300: Ma allora, Frank Miller e' fascista o no?
300 by Frank MillerEsperti, commentatori, critici e colleghi autori stanno analizzando da qualche tempo l'opera cinematografica di Frank Miller, in particolare dopo l'exploit di 300, al di là delle questioni estetiche. Risultato: 300 sarebbe un film impostato su cosiddetti "valori fascisti" come l'idealizzazione e la glorificazione della morte, della guerra e del guerriero, nel tentativo di veicolare l'equazione America-di-Bush uguale a buoni-Spartani, Resto-del-mondo-ma-soprattutto-Iraq-Iran-ecc. uguale a cattivi-Persiani. Curioso (ma comprensibile giacché il cinema ha un impatto globale maggiore e immediato) che questi ragionamenti saltino fuori solo dopo un film e siano "sfuggiti" in anni e anni di comics (con le lodevoli eccezioni, per esempio e almeno in Italia, di Luca Raffaelli proprio su afNews in una recensione di Devil e nell'introduzione del Classico del Fumetto serie Oro in cui era ripubblicato "Il ritorno del cavaliere oscuro", e di Luca Valtorta nella recensione del fumetto 300 per Repubblica XL). In realtà che Miller fosse di destra (e ovviamente ci sarebbe da distinguere con cura tra fascista e "di destra", ma Sin City 2 writer-co-director Frank Miller - Photo: MTV News > Mtvnel caso di Miller i suoi colleghi, quando dicono "di destra" indendono proprio fascista, e non semplicemente "conservatore") pare fosse cosa risaputa tra gli autori di fumetti che lo frequentano, o per lo meno questa era l'opinione che alcuni (molto noti) di loro si erano fatti già ai tempi della presidenza Reagan, quando Miller insisteva duramente sul fatto che la corsa al riarmo era cosa buona e giusta perché l'America si sarebbe salvata solo se avesse avuto più armi, e più potenti, di quelle della Russia, e via così. Ci sono anche recensori molto disincantati, come quello del New York Times, che, pensando di fare una cortesia a Miller accusato di fascismo, titola il suo articolo con un bel "Qual'è il vero messaggio del film? Potrebbe essere: Compra il biglietto!", riducendo il tutto a una operazione commerciale, come fosse un complimento. Si incrociano cioé analisi simili a quelle sul film ultra-integralista di Gibson sulla Passione: operazione ideologica, razzista, religiosa-ultra-conservatrice-vagamente-fascista, o drittata estetico-ultra-commerciale? Va da sé che le opinioni divergono e il dibattito è esploso. Per la gioia del produttore del film a quanto pare...
[NdR: se poi vi viene la curiosità di conoscere la vera storia della battaglia delle Termopili (che in fondo è solo un'ispirazione di massima, sia del fumetto sia del film), dove venne sconfitto lo spartano Leonida, e quella di Salamina, che infine vide vincitore contro i Persiani l'ateniese Temistocle, ne trovate la sintesi su Wikipedia, facendo click sui due nomi qui in grassetto.]

 "Based on Frank Miller’s graphic novel about the 300 Spartans who held back a million Persian soldiers at a narrow pass during the Battle of Thermopylae in 480 B.C., Director Zack Snyder’s 300 has little to do with history and everything to do with a modern disposition towards militarism now embraced by far too many Americans. As you might imagine, 300 depicts the Spartans as gallant heroes, warriors who gave their all in the defense of the world’s first democracy - obviously the audience is meant to identify with the soldiers of Sparta. But the danger in such a simplistic reading of history is that Sparta, far from being a society worthy of emulation, was above all else a militaristic state..." Full article: Artforachange.
"You'd have to be mighty dense not to see 300 as an exemplary example of fascist aesthetics. The grandiosity, the worship of combat, the worship of death in combat, the horror of putatively aberrant sexuality, and so much more..." Full article: Premiere.
"“Is George Bush Leonidas or Xerxes?” one of them asked. The questioner, by Mr. Snyder’s recollection, insisted that Mr. Bush was Xerxes, the Persian emperor who led his force against Greek’s city states in 480 B.C., unleashing an army on a small country guarded by fanatical guerilla fighters so he could finish a job his father had left undone. More likely, another reporter chimed in, Mr. Bush was Leonidas, the Spartan king who would defend freedom at any cost..." Full article: NewYorkTimes.

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Lunedì, 12/3/2007
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