11 Novembre 2021 11:25

GAG: Il cinema comico da Woody Allen a Totò

Woody Allen ha avuto una carriera dalle molte stagioni, ma qui parleremo esclusivamente della prima, quella ispirata alla comicità farsesca; Mel Brooks ha lavorato a molte parodie, ma qui si tratterà di quelle dove la comicità è più pura, Young Frankenstein sopra tutti. A Woody Allen, a Mel Brooks, ai nostri Totò e Franchi & Ingrassia è dedicata la massima parte del libro. Questo non è un trattato globale e sistematico della risata nel cinema. Mi illudo però che queste analisi, e le idee che sottostanno a loro, incontrino il favore dei lettori; che se ne prolunghi insomma la vitalità nella memoria comune. La comicità audiovisiva è ormai nella sua aetas ferrea, ma questo non toglie che ridere rimanga cosa intellettualmente sofisticata e serissima. Fino a prova etologica contraria, l’umano è il solo animale cerebralmente tanto sviluppato da saper ridere, e per ragioni così diverse, in sfumature così sottili.

In questo libro ripropongo, aggiornati, alcuni testi pubblicati nel primo decennio della mia attività di critico cinematografico. La risata era allora nel suo periodo argenteo, e la riscoperta filologica dell’età d’oro dei grandi comici del “muto”, del loro linguaggio pantomimico d’attori e della combinazione narrativa dei loro gag, si accompagnava alla presentazione sugli schermi dei nuovi film di Jacques Tati, Pierre Étaix, Woody Allen, Mel Brooks. A questi ultimi due, e al loro epigono Gene Wilder, è dedicata la massima parte dello studio. Per amore di precisione: Woody Allen ha avuto una carriera dalle molte stagioni, ma qui si tratterà esclusivamente della prima, quella ispirata allo slapstick; Mel Brooks ha lavorato a molte parodie, ma qui si tratterà esclusivamente delle tall tales dove la comicità è più pura: Blazing Saddles, Young Frankenstein e Silent Movie. Non presento qui, dunque, un trattato globale e sistematico della comicità nel cinema. Mi illudo però che questi appunti, e le idee che sottostanno a loro, trovino qualche lettore; che se ne impedisca insomma la cancellazione dalla memoria comune. Il titolo, Gag, è allo stesso modo volutamente indefinito. Non si sa bene che cosa voglia dire, non se ne conosce neanche il genere: “la” gag, oppure “il” gag? Chi scrive ha sempre optato per il maschile, ma è certo che sul sesso dei gag si possano basare interi congressi e tenaci inimicizie. La comicità audiovisiva è ormai nella sua aetas ferrea, ma questo non toglie che ridere rimanga cosa intellettualmente sofisticata e serissima. Fino a prova etologica contraria, l’umano è il solo animale cerebralmente tanto sviluppato da saper ridere, e per ragioni così diverse, e in sfumature così sottili.

Giannalberto Bendazzi, critico e storico del cinema, ha ricevuto nel 2019 a Lisbona la prima Laurea Honoris Causa mai assegnata ad uno studioso di animazione. All’animazione, infatti, ha dedicato gran parte dei suoi interessi, ma non ha mai cessato di frequentare il suo primo amore: il cinema “dal vero”. In questo campo si è immerso nello studio di Charlie Chaplin, Harold Lloyd, Laurel & Hardy, i Marx Brothers. In altre parole sul cinema slapstick e la sua specificità cinematografica. Il suo eroe in questo campo è Buster Keaton del quale ha curato l’edizione italiana del classico di Robert Benayoun: “Lo sguardo di Buster Keaton” (1982). Ha scritto diversi libri su Woody Allen, uno dei quali ha avuto quattordici edizioni in sette lingue. Il suo libro su Mel Brooks, tradotto anche in francese, risale al 1977. Fra i numerosi saggi va citato: “Comicità femminile” (1982).Ha tenuto conferenze in tutto il mondo e ha insegnato all’Università degli Studi di Milano e alla Nanyang Technological University di Singapore. È professore a contratto presso la Griffith University di Brisbane e direttore della collana Focus della casa editrice americana CRC Press. Di recente uscita Zibaldone animato (2020) e Animazione Una Storia Globale (2018)…