SILF/SLC/CGIL segnala: Secondo quanto riportato da studi aziendali e indipendenti, l'editoria fumettistica 
francofona gode di ottima salute, tanto da soffrire caso mai di un eccesso di produzione. Marie-Helène Lernoud, responsabile legale della francese Dargaud, in un'intervista riportata da ZDNet France, afferma "Siamo un settore in piena forma. Nel 1998-99 c'erano circa 1.000 novità all'anno, mentre oggi siamo a 2.000/2.500. Il mercato del Fumetto è raddoppiato in quattro anni, con una crescita del 36% tra il 2003 e il 2004". Non c'è alcun timore concreto di perdite legate alla "pirateria" proprio per le peculiari caratteristiche del fumetto stesso e, anzi, la diffusione via Internet di prodotti derivati comporta al momento solo 
ulteriori guadagni per gli editori (peraltro ovviamente feroci invece coi "venditori abusi online", che vengono stroncati brutalmente con denunce e cause rapidissime), che ora vendono anche loghi per cellulari e palmari (tra 600.000 e 700.000 download l'anno per il solo logo di XIII, piazzato al costo singolo di circa 2 euro!) e si parte anche con la vendita di strisce (Snoopy, Dilbert ecc.) e video cartoon, la "nuova gallina dalle uova d'oro", secondo Lernoud. Per quanto riguarda il Belgio, uno studio recente lamenta il fatto che i belgi (della comunità francofona) leggano troppo 
poco (il che, apparentemente, li accomunerebbe tristemente agli italiani) avendo speso nel 2003 solo 232 milioni di euro in libri. In compenso il 62% dei libri acquistati sono Fumetti. "Non si sono mai comprati così tanti libri nella Comunità francofona belga", afferma Fadila Laana, che ha commissionato la ricerca, secondo quanto riporta La Derniére Heure. E questo fa crepare di invidia gli editori italiani, ovviamente, anche se dovrebbero chiedersi se non abbiano qualche responsabilità nel non essere all'altezza dei belgi. Ad esempio, in Italia, oltre a limitarsi, nella quasi totalità dei casi, ad acquistare licenze all'estero (per il fumetto adulto) senza investire sui nostri autori (che così diventano "un capitale" solo per gli editori degli altri paesi), nessuno ha finora avuto il coraggio di scardinare il monopolio della multinazionale statunitense nel settore del fumetto per bambini, 
mettendo nuovamente in piedi almeno una vera rivista ad hoc per i nostri figli, in grado di ricostruire nuove generazioni di lettori, abituandoli alla varietà di stili letterari e grafici di qualità, affinandone il gusto. Oltre all'utilità sociale e culturale di una operazione del genere, che potrebbe gettare le basi del futuro dell'intera editoria fumettistica italiana, a sentire i genitori italiani (che sono i veri acquirenti), riviste del genere venderebbero, eccome, molto più di ciò che passa il convento oggi. Nel frattempo i nostri colleghi belgi, a fronte delle fusioni di case editrici e delle difficoltà legate alla super-produzione (esposizione libraria, punti vendita, esportazione ecc.) stanno per chiedere una "fiscalità preferenziale". Aiuti statali, cioé, a sostegno dell'editoria e degli autori di fumetti. Ma guarda un po'... E in Italia cosa si fa?
Good times for the french comic art market. Know more at ZDNet France and at La Derniére Heure.
Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Mercoledì, 23/3/2005
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