Finalmente arrivò Tex
Tex - 50 nel 1998 - photo Goria - click to zoom inAlla fine di settembre del 1948 apparve nelle edicole un albetto a striscia con un personaggio che sarebbe entrato nella storia del fumetto. Appena 32 pagine e un centinaio di strisce con situazioni e personaggi che avvincevano subito i giovani lettori. Era nato Tex Willer, il ranger più famoso del West e un eroe mitico entrato ormai nella storia del costume e dell’immaginario collettivo. Eppure all’inizio il suo cammino non era stato facile, sia perché la concorrenza era notevole, sia perchè su Tex (e sulla maggioranza degli eroi di carta) cadevano gli strali di genitori, insegnanti e della stessa Chiesa che aveva inserito il celebre ranger tra i personaggi negativi. Adesso, sessant’anni dopo, l’Osservatore Romano ha dedicato due intere pagine proprio a Tex, sottolineandone gli aspetti positivi come il senso della giustizia, l’onestà, l’antirazzismo e tutti gli altri che i lettori ben conoscono e apprezzano da Tex su Scuola di Fumetto 20 - photo Goria - clickdecenni. Tex è nato dal felice incontro fra un romanziere dalla fantasia fervida come Giovanni Luigi Bonelli e un disegnatore come Aurelio Galleppini che da almeno una dozzina di anni cercava il personaggio della sua vita. Insieme hanno realizzato decine di storie fra le più belle del fumetto italiano, con personaggi ormai scolpiti nel ricordo di milioni di lettori come il brontolone Kit Carson, il giovane e volenteroso Kit, figlio di Tex o il silenzioso pellerossa Tiger Jack: un gruppo di inseparabili amici che da decenni galloppano lungo tutto il West e dintorni. Non mancano ovviamente i cattivi, fatalmente sconfitti da Tex e compagni, nemici implacabili di fuorilegge, trafficanti di ogni genere, speculatori, politici corrotti e qualche volta anche dei pellerossa, soprattutto quelli che si mettono contro i Navajos, la tribù che Tex sente anche come propria perché ha sposato Lilith, la figlia di un capo, prematuramente morta, uccisa da un’epidemia scatenata da loschi trafficanti. Molti nemici non hanno un’identità ben precisa, e pagano con la vita la loro esistenza malavitosa. Altri invece sembrano invincibili come Mefisto, e a volte ritornano, quasi per dare una continuità a una saga infinita com’è quella di Tex. Ma tutti sono sempre la personificazione del Male e con la loro presenza accrescono il valore di Tex e compagni, strenui paladini di giustizia e libertà. I sessant’anni di Tex sono ricordati in questi giorni dalle edizioni di Sergio Bonelli con un numero speciale della collana mensile, tutto a colori, cui è allegato un romanzo scritto da papà Bonelli nei primi anni Cinquanta, Il massacro di Goldena, pubblicato in un introvabile albo con una mezza dozzina di tavole di Galleppini. Nel 1969 Giovanni Luigi Bonelli ne fece una versione a fumetti, apparsa sui numeri 108 e 109 della collana mensile con il titolo Territorio Apache, e disegnata da Giovanni Ticci allora alle prime esperienze, o quasi. La sua riproposta, a circa mezzo secolo di distanza, vuole essere un duplice omaggio sia dei sessant’anni di Tex che del centenario di papà Bonelli, nato alla fine di dicembre del 1908. Un modo per ricordare due miti del fumetto italiano che sono entrati ormai nella piccola storia delle nuvole parlanti. [Carlo Scaringi]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Sabato, 13/9/2008
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