Topolino, nuovo corso, si spera |
L'infanzia italiana avrebbe urgentemente bisogno di un settimanale giornalistico (laico, nel senso di non confessionale) con fumetti variegati e di qualità, in grado di offrire seriamente scienza e cultura. Lo esige il futuro della nostra cultura, della nostra società, il nostro futuro, insomma. Lo diciamo da fin troppo tempo, ormai, e torna sempre alla mente, nostalgicamente e inutilmente, il vecchio Corriere dei Piccoli - Corriere dei Ragazzi... Cose dell'altro secolo. Con la conferenza stampa di ieri, la Disney non ha certo rivelato la nascita di un nuovo settimanale che possa coprire quel buco immane cui abbiamo accennato. Tuttavia, una parte dei discorsi fatti con comprensibile entusiasmo da Valentina De Poli, che dirige il settimanale per ragazzi che conosciamo come Topolino, parrebbero andare, in qualche modo, in quella direzione. Certo, Topolino sconta (come limite, in questo caso) la sua eredità Disney: solo di Topi e Paperi si tratta, e gli autori che siano disposti a scrivere e disegnare per quei personaggi non ne ricevono alcun vero vantaggio "autoriale" (niente diritti di autore riconosciuti, quindi niente diritti di ristampa, niente diritti sui prodotti derivati, niente diritti sugli utlizzi derivati, forse nemmeno la restituzione delle tavole originali, se non è stato cambiato il contratto), ben diversamente da come era col Corriere dei Ragazzi di cui sopra, o come è con lo Spirou francofono, per capirci. Questi dettagli marcano un limite: senza "autorialità" riconosciuta, non si può pretendere la Qualità dell'Autore, per quanta buona volontà ci si possa mettere. Se, un giorno, la Disney saprà superare anche questo limite, allora farà un immane investimento sul proprio futuro. Ma fino ad allora ci si deve accontentare di Topi e Paperi, fatti vivere nel migliore dei modi possibile da un gruppo di autori che, pare, sarà ancora più ridotto, o, quanto meno, vedrà ridursi il proprio spazio professionale (e dovrà valutare, come altri han già fatto, la migrazione oltre le Alpi, per poter vivere da Autore). Ovviamente in conferenza stampa nessuno ha fatto esplicite affermazioni del genere, ma nell'illustrazione del "nuovo" Topolino non ci è sfuggita, tra le altre, la nota sulla preziosa collaborazione fra autori italiani e autori del nord Europa attorno a uno dei tanti progetti che devono segnare il Topolino del futuro prossimo. Se questo (che già si è visto all'opera con la storia in episodi in giro per l'Europa dedicata al compleanno di Zio Paperone) offre ai lettori dei mix stilistici stimolanti, naturalmene comprime gli spazi residui per i professionisti italiani, è logico: lo spazio sul Topo non è infinito. Se almeno questo contribuisse a innalzare il livello qualitativo di testi e disegni, ciò avrebbe un significato di sofferenza momentanea a favore di una crescita importante. Viceversa... Ma su questo, si vedrà. Quel che invece è dichiarato e sembra essere già attivo a partire dal numero 2717 che segna l'avvio del "nuovo corso", è l'occuparsi, giornalisticamente, "di grandi temi, tra cui spiccano quelli ambientali, scientifici e tecnologici". Ottima e necessaria cosa! Inoltre "tutti i contenuti si svilupperanno intorno alle storie a fumetti e i personaggi Disney contamineranno anche la parte dedicata all'attualità e alle rubriche", che è, finalmente, cosa doverosa e sacrosanta. Ma non facile. Il lavoro che tocca alla Direzione, alla Redazione e agli Autori è piuttosto impegnativo, sia per i limiti citati (solo topi e paperi, e non riconosciuta piena autorialità), sia per il formato. Il tascabile nato nel suo formato dalla costola di Selezione dal Readers' Digest è, sì, comodo per molti aspetti, ma castrante per altri. Si è limitati alla griglia da 6 vignette per tavola (anche se questo in fondo è il meno, quando gli autori sono abbastanza abili), e gli articoli redazionali (che in un settimanale, sia pure a fumetti, sono importanti, perché tracciano, dirigono, completano e integrano "il messaggio di fondo"), per mantenere una grafica accattivante, finiscono per essere forzatamente limitati nei contenuti. Probabilmente un ingrandimento della pagina verso il formato comic book, o giù di lì, avrebbe aperto Topolino a nuove stimolanti possibilità. Ma tant'è. Per oggi potrebbe bastare, anche se c'è parecchio da dire su una testata importante come questa. Le notizie "normali" le avrete probabilmente già lette altrove, essendo basate sulla documentazione fornita dalla Disney a tutti i giornalisti presenti: la "nuova" metafora della Metropolitana (metafora tipicamente milanese, verebbe da dire) per indicare le "linee" editoriali, le sezioni del settimanale; le (rinnovate) collaborazioni con i VIP dello spettacolo, della cultura e dello sport, che indubbiamente aiutano dal punto di vista del marketing e forniscono stimoli (se mai ne avessero bisogno) agli sceneggiatori per i temi da affrontare e ai disegnatori per le caricature topoidi e paperoidi da realizzare; le cosiddette Grandi Saghe, dalla ripresa di Wizards of Mickey a supporto dell'uscita in commercio delle carte da gioco, a quella sulle Olimpiadi di Pechino (che chissà se avrà il fegato di trattare almeno di striscio, ma seriamente, il tema sociale dei diritti civili, o del Tibet, come ci si aspetterebbe proprio da un settimanale per ragazzi), dalla serie Ultraheroes coi supereroi Disney curata dall'Accademia, a quella realizzata interamente in digitale per favorirne l'utilizzo aggiuntivo nel "nuovo" sito internet di Topolino; e poi Paperino come James Bond, gli Universi Paralleli di Topi e Paperi, Paperino Paperotto ecc. Insomma, tanta carne al fuoco, compreso il rilancio, in stile internet, del Club di Topolino per favorire la fidelizzazione delle nuove generazioni. Ma anche grosse sfide da affrontare e superare, per l'Azienda (non una parola è sfuggita sulle recenti voci di cambi nell'assetto proprietario, per esempio), in questi anni 2000 non facili per il fumetto in generale, in Italia. Sarebbe magari il caso di avere una ancora maggiore attenzione redazionale, però. Non è sfuggita a nessuno dei veri appassionati la clamorosa gaffe fatta con la (peraltro lodevole) ri-pubblicazione della prima storia di Carl Barks con Zio Paperone, quella del Natale sul Monte Orso (Christmas on Bear Mountain), alla quale fa esplicitamente riferimento, con un sacco di gustosi richiami, la bella storia di Tito Faraci, disegnata come sempre con enorme amore e gran classe da Giorgio Cavazzano, "Zio Paperone in un altro Natale sul Monte Orso": nel numero 2716 la storia di Barks è stata pubblicata in una versione "taroccata" tanti anni fa, in cui non si parla manco di striscio di Natale! Ahi, ahi, ahi! Lettori, sappiate allora che non sono Faraci e Cavazzano che si sono bevuto il cervello, parlando di Natale sul Monte Orso. Per loro, che amano il "Mondo Disney" (nonostante i suoi conclamati limiti) e lo conoscono davvero, sarebbe stato impossibile sbagliare così. Ah, per chiudere con la cronaca: gustatevi le fotografie e sarà un po' come se anche voi foste stati, insieme ai giornalisti, a quella presentazione. Della quale ricordo con commozione il filmato portato da Mollica: una vecchia intervista al Giornalista Enzo Biagi che parla di Topolino Giornalista (quello di Gottfredson) e rende onore, in una botta sola, al vero giornalismo e al fumetto di qualità. Mentre a lui rendiamo onore noi, nel nostro piccolo, ricordandone quotidianamente la lezione. C'erano, graditissime ospiti, le figlie, cui Lepore ha consegnato una riproduzione delle tavole della storia con Topolino cui collaborò Biagi e la tavola (che conteneva una sua caricatura) realizzata in materiale trasparente di cui potete vedere qui la foto. Per il resto, l'atmosfera è stata gioiosa, il mangiare ottimo, la stampa numerata di Cavazzano, omaggiata a giornalisti e ospiti, bellissima, e abbiamo incontrato, con piacere, un sacco di vecchi amici e colleghi. [Le fotografie di Goria, quelle pubblicate in questo articolo e altre della conferenza stampa, sono visionabili su Flickr anche in formato slideshow facendo click qui.]
Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Sabato, 15/12/2007
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