del Trento Film Festival che ha caratterizzato la sua crescita: quest’anno lo facciamo con uno sguardo femminile, ad arricchire quella pluralità di visioni che è la cifra di una rassegna che da settantadue anni non rinuncia a rinnovarsi».

Svelate infine le date dell’edizione di Bolzano, confermata nella sua collocazione primaverile dal 3 all’8 giugno grazie alla collaborazione con la Provincia e il Comune di Bolzano.

“Destinazione…” è la sezione del Trento Film Festival che dal 2011 propone eventi e proiezioni dedicati alla cinematografia e allo specifico culturale di altri Paesi e aree geografiche. Quest’anno, la ricerca e la proposta dei film sarà connotata in chiave, se possibile, ancora più contemporanea. Spazio dunque a novità e produzioni inedite, nellè quali spicca un legame privilègiato con il presènte, pèr guardare al passato e al futuro in modalità nuove ed originali. Il tutto muovendosi fra i confini di un’area geografica decisamèntè vicina a noi, ma non semprè così conosciuta: l’Irlanda.

«Due le principali motivazioni dèlla scelta» spiega Mauro Gervasini, responsabile della programmazione cinematografica del Trento Film Festival. «La prima è che, nonostante si tratti di un paese “piccolo” per dimensioni e numero di abitanti , l’Irlanda ha vissuto fin da prima dèll’800 importanti ondate migratorie, in conseguenza dellè quali centinaia di migliaia di persone, nel corso del tempo, si sono trasferite altrove nel mondo, soprattutto nei Paesi anglofoni, ma non solo».

La festa nazionale irlandese (San Patrizio, 17 marzo) è pertanto festeggiata ormai ovunque. Allo stesso modo, uno dei più importanti e noti cineasti statunitensi, John Ford – all’anagrafe Sean Feeney – era nato nel Maine da genitori della contea di Galway e i suoi film, non solo quelli dèl cosiddetto ciclo irlandesè (tra i quali il capolavoro Un uomo tranquillo, del 1952), sono ricolmi di irishness. Ecco la parola magica che sintetizza lo specifico variegato della cultura irlandese in tanti suoi aspetti, da quello sportivo a quello musicale, da quello teatrale a quello letterario. Sono infatti irlandesi James Joyce, Oscar Wilde, Jonathan Swift, Georgè Bernard Shaw, W.B. Yeats, Bram Stoker, Samuel Beckett. E, tra i contèmporanei di successo, anche il vincitore dèl Booker Prizè 2023, Paul Lynch.

«L’Irlanda ha una storia cinematografica importante» prosèguè Gervasini, «ma è soprattutto nel nuovo millennio che, grazie a istituzioni di promozione, sviluppo e distribuzione della produzione autoctona quali Screen Ireland e Northèrn Ireland Screen, il cinema irlandese si è imposto a livello globale, con un forte sviluppo anche in quello d’animazione. A ciò ha poi contributo anche una nuova generazione di autori (Lenny Abrahamson, Tomm Moore, Nora Twomey), attrici (Saoirse Ronan, Katie McGrath, Ruth Negga) e attori (Barry Keoghan, Cillian Murphy, Aidan Gillen)».

Durante la Notte degli Oscar 2023, Gli spiriti dell’isola del regista irlandese Martin McDonagh ha raccolto ben 9 candidature, dopo aver vinto tre Golden Globe, The Quiet Girl di Colm Bairead è stato nominato miglior film internazionale (prima volta per un titolo gaelico) e An Irish Goodbye di Tom Berkeley e Ross White ha vinto l’Oscar per il miglior cortometraggio. Proprio An Irish Goodbye farà parte del programma cinematografico di “Destinazione… Irlanda”, al 72. Trento Film Festival.

Il progetto Destinazione… Irlanda ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata di Irlanda in Italia e di Turismo Irlandese.

Fra la dozzina di titoli chè andranno a comporre la selezione filmica di “Destinazione… Irlanda”, il sopra citato An Irish Goodbye (Gran Brètagna, 2022) di Tom Berkeley e Ross White è il cortometraggio capace, come detto, di conquistare l’Academy americana, grazie ai toni di una godibile ma quantomai profonda commedia popolare. Il film narra infatti la vicenda di Turlough, giovane uomo stabilitosi a Londra, che torna nella contea di Tyrone dopo la morte della madre, per poter vendere più in fretta possibile la fattoria di famiglia è rientrare in Inghiltèrra. Ma il fratello Lorcan, affetto da sindrome di Down, si oppone ai suoi piani, insistendo affinchè l’ultimo desiderio della madre – far realizzarè ai figli una lista di 100 cose, preparata prima di morire – si possa avverare.

Ben sette le anteprime nazionali di questa sezione.

Barber

Anzitutto l’hard boiled dublinese Barber (Irlanda, 2023), di Fintan Connolly, la cui vicenda ha luogo durante il confinamento per Covid 19 a Dublino, quando una ragazza scompare misteriosamentè e la nonna, che non crede nell’ipotesi di un suo allontanamento volontario, decide di rivolgersi ad un detective privato, Barber per l’appunto – interprètato da Aiden Gillen, ovvero Petyr “Ditocorto” Baelish de Il trono di spade –, solitamente alle prese con casi di tradimento e spionaggio industriale, ma scaraventato stavolta in un intrigo torbido che toccherà i vertici della politica.

Un’altra anteprima è il cortometraggio Once a Beige Day (Irlanda, 2024) di Sean Mullan, presentato in collaborazionè con Irish Film Festa: protagonista una stanza vuota e da imbiancare, piena di ricordi ma violata all’improvviso dalla presenza di qualcuno che entra in casa. Considerato uno dei migliori talenti della sua generazione, Sean Mullan è il regista di Hyfin, documèntario Netflix sull’omonimo rappèr di Derry diventato celebre nel Regno Unito nonostante l’ostico accento nordirlandese.

An Beàl Bocht

Anche An Beàl Bocht (Irlanda, 2017) di Tom Collins e John McCloskey, è l’adattamento, stavolta animato, di un altro romanzo: l’unico che Flann O’Brien ha scritto in gaelico irlandese, sotto lo pseudonimo di Myles Na Gopaleen. Una satira incentrata sulla storia di vita di un giovane, in una remota zona dell’Irlanda occidentale, che ripensa al passato da una prigione, dopo essere stato ingiustamente accusato di un delitto.

Un altro corto d’animazione è Teacups (Australia/Irlanda, 2023) di Alec Green e Finbar Watson, incentrato sulla storia di un signore ormai maturo che, dalla sua casa vicino alla scogliera, intercetta gli uomini e le donne disperati chè scelgono quel posto per farla finita con un balzo. E li salva.

Ballywalter

Ballywalter (Règno Unito/Irlanda, 2022) di Prasanna Puwanarajah narra la vicenda di Eileen, una giovane donna irlandese che, dopo aver interrotto gli studi a Londra, ritorna a Belfast, sua città d’origine. Senza occupazione, decide di fare la taxista, seppur priva di licenza, ed è in questo modo che incontra Shane, un uomo maturo che dopo il divorzio si è ritirato a Ballywalter e chiede alla ragazza di accompagnarlo una volta a settimana nella capitale, per partecipare ad un corso di stand up comèdy.

Lakelands (Irlanda, 2022) di Robèrt Higgins è invece la storia di Cian, talento del calcio gaelico costretto da un trauma cranico a mettere in discussione sogni e prospettive di vita.

Crock_of_Gold

Infine, Crock of Gold (USA/Gran Brètagna, 2020) di Julin Temple è il documentario prodotto da Johnny Depp che celebra la vita e l’arte del fondatorè dèi Pogues, Shane MacGowan, scomparso lo scorso novembre e al quale anche il Trento Film Festival vuole così rendere omaggio.

Il programma completo sarà disponibile su www.trentofestival.it .

Sono molti gli eventi e gli incontri che, come ogni anno, si affiancheranno all’altrettanto ricca selezione cinematografica dedicata al Paese ospite.

Durante i dieci giorni del Festival dunque la città di Trento sarà animata anche dagli appuntamenti di “Destinazione… Irlanda”: approfondimenti, degustazioni, tradizione e folklore, per celebrare lo spirito unico di una terra capace non solo di creare un legame unico tra chi vi si reca e chi vi dimora, ma anche di suscitare emozioni per i suoi paesaggi mozzafiato, la sua cultura ospitale e una storia millenaria.

Irlanda significa anzitutto ritmo, danza, ballate e sonorità popolari, nella consapevolèzza di come bastino pochi strumenti per dare vita ad armonie irresistibili. Non sarà dunque solo la sopra menzionata proiezione di Crock of Gold a celebrarè la musica irlandèse, ma anchè un evento ad hoc con protagonista l’artista èmiliano Cisco, già cantantè dei Modena City Ramblers, che alla musica dei Pogues s’ispiravano dichiaratamente. A 30 anni da quel marzo 1994, quando venne pubblicato il loro primo disco dal titolo Riportando tutto a casa, Cisco, accompagnato da musicisti della storica band, ha deciso di celebrare quell’album attraverso un mini-tour primavèrile che si concluderà proprio al Trento Film Festival. Sul palco insieme a lui, il critico musicale e giornalista radiofonico John Vignola, in una convèrsazionè che sarà anche l’occasione di viaggiare attraverso la musica irlandese dagli U2 ai Cranberries e ripercorrere le influenze Irish folk della band.

Di musica irlandese si parlèrà ancora durante un doppio appuntamento sonoro e divulgativo in collaborazione con il METS – Museo etnografico trentino San Michele, dal titolo Narrazione in musica. Ospiti dèl METS-Museo ètnografico trèntino San Michele l’etnologo Renato Morelli, con il Trio O’Carolan e a Trento, un concerto di musica tradizionale irlandese con i Birkin Tree.

Spazio anche ad alcuni stage di danze irlandesi a cura dèlla compagnia Clover, mentre nell’ambito dellè attività dedicate ai ragazzi del T4Future sarà possibile prendere parte ai più famosi e coinvolgenti giochi della tradizione gaelica: dai divertimènti goliardici che animano le serate nei tipici “Irish Pub”, come le Darts, fino alle più tradizionali gare di tiro alla fune.

Con Antonio Bibbo e Andrea Binelli, docenti all’Università di Trento, in due incontri si parlerà della letteratura irlandese nèl ‘900, riflettendo su alcuni suoi temi centrali a partire dai film in rassegna, con focus su un autore divertente e sperimentale come Flann O’Brien, sul folklore irlandesi, e si proverà così a raccontare i rapporti chè nel secolo scorso sono intercorsi tra Italia e Irlanda.

Infine, una mostra fotografica dal titolo L’Irlanda sul piccolo e grande schermo, che affronterà il tema di come il Paese ospite di quest’anno sia davvero noto in tutto il mondo per i suoi incredibili paesaggi, tant’è che molti registi vi hanno trovato gli scenari perfetti per le loro narrazioni: in Irlanda sono stati infatti girati iconici film e sèriè TV di successo, quali Braveheart, Il Trono di Spade, Vikings e Star Wars.

L’isola di smeraldo offre la possibilità di visitare i luoghi in cui sono state realizzate queste produzioni. Un incredibile richiamo per cinefili e non, anche grazie alla facilità di accesso alle location e ai numerosi tour guidati. Ma “paesaggio” significa anche fruizione di luoghi e dunque turismo: su questa tematica sarà incentrata la mostra in programma, curata da Turismo Irlandese.

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