giovedì 8 ottobre 2009

Il Pioniere e il fumetto di sinistra
Moise il Pioniere - photo GoriaAdesso il problema non si pone perché gli editori di fumetti non si fanno condizionare da scelte politiche. Ma nel passato, per esempio durante il Ventennio, il regime tentò di impoe le sue scelte anche nel nascente mondo delle nuvolette. Dal primo Novecento il Corriere dei Piccoli era, in un certo senso, la lettura preferita (anche perché non c’era ancora la concorrenza) dei figli della buona borghesia laica e benpensante. Poi, nel 1924, arrivò il Giornalino, settimanale delle edizioni Paoline, e anche i bambini cattolici ebbero il loro fumetto. Mancava, scoprirono i gerarchi del regime, un periodico che esprimesse gli ideali e i modelli di vita che propugnava il fascismo. Nacque così nel 1923 il Giornale dei Balilla, poi trasformato nel più semplice e immediato titolo di Balilla. Sulle sue pagine e con i suoi racconti a fumetti (senza nuvolette e naturalmente italiani) si sarebbero formati i ragazzi d’Italia, e anche le bambine, che poco dopo ebbero il loro giornalino, intitolato il Pioniere - photo Goriala Giovane Italiana. Il Balilla ospitava i fumetti di alcuni ottimi disegnatori, come Mussino, Angoletta, Rubino, De Seta e altri, che alternavano storie avventurose con altre di propaganda. Il successo non premiò gli sforzi del regime, anche perché negli anni Trenta ci fu un’esplosione di giornalini, dall’Avventuroso all’Audace, da Jumbo a Topolino, dall’Intrepido al Vittorioso, che fecero salire a oltre un milione di copie settimanali le vendite dei giornalini per ragazzi, lasciando agli ultimi posti quelli più chiaramente ideologizzati. Nel dopoguerra il PCI, e la sinistra in genere, tentarono un’operazione del genere, pubblicando, dall’inizio dell’ottobre 1949, il Pioniere, un settimanale che voleva soprattutto arginare il successo del Vittorioso, il giornalino cattolico che per qualche tempo raccolse i migliori autori italiani, da Chiletto a Caesar, da Caprioli a Craveri, fino al grande Jacovitti che sul Vittorioso esordì nei primi anni Quaranta. La struttura del Pioniere non aveva la forza per reggere la concorrenza, ma la sua esperienza – durata fino al 1964 quando il giornaletto divenne un piccolo inserto dell’Unità – è stata interessante e originale, anche perché ha fatto DSCN1178 il Pioniere - photo Goriaconoscere alcuni autori come lo sceneggiatore Marcello Argilli e lo scrittore Gianni Rodari e i disegnatori Raoul Verdini, Vinicio Berti e altri di ottima qualità. Accanto a storie che rievocavano il mondo del West americano, le vicende risorgimentali o personaggi significativi della storia contemporanea come Di Vittorio, ce n’erano altri chiaramente umoristici, come Cipollino, Atomino o Chiodino. Quest’ultimo era una sorta di Pinocchio di oggi, un ragazzo fatto di ferro ma con un buon cuore, costruito da uno strano scienziato, che forse voleva cambiare il mondo. Atomino invece, come dice il suo nome, era un piccolo atomo, con un vero cuore al posto del nucleo. Anche lui era portato a compiere buone azioni per aiutare l’umanità. In un momento in cui regnava l’incubo atomico, questa era una chiara prospettiva che faceva intravedere le possibilità di un uso pacifico dell’energia atomica. Tutti buoni propositi, che tuttavia non trovarono l’accoglienza sperata, per cui il Pioniere, dopo i primi successi visse stancamente per alcuni anni, facendo poi tramontare un’inedita e interessante esperienza. (Articolo di Carlo Scaringi).

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