22 Ottobre 2021 16:24

View Conference 2021: Lezione di disegno dal vero con Tomm Moore.

Martedì 19 ottobre alla View Conference nell Speaker’s Corner delle OGR si è svolta una Masterclass sul disegno dal vero tenuta da Tomm Moore.

A introdurre Il regista e artista è stata la direttrice Maria Elena Gutierrez.

La lezione di Tomm Moore è stata la seconda lezione di disegno dal vivo fatta in questa edizione. Le differenze tra questa e quella fatta Lunedì da Kris Pearl sono state consistenti perché lo scopo era diverso.

Mentre Kris Pearn aveva affrontato il disegno da modelli viventi allo scopo di realizzare animazione, Tomm Moore lo ha affrontato dal punto di vista dell’apprendimento artistico volto a accrescere le proprie abilità nel disegnare.

Si è trattato di una lezione sulle basi, che va bene anche per chi non ha mai fatto disegno dal vero e porta il semplice titolo di “Pencil and Paper”.

Prima della lezione Tomm Moore ha spiegato che i primi quaranta minuti sarebbero stati un racconto del suo percorso artistico e del suo modo di approcciarsi all’arte e che quello che dirà rappresenta il suo modo di disegnare, ma non è l’unico modo ne il più  valido, solo quello che sente adatto a lui.

Quando era un ragazzo lui e i suoi amici compagni del corso d’animazione ebbero la fortuna di partecipare a un incontro con il grande maestro dell’animazione Richard Williams che li colpì per sempre. Decisero che avrebbero continuato a fare animazione disegnata a ogni costo.

Nel disegno dal vero ha avuto due maestri di cui ha molto rispetto ed è evidente per tutti quanto il disegno sia una passione importante nella sua vita.

Finita la scuola, quelli che avrebbero formato lo studio Cartoon Saloon continuarono a riunirsi per fare disegno dal vero chiedendo a amici di posare per loro. Lui tentava di farsi un autoritratto al giorno e studiava i suoi film preferiti facendo dei “Reverse Storyboard”, ovvero tentando di immaginarsi come fossero i loro storyboard e disegnandoli.

Quando iniziarono a lavorare a “The Secret of Kells” il loro stile si rifaceva a quello degli studios americani che all’epoca andavano per la maggiore. Fu il loro produttore a incoraggiarli a non avere paura e cercare uno stile più personale che li facesse emergere.

Fecero molte ricerche per arrivare allo stile che usarono per il film e la storia cambiò.  Riscrisse la storia più volte e quando scrive al contempo la disegna (cosa che vede fare a tutti i suoi amici) perché così sente di avere le idee più chiare.

Disegnava sempre anche i membri della sua famiglia e disegnando suo figlio ogni giorno ha finito per farlo diventare il protagonista di “Song of the Sea”. Dopo è stato strano disegnare per anni il figlio con l’aspetto di un bambino di dieci anni mentre lui cresceva e all’uscita del film aveva ormai diciannove anni.

Un grande cambiamento nello stile dello studio fu la conseguenza della collaborazione nel film a episodi “The Prophet”. Per realizzarlo studiarono l’arte araba e la unirono a quella di Klimt. Al contempo lo studio stava producendo il film “Parvana” diretto da Nora Twomey e ambientato in Afganistan con rimandi all’arte tradizionale del paese.

Il loro modo di gestire lo spazio si ampliò e tutto questo venne sviluppato nel loro ultimo film “Wolfwalkers”.

La storia si ispira a una leggenda della sua città, Kilkenny, ma contiene anche una forte riflessione sul colonialismo e sul modo in cui l’uomo cambi la natura a seconda dei propri scopi.

Allo studio Cartoon Saloon hanno la regola di realizzare i disegni di studio rigorosamente a mano usando strumenti come matite, gessetti e pennarelli perché il risultato sia energetico e vitale. Poi tentano di trasferire l’energia degli sketch nell’animazione che faranno.

Tra le scene del film quella più impegnativa da realizzare fu quello del “sogno” delle due bambine. Per riuscire a realizzarla fecero la foresta in 3D e studiarono i movimenti che il branco di lupi avrebbe fatto tra gli alberi. Dopo aver capito come fare stamparono ogni fotogramma e ci disegnarono sopra, modificandoli con pastelli e altro.

Durante il progredire del film per rendere ancora più evidente il cambiamento d’animo di Robyn il disegno passa dall’essere pulito e dai contorni chiusi a essere meno definito e mostrare le linee di costruzione.

Finito il film lo studio ha dovuto rallentare a causa della pandemia.  Ha ripreso a studiare disegno dal vero grazie alla scoperta di un canale di disegno inglese con pose e lezioni che si è rilevato meglio di quanto pensasse. Attualmente si è iscritto a una scuola di disegno a Parigi, ricominciando a studiare sotto la guida di un professore per migliorarsi.

Inizia la lezione. Per più di due ore il modello posa mentre gli allievi e Tomm Moore lo disegnano.

La durata delle pose varia dai trenta secondi ai dieci minuti. Mentre disegna Tomm da consigli su come riuscire a disegnare in 30 secondi senza tentare di fare i particolari, ma di cogliere le forme.

Alla fine della lezione, Tomm Moore dice che chi vuole mostrargli i disegni (fatti su carta o in digitale) lo può fare e ne potranno parlare insieme. Almeno sei persone portano i disegni e con ognuna di loro ha parole gentili e apprezzamenti per il tratto o l’espressività.

Finita la lezione molti si avvicinano per parlargli, alcuni gli chiedono dediche e autografi.

Lui è gentile con tutti, regala i disegni fatti a chi, tra il pubblico, li vuole e regala il ritratto fatto durante la posa di 10 minuti al modello ringraziandolo per l’eccellente lavoro svolto.

Tutti i presenti erano estasiati di aver potuto avere un’occasione come questa.