Riceviamo da Alfredo Castelli: Poiché afNews fa riferimento alla pagina di
UBCfumetti “
Requiem per Martin Mystère”, intervengo con qualche chiarificazione. Per carità, com’è mia consolidata abitudine non intendo intervenire sul singolo episodio contestato: sono infatti convinto che ognuno sia libero di esprimere le proprie opinioni e le proprie critiche su qualsiasi argomento. Ricordo solo che “tot capita, tot sententiae”, e cioè che qualcosa che non piace a una persona può piacere a un’altra,
e che dopo quasi venticinque anni e più di 36.000 pagine di
produzione, non tutte le ciambelle escono necessariamente con il buco. Non mi addentro neppure nell’argomento “peggioramento di qualità – miglioramento di qualità” rispetto a quanto veniva pubblicato venti e passa anni orsono. Se qualcuno ritiene che in questo periodo la
qualità sia peggiorata, non tentarò neppure di convincerlo del contrario. Così è se vi pare. Quello che mi preme è rettificare è il “bollettino medico” sulla salute del
BVZM, che siti come UBC danno come prossimo alla morte (o, se preferite, tenuto in vita grazie a un cinico accanimento terapeutico) da almeno cinque anni. Tenendo ben stretti con la sinistra i miei amuleti favoriti (per fortuna scrivo d’abitudine con un dito
solo, e andrò a sistemare maiuscole, i “due punti” e i “punti e virgole” in un secondo momento tenendo premuto il tasto delle maiuscole fisse), vado a esporre la cartella clinica.
Martin Mystère ha sofferto della generale recessione che ha colpito tutte le pubblicazioni del mondo occidentale (con qualche distinguo per la Francia), e quindi anche quelle italiane e quelle della
Bonelli. Poiché, fin dalla sua nascita, la testata non ha mai venduto moltissimo (“il paziente è di costituzione non forte”), il calo generale di vendite si è rivelato, ovviamente, più preoccupante di quello di Dylan Dog o di Topolino. Posso però garantire che “il paziente non ha mai corso seri pericoli di vita”, come invece più volte è stato scritto, né, quantomeno, ha raggiunto
livelli tali da invocare il ricorso all’eutanasia (come più volte è stato auspicato). Il passaggio alla bimestralità (come - sempre “più volte” - ho tentato di spiegare) non è stato il classico intervento invasivo in extremis, ma una scelta (“terapia preventiva”) derivata da una serie di ragionamenti che qui non è il caso di esporre, e che chi è interessato può
pazientemente ricercare nella
mailing list dedicata al Buon Vecchio Zio Marty. Allo stato attuale delle cose, la terapia preventiva sembra aver funzionato: in controtendenza con il trend generale,
l’albo vende dal 12 al 13% più di prima. Questo è un dato di fatto, e non
“rassicurazioni che ci vengono fornite in ogni redazionale dal curatore della testata (che danno la) la sensazione di essere a bordo del Titanic, dove l'orchestra di bordo continuava a suonare allegre musichette mentre la nave affondava” come suggerisce la recensione di UBC. Aggiungo che il personaggio non è neppure stato dimenticato come certe vecchie zie abbandonate in un ospizio in stato semi-vegetativo: la pagina della posta del bimestrale descrive in ogni numero le numerose iniziative di cui è regolarmente al centro (ultime in ordine di tempo la sua comparsa in “Voyager Ragazzi” su RAI 2 e nel catalogo della mostra “Cinema e Fumetto” al MART di Rovereto, ma altre sono in preparazione). Naturalmente non me la sento di mettere la mano sul fuoco sul fatto che questo non sia il classico “ultimo colpo di coda” del paziente, e che inaspettatamente, domani o dopo questi raggiunga la
Grande Edicola Su Nei Cieli. Ma mi auguro di no, visto che apparentemente il decorso sembra essere positivo. A chi ritene che, nonostante tutto, Martin Mystère stia vivendo un’irreversibile agonia, chiedo – in segno di rispetto per la sua lunga e onorata carriera – un pietoso silenzio-stampa. Grazie per l’attenzione,
Alfredo Castelli.