MOSTRE - BERLINER COMIC FESTIVAL
Riceviamo da Alfredo Castelli e pubblichiamo:

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FestivalLa "Backfabrik" di Saarbrücker Strasse era un grande complesso per la produzione del pane situato nel quartiere operaio di Prenzlauer Berg, e ha fatto parte di Berlino Est dal 1945 fino al 1989, anno della caduta del muro. Come molte fabbriche della zona, dopo la riunificazione della città è stata completamente ristrutturata e trasformata in un'area per iniziative culturali; qui, dal 27 al 31 Agosto scorso, si è svolta la seconda edizione del Berliner Comic Festival , una manifestazione abbastanza atipica nel quadro degli abituali saloni fumettistici. Anche se non dichiaratamente, infatti, il festival è incentrato sulla produzione cosiddetta "indipendente" tedesca e straniera (l'Inghilterra è stata il paese ospite di questa edizione), e trascura la (o forse è trascurato dalla) produzione "mainstream", per altro in Germania piuttosto scarsa (nelle edicole potrete trovare alcuni super eroi, l'inossidabile Bussi Bär di Rolf Kauka , la versione tedesca di "Mad" e poco altro; in libreria Asterix e qualche albo di produzione francese, molto materiale Disney, moilti manga e un stupefacente numero di ristampe nei formati più disparati delle opere di Wilhelm Busch, ottocentesco padre del fumetto tedesco).
Ancora, sorprende - in una manifestazione all'apparenza "povera" - l'alto numero di ospiti internazionali: dagli americani Art Spiegelman e Trina Robbins, allo spagnolo Max, al nutrito numero di inglesi idealmente capitanato da Paul Gravett del National Museum of Cartoon Art di Londra, a Thierry Groesteen, già direttore del Musée de la Bande Dessinée di Angôuleme e qui in veste di editore, al fondatore del Lambiek Comic Shop di Amsterdam, la prima libreria europea dedicata ai fumetti: ho citato solo gli amici che ho potuto salutare di persona (a cui aggiungo il formidabile collezionista-rivenditore Carsten Laqua), ma potrete trovare la lista completa degli ospiti alla voce "Gäste" del sito della manifestazione. Tutti, o quasi tutti, hanno partecipato a un nutrito numero di conferenze che hanno costituito il vero clou del festival (e, del resto, secondo un diffuso luogo comune, le conferenze sono una specialità tipicamente germanica).
Discrete le mostre, tra cui la collettiva In 80 Bildern um die Welt - Internationale Comic-Kunst ("Giro del mondo in 80 disegni - Arte internazionale del fumetto"), con opere di Max Andersson, Steven Appleby, Mark Beyer, Chalet, Glenn Dakin, Julie Doucet, Anke Feuchtenberger, Hideshi Hino, Michio Hisauchi, Ulf K., Suehiro Maruo, Lorna Miller, Joost Swarte, Lewis Trondheim, Yoshiharu Tsuge. Unica concessione all'editoria mainstream, Maus und Ente - Micky und Donald im Wandel ("Topo e Papero - Topolino e Paperino in evoluzione") dedicata alla produzione Disney nordeuropea. Deludente, per non dire squallida, la mostra mercato, con poche e sciatti banchetti e pochissimo materiale (per altro, in qualche caso, interessante). Vera ed enorme pecca l'assoluta assenza di rappresentanti italiani (sulle bancarelle abbiamo rinvenuto solo un paio di copie di "Mano", la bella rivista di Stefano Ricci e Giovanna Anceschi edita da Coconino Press. Ma il direttore della manifestazione, Matthias Schneider, promette di riscattarsi invitando l'Italia come ospite d'onore alla manifestazione del 2005.

Nota a margine decisamente "off-topic". Dopo l'inaugurazione di mercoledì 27, un folto gruppo di partecipanti si è recato a cena nel ristorante più vicino alla "Backfabrik", che, guarda caso, era una pizzeria italiana. Vinto il raccapriccio per la scelta (all'estero mi piace assaggiare la cucina locale) ci siamo ritrovati al Casolare, Cucina Casalinga Popolare (notare le iniziali CCCP), gestito dal veronese Mario Brocco, un "compagno" duro, puro, estremamente cordiale e grande appassionato dei fumetti Bonelli di cui sente fortemente la mancanza insieme a quella de "Il Manifesto". Sorpresa: abbiamo mangiato una pizza ottima secondo gli standard italiani (con mozzarella di bufala e pomodori freschi); insalata, frutta, vino e birra in abbondanza, espresso (all'italiana) e digestivi, il tutto per soli 10 Euro. Una cifra che a Milano sarebbe stata almeno doppia, ma che Mario "ritiene equa e corretta". Se capitate da quelle parti, portategli i miei saluti.

Alfredo Castelli

Articolo di Carlo Peroni (se non altrimenti indicato) - Mercoledì, 3/9/2003
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