La nuova avventura di Blake e Mortimer si occupa del destino degli Espadon sopravvissuti al conflitto narrato nel Segreto dell’Espadon. La storia si snoda in modo naturale e convincente su una solida trama avvincente dall’inizio alla fine delle 62 tavole, sempre chiara e comprensibile, ed eccellentemente sostenuta dall’ottimo disegno di Berserik e Van Dongen (solo sporadicamente, nelle ultime due vignette di p. 42, Olrik sembra avere una testa troppo piccola e un’altezza eccessiva rispetto agli altri personaggi, lo stesso vale per la testa di Blake a p. 9, vignetta centrale in basso). Berserik e Van Dongen sono alla loro seconda prova dopo il doppio albo La valle degli immortali, e confermano di essere tra i migliori prosecutori grafici di Jacobs, anche se Juillard e Aubin non sono da meno, pur se forse con qualche più ampia concessione alla loro personalità, soprattutto il primo. La cosa peraltro non è negativa, è giusto che la serie, pur rispettando certi canoni fondamentali, possa avere una sua evoluzione sia grafica che narrativa. In questo senso ho anche trovato apprezzabile la relativa abbondanza di umorismo e di ironia che a più riprese fanno capolino nell’albo. Ad esempio, a p. 9, nei discorsi di Blake e Mortimer a proposito della discutibile cucina del Centaur Club, a p. 10 e 64 sul razzismo e l’omofobia dei membri più ottusi e conservatori del Club, a p. 29 nell’intromissione di Marge, la segretaria, in una riunione al Ministero della Difesa, a p. 39 a proposito delle capacità di Nasir come futuro “butler”, a p. 47 e 63 ancora a proposito di Marge chiamata a “sacrificarsi” per la patria. Meno convincenti e appropriate trovo invece le disquisizioni di Blake sul destino dell’umanità e sulle responsabilità di Mortimer in quanto inventore di un’arma terribile (p. 11), e i buoni propositi di quest’ultimo (p. 64) di non voler più contribuire a creare armi, dedicandosi solo più al bene dell’umanità. Queste nuove storie si svolgono intorno agli anni ’50, personaggi di questo calibro ricoprivano nell’impero britannico un ruolo fondamentale che non poteva esser messo in discussione, non c’era spazio per scrupoli “pacifisti” perfettamente comprensibili oggi, ma poco verosimili a quel tempo e in quell’ambiente.
Queste iniziative dei nuovi team di autori di Blake e Mortimer potrebbero dare fastidio ai più rigorosi aficionados di Jacobs, ma non bisogna tuttavia dimenticare che Jacobs avrebbe voluto utilizzare delle donne nelle sue storie, e che lui stesso aveva introdotto qua e là qualche timido spunto umoristico. Avrebbe sicuramente osato ben di più se non avesse avuto nefaste esperienze con la censura che lo ossessionavano e lo intimorivano ad ogni nuova storia che creava.
Il mio giudizio sull’albo è comunque totalmente positivo. Il fatto che ci siano alcuni “errori” o incongruenze, che elenco di seguito, non sminuisce affatto il valore di questa storia.
- 14 – nel pub di Belfast si vede una cameriera che porta le birre ai tavoli. Questo è chiaramente impossibile dal momento che nei pub non ci sono cameriere e ci si va a prendere da bere al banco.
- 61 – l’Espadon, dopo un volo ad altissima quota per sfuggire ai radar, si tuffa in acqua nell’estuario del Tamigi a Gravesend per uscirne poi nella City davanti alla Torre di Londra. La prima vignetta di p. 61 (Fig. 1) che mostra la riemersione è chiaramente errata: provenendo dall’estuario, l’Espadon troverebbe la Torre alla sua destra, non a sinistra come si vede qui. Inoltre la didascalia dice che dopo essere emerso si dirige verso Buckingham Palace, che si trova nella direzione opposta rispetto a quella mostrata. L’Espadon andrebbe quindi voltato a 180° (come in Fig. 2), tenendo però invariato il disegno della Torre sul fondo.
Fig. 1 Fig. 2
Gli autori hanno probabilmente fatto questa scelta in ossequio ad una regola fondamentale del fumetto che dice che un movimento in avanti deve andare nel senso di lettura, mentre nell’altro senso si va indietro, ma così si crea in questo caso un’incongruenza “geografica”. Rimane inoltre poco credibile il volo subacqueo dell’Espadon nella scarsa profondità dell’acqua del Tamigi seguendo per giunta tutte le anse del fiume. Anche se è pur vero che Van Hamme “risolve” questa incoerenza con la data in cui avviene questa operazione, scelta in funzione di un’alta marea all’equinozio di primavera il 21 marzo, che assicurerebbe 5 o 6 piedi di acqua in più. Insomma, la verosimiglianza scientifica è assicurata…
Guido Vogliotti
Van Hamme / Berserik-Van Dongen, L’ultimo Espadon (Le Dernier Espadon) collana Blake e Mortimer, Alessandro Editore, € 18,99.