Scontato che tutti abbiano letto in rete i risultati delle giurie di LuccaComics, vi propongo qualche flash e qualche riflessione. Dunque, arrivato a Lucca dopo aver trovato un buco a caro prezzo all’ultimo secondo ma in centro (favoloso), m’infilo in zona accrediti con la mia situazione anomala di autore/cronista che mi crea una atroce dicotomia interna da classico “nodo alle budella” (consiglio la triologia di Léo Malét di Fazi Editore, per comprendere meglio la situazione). Poi eccomi subito lì in mezzo ai cosplayer (poca gente in tema Halloween, però) e alle Winx che danzano e cantano professionalmente il loro inno sul palco mentre appunto la prima idea sul moleskine (ho solo fogli inbollettati per mia comodità, ma diciamo moleskine che fa tanto Chatwin). Mi tuffo nell’area editori –  lì, fondamentalmente ho vissuto per due giorni, a parte qualche puntata fuori dalla trincea - e faccio un po’ fatica a muovermi tra un’età media di pubblico molo bassa, un’età ciacolante e spumeggiante come dev’essere, il giusto. Vedo qualche amico che butta giù dedicates a più non posso, altri che si intrattengono con ragazzi-cartellina, chi disegna (vedi zona Witch) scansionato e proiettato, altri ancora in cattedra infilati in presentazioni di volumi e progetti insieme ai loro editori. Vittorio Pavesio che non rivedo da anni e Laura Scarpa di Scuola di Fumetto con la quale finalmente ci incontriamo, ha un bel da fare con tutti i suoi impegni e i ragazzi che le chiedono consigli. Chiacchiero con Palumbo, il Giuseppe nazionale, che è lì a “vendermi” il primo numero del già mitico Baribal, 64 pagine A3 a 4.50 Euro. Nella sala incontri c’è Bruno Brindisi e Bonelli staff. Allo stand della Lilliput c’è DaZa che firma il suo terzo Vecio di cui ho svelato i segreti nella presentazione; ma prima DaZa era a Tunué, giovane e giovanissima casa editrice latinense con la quale ha editato il suo Intermezzi. Lì, trovi Marco Pellitteri, e ti accorgi che oltre che bravo ed aver pubblicato già un bel po’ di saggi, è anche molto giovane. Ergo, seconda riflessione (poi le raccolgo, eh!). Con loro, Andrea Plazzi e Daniele Bonomo (che ha pubblicato per Tunué Will Eisner Il Fumetto come arte sequenziale), ci vediamo domenica mattina lo stupendo filmato in lingua in prima mondiale: Will Eisner,The Spirit of an Artistic Pioneer di Andrei D.Cooke. È un progetto di documentario sulla vita e le opere di Eisner, iniziato nel 2002 con la collaborazione dell’autore, tutt’ora in corso. Ci sono spezzoni di video dell’archivio della famiglia Eisner per la prima volta a disposizione per i produttori: 53 minuti emozionanti di work in progress. Chiudiamo Lucca pensando a Romics, seconda settimana di dicembre, con le mie piccole riflessioni. - C’è molto a Lucca, incontri e novità, c’è bisogno di Lucca, ma la vorrei diversa. Per professione sono abituato anche a tanti saloni del libro: ci vuole ancora di più perché il cartoon (intendendo l’espressione onnicomprensiva di McCloud) possa creare maggior immagine “culturale” – che, oltre che rendere giustizia a buona parte del fumetto attuale, ci fa comodo verso il mondo dei media e quindi della gente. - Gli addetti ai lavori, disegnatori-sceneggiatori-critici, sono sempre più giovani e di qualità: è molto bello scoprire questo potenziale enorme di risorse che non aspetta altro che di essere aiutato a produrre. Ad attenderli, altri giovani, editori coraggiosi, spesso provenienti da esperienze web, editori pieni di idee ed entusiasmo. - Un affettuoso pensiero ai giovani-giovanissimi lettori-amatori di questi incontri fumettosi, a volte ingenui, vuoi per età e per carattere, ma pieni di immaginazione: finché c’è voglia di vivere le avventure di un eroe il fumetto avrà vita, è compito degli addetti ai lavori rispondere rimboccandosi ogni giorno le maniche a mantenere viva questa energia positiva che, nonostante i soliti numeri di mercato, non è stata mai così intensa. È faticoso per gli editori, nonché per gli autori, reinventarsi, cercare qualcosa che funzioni, può essere a volte snervante, snaturante. Nel dubbio restiamo noi stessi, raccontiamo ciò che sentiamo, pubblichiamo ciò in cui crediamo; penso, in fondo, siano le scelte migliori per un creativo e per il pubblico che lo attende. [Renato Ciavola]