Paul Jenkins – Sean Phillips, Massa critica, 144 pp., b., col., settembre 2001, Magic Press, £. 26.000,  recensione di Alberto Conte
Bentornati all’Inferno, ma soprattutto bentornato John Constantine! Terminata fiaccamente la gestione di Ennis e dopo alcuni numeri di studio, Paul Jenkins comincia a lavorare a pieni giri sul più anomalo degli stregoni. Lo scrittore decide di riportare alle origini il personaggio che, nel corso della vicenda si libera, in senso letterale, del proprio doppione: metafora della versione creata dall’autore irlandese in primis, scomoda e troppo "pulp" per i gusti del britannico, nonché delle sovrastrutture aggiunte da altri autori. Alla fine, per la gioia dei puristi, il protagonista ha pressoché le sembianze del personaggio delineato da Moore e Delano. Lo stesso titolo del volume, di cui fornisce spiegazione proprio Constantine, è indicativo: il personaggio aveva raggiunto il massimo carico possibile, prima del punto di rottura. La cura quindi indicata da Jenkins è un ritorno alle origini, disfacendosi delle scorie accumulate in precedenza. Constantine incontra un vecchio amico e ritorna su luoghi familiari, per ritrovarsi poi, a dover rendere conto di errori giovanili. La posta in gioco è ancora una volta l’anima di un innocente. Il nostro riuscirà ancora una volta ad estrarre il cilindro dal cappello. La conclusione riporta, però, il protagonista bruscamente alla realtà: non esistono facili vittorie. C’è sempre un prezzo da pagare. Jenkins, che ci ha già deliziato con Inhumans e Sentry, scrive con intensità ed ironia, facendo ampio uso di didascalie. Pesca a piene mani nel lontano passato del protagonista, e non si fa inoltre sfuggire l’occasione per esprimere il proprio punto di vista sulla politica nazionale del recente passato. Sean Philips ha un tratto personale, sintetico ed espressivo: la sua interpretazione di Constantine convince, mettendosi al servizio della narrazione senza prevaricare il soggetto. Le didascalie, ampiamente usate in fase di sceneggiatura, non disturbano la lettura, iscrivendosi nel disegno con sobrietà. Nel curriculum di Philips si annoverano testate quali: Shade, The Invisibles, Wildcats, Star Wars, Aliens. Da sottolineare infine, l’ottimo contributo fornito da Matteo Casali, in veste di traduttore.

Welcome back to hell, my friends, but above all welcome back John Constantine! After some interlocutory episodes, Paul Jenkins, the brilliant english writer, that the readers know for Inhumans and Sentry, take the hero back to the roots, throwing away all the drosses made by the previous management. Constantine must find a remedy to some old errors. The final victory is not so easy: there’s always a price to pay and the happy ending is sometimes a little bit cruel. Sean Philips makes a real good work, helping the work of Jenkins. He has already drawn Shade, The Invisibles, Star Wars and Aliens. A final tribute to the work of Matteo Casali as translator, already known to the readers as writer of Quebrada, Silent Dance, published by Innocent Victim.

Articolo di Alberto Conte (se non altrimenti indicato) - Domenica, 16/9/2001
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