Strisce e prodotti derivati
Il fumetto nel formato "striscia all'americana" è quanto di più difficile si possa pensare di realizzare. Costretti in uno spazio angusto nelle pagine dei quotidiani, con pochissime vignette a disposizione (tre, quattro) e la necessità assoluta di "bucare" la pagina ogni volta, pena la soppressione immediata per mancato gradimento del pubblico: questo è l'ambiente di chi (negli USA, che è il mercato principe e tradizionale di questo formato fumettistico) fa "le strisce". Certo è molto stimolante (ne rimasi affascinato quando le scoprii su Linus e cominciai a produrne anch'io). Si deve riuscire davvero a far ridere (o a far pensare) con ben poco spazio per preparare la battuta, oppure si deve riuscire a tenere agganciato il lettore alla propria storia sacrificando la prima vignetta per il riassunto della striscia precedente e l'ultima per rilanciare il racconto verso il giorno successivo. Un'impresa. Che infatti riesce non a molti, anche nello strabordante (e altamente concorrenziale) mercato staunitense, dove tutti i quotidiani pubblicano strisce. Figuriamoci in Italia dove praticamente nessun quotidiano è disposto a pagare un soldo per qualcosa che non sia la consueta vignetta di satira politica (non importa se pure mal disegnata). Si capisce allora che il gruppo di "strisciatori" riuniti nel sito laStriscia.net, oltre a proporre i propri lavori online (e a fare appelli agli editori di giornali), abbia sentito l'esigenza di aprire anche un "negozio virtuale" nel quale vendere direttamente i prodotti derivati dalle proprie strisce: magliette, orologi, tazze spilline, puzzle ecc. ecc. ecc. Potete vederli su www.lastriscia.net/negozio: apre proprio oggi.

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Domenica, 10/9/2006
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