Teoricamente tutti sanno che, in particolare nella francofonia, si indica come Nona Arte il Fumetto (dopo quelle classiche, la numero 7, si sa, è il Cinema e la numero 8 è… Non lo sai? Click qui, allora, e scoprirai che ora sono 10).
Ma per un certo periodo c’è stato un problema di attribuzione e di datazione. Ora non più, ovviamente, giacché bastava fare delle ricerche adeguate col metodo scientifico, per verificare persone, date, situazioni in cui, finalmente, il fumetto ha ottenuto una sua qualificazione come Arte (essendo di per sé anche Letteratura, in effetti, oltre che una cosa a sé stante, naturalmente).
Poi, particolarmente fuori della francofonia, alcuni hanno addirittura pensato che l’attribuzione, ormai consolidata, non avesse basi scientifiche, dato che non si trovavano copie della pubblicazione citata. Invece le ha, eccome.
Per i Tommasi locali, sollecitato da una richiesta, ho cercato nella documentazione le prove del fatto, inoppugnabile, che l’inventore del termine Nona Arte applicato al Fumetto è stato Claude Beylie, nel marzo 1964. Il fumettista Morris è arrivato ovviamente secondo, avendo usato il termine solo nel dicembre 1964 sul settimanale Spirou.
Ecco le prime pagine delle 5 parti dell’articolo di Beylie pubblicate nella rivista (supplemento di La Vie Médicale) Lettres et Médecins, nei mesi di gennaio, marzo, giugno, agosto-settembre e ottobre 1964. Nel numero di marzo (capitolo 2 dell’articolo) appare per la prima volta il termine Nona Arte, che Beylie proponeva in quella sede di adottare per il fumetto, come puoi leggere qui di seguito.
Qui vedete solo le cinque prime pagine di ogni capitolo. Per la cronaca, l’intero articolo è di estremo interesse per la storia del fumetto, per cui ne consiglio la lettura integrale. Se non avete le riviste a disposizione e state facendo una ricerca, potete consultare i testi completi accordandovi con la redazione di afNews, o con il Console Onorario del Regno di Syldavia in Italia.
