La retorica può nuocere gravemente alla salute collettiva e individuale, specie se applicata a “cose di guerra”. Fu vera vittoria, quella dell’Italia in una guerra che non avrebbe dovuto nemmeno esserci? Sicuramente fu martirio per tutti quei tantissimi ragazzi usati come carne da macello, rappresentati dal Milite Ignoto. Ricorrenze come questa dovrebbero imporre riflessioni sul senso degli eserciti, sui limiti dell’obbedienza militare, sul rispetto e la riconoscenza dovute a chi combatte per il bene comune (che si tratti di militari regolari o di giovani della Resistenza o di civili insorti), sull’applicazione fedele del dettato Costituzionale riguardo all’uso della guerra (che distrugge vite di esseri umani – e non solo) e degli eserciti (che di esseri umani son fatti, non di macchine senza cuore), su cosa significhi combattere “per una giusta causa” e combattere “per una causa malvagia” e così via. Non sono argomenti già digeriti, visto che si continua a guerreggiare dappertutto, incuranti dell’orrore causato. Per cui www.afnews.info segnala: Tratto dal Corriere dei Piccoli nº 45 dell’8 novembre 1959. …
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