lunedì 10 agosto 2009

Volpi a Rimini
disegno di Renato CiavolaDomenico Volpi, il mitico Menico, o RedCap dell’altrettanto mitico giornale per ragazzi Il Vittorioso, è sempre attivo nel campo della letteratura giovanile. D’estate, poi, ha le sue abitudini: per esempio va in vacanza da più di quarant’anni in quel di Rimini, e nella stessa pensione! Così non è stato troppo difficile per Renato Ciavola, messi nello zainetto matita e colori… e l’occhio di Mastro Jacovitti, a riprendere il Nostro in un suo atteggiamento caratteristico, mentre scruta in lontananza l’orizzonte in attesa che lo sbuffo di vapore di una nave lo faccia andare con la memoria ai tanti fumetti-cineromanzi che ha scritto per il giornale che dirigeva, e ai frizzi e lazzi della redazione di un tempo. [Articolo di Renato Ciavola]

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venerdì 10 luglio 2009

Il Giornalino ci prova
Non ci sono più riviste classiche per ragazzi”, quelle che abbinavano il fumetto al racconto illustrato, alle informazioni di vario tipo e ai giochi, una tiritera che ascoltiamo e leggiamo da tempo su pubblicazioni cartacee e web che si interessano di letteratura giovanile a vario livello; qualcuno ha provato ultimamente qualche lancio, ma con idee confuse sul target e poca “materia grigia vera” da mettere in gioco. Purtroppo oggi non è facile mantenere in vita una rivista o inventarsene una nuova e riuscire a portarla avanti, per tanti motivi. Gli editori non amano rischiare per la diminuita capacità di lettura delle giovani generazioni e la velocità con cui variano le “mode” dei ragazzi e la difficoltà di inquadrarli, per i costi imprenditoriali attuali, ma anche per la carenza di Autori che possano scriversi con la “A” maiuscola. E mentre una volta gli Autori che c’erano sul mercato non solo non disdegnavano dedicarsi ai ragazzi ma spesso quella era per loro la principale attività, oggi è considerata professione minore quella di chi usa il cervello per deliziarli e farli crescere correttamente allo stesso modo. E questo vale sia nel campo del fumetto che nella letteratura tout court: chi scrive per adulti considera di seconda categoria chi scrive per ragazzi. Permane l’idea che siccome il mondo che ruota intorno ai ragazzi è cambiato in modo esponenziale dal dopoguerra ad oggi, l’età giovanile in genere abbia bisogno di altri stili educativi e ludici che non possono essere più quelli d’antan. Cosa quanto mai bislacca, in quanto l’esperienza attuale di chi si interessa di infanzia porta alla convinzione che i ragazzi sognano e sbalordiscono per le stesse cose: può cambiare il vestito ma non quello che c’è dentro. Il problema è che sono distratti da tantissimo altro (di cui spesso sono responsabili gli stessi editori che vorrebbero pensare di fare un giornalino per loro!), ecco qual è il vero problema che rende difficile la vita di una nuova rivista. Eppure c’è chi ci crede ancora e, pur con tutte le difficoltà di cui ho appena accennato, cerca di continuare nella tradizione che ha fatto grande la stampa dai ragazzi italiana a partire dal Corriere dei Piccoli all’Avventuroso e il Vittorioso, per non parlare dei vecchi Intrepido e Il Monello, e per arrivare a Il Giornalino. La fortuna delle edizioni cattoliche (e non parlo di qualche altro bel prodotto che c’è in giro) è quella di poter usufruire della vendita per abbonamento e la diffusione attraverso le parrocchie. Ma non basta, anche i ragazzi che fanno parte di queste famiglie vivono nello stesso mondo degli altri e la difficoltà editoriale di realizzare un prodotto per loro è la stessa. Probabilmente la maggior parte dei lettori del Giornalino hanno dietro una famiglia che segue con un certo interesse l’aspetto più ludico della loro educazione; non a caso i miei ricordi legati alla lettura del Corriere dei Piccoli, come l’amore per la lettura ancora oggi, sono legati alla mano nella mano di mio padre quando, la domenica mattina, mi portava all’edicola della stazione (lui era ferroviere!) per acquistare il mio giornale preferito e si tornava a casa a leggere insieme. Io conoscevo non per diretta esperienza Il Giornalino, finché diversi anni fa non iniziai ad acquistarlo per i miei figli, vedevo che loro lo apprezzavano per i fumetti, per gli inserti, per le notizie, e mi rendevo conto di come la rivista cercasse di mantenere alta la tradizione… e dei begli autori che la rappresentavano. Da quel tempo molto è cambiato nell’interesse dei ragazzi verso la lettura in genere. Il fumetto, di cui Il Giornalino riempie ancora la metà della sua testata, non è più l’interesse prioritario dell’infanzia e dell’adolescenza: l’elettronica la fa da padrona, ha più stelline e lucciole da inseguire. Ma la rivista dei Paolini insiste, e meno male, sembra che nessuno creda più nel fumetto per i ragazzi. Certo, non è facile, lo dicevo prima, le firme storiche sono scomparse o quasi e non sembra che si presentino in molti a sostituirli: Jean Van Hamme, prolifico autore di best-seller a fumetti, si lamentava ultimamente di non poter conoscere i suoi successori. Ma questa è una crisi generale, in questo momento (da tempo…) manca chi sa raccontare, se paragoniamo i nuovi autori ai miti di qualche tempo fa. Il Giornalino però ci prova. Da quando ha preso le redini della direzione Stefano Gorla, esperto di fumetti e letteratura giovanile ed educatore impegnato, la rivista sta cercando di risalire la china dalla perdita di identità e qualità che aveva subito ultimamente. Dall’autunno ad oggi ha ripreso compiutamente la tradizione del fumetto italiano con una storica attenzione ai classici, non disdegnando i nuovi temi dell’universo giovanile. Serie nuove si susseguono a nuove serie dall’inizio di quest’anno ed ora, per festeggiare i suoi 85 anni!, rilancia autori e storie che hanno fatto grande la vita del giornale. La partenza c’è. Sarebbe interessante che la rivista potesse diventare una nuova fucina di sceneggiatori e disegnatori per ragazzi, che oltre all’attenzione per il nuovo e la rinnovata fiducia al classico, potesse pian piano vantare una qualità indiscussa delle storie come è stato nel passato, arricchendo il miglior materiale umano già presente, che potesse suscitare l’interesse di altri bravi professionisti (scrittori, disegnatori, giornalisti) che lavorano nel campo degli adulti. Non è cosa facile, il mare è quello che è. Possiamo legarci solo alla giovinezza, l’esperienza e la determinazione della nuova direzione. [Articolo di Renato Ciavola]

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venerdì 13 febbraio 2009

Brigantaggio a fumetti
BrigantiAnche noi abbiamo avuto il nostro West... soltanto che era posizionato a Sud, e si è svolto appena dopo l'unità nazionale, a partire dal 1861: il brigantaggio. Anche se l'Italia non era scevra come altri stati europei di fenomeni locali di brigantaggio fin dai secoli precedenti, e quella parte dell'appennino meridionale che tocca regioni quali la Sila, la Puglia, la Basilicata, l'Aspromonte - specialmente a partire dal 1815 (dopo la restaurazione borbonica) - era stato luogo di scontri continui fra bande ed esercito e signori locali, il fenomeno che ha visto la luce negli anni 60 di due secoli fa si è connaturato come una vera e propria guerra civile, con lo Stato e i latifondisti da una parte e briganti e poveri dall’altra. A livello storico poche le tracce, pochi i documenti, i libri, i film... i fumetti. Sì, anche il fumetto, che come vera e propria letteratura disegnata si interessato di brigantaggio, che ha cercato di svelare certe pagine di storia nostrana non proprio eclatanti, zeppe di morti, carceri, sevizie, di errori politici e strategici; anche il fumetto ha aperto la sua finestra di balloon e vignette su questo mondo, e l'ha indagato con i suoi mezzi, a suo modo, spesso fedele a quelle pagine di storia, altre volte librando l'immaginazione e la fantasia che le sono proprie, a volte cercando una risposta, una verità che risuonano troppo lontane nel tempo e nella memoria. Così a partire dal fumetto, per onorare le tavole che si sono interessate di brigantaggio e i loro autori, e nello stesso tempo per usare la forza coinvolgente ed originale di questo medium nel sensibilizzare la gente, soprattutto le fasce giovanili, verso la conoscenza della storia locale che si è fatta nazionale e verso il confronto e le riflessioni sulla nostra società attuale, è stato realizzato e portato a compimento a Filiano (PZ) dal 7 al 14 Dicembre 2008 il progetto Storia-scuola-memoria. Prima uomini poi briganti. L'altro volto del brigantaggio, ad opera del Forum Giovanile Comunale e della Associazione Pro Loco. Un convegno di studi sul fenomeno storico, incontri e dibattiti con autori, registi e storici, film e documentari, ed una mostra unica: per la prima volta sono state esposte tavole e pubblicazioni a fumetti sul brigantaggio con la mostra Il brigantaggio lucano nella letteratura disegnata, ideata e curata dal responsabile della biblioteca, collezionista, Vito Sabia che non è nuovo a iniziative sul fumetto. Per l'occasione è stato stampato un volumetto antologico curato sempre da Sabia, che approfondisce gli albi scelti nella mostra per dar voce alla storia attraverso il linguaggio onnivoro del fumetto. Per chi fosse interessato al volume (che è in esaurimento scorte) ci si può informare presso la Pro loco allo 0971.1835137 info@prolocofiliano.it e versare successivamente 5,00 euro (comprensive di spese) sulla carta postepay n° 4023 6004 5819 2756 . [articolo di Renato Ciavola]

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