12 Agosto 2021 10:14

Annecy 2021 presenta Snotty Boy: Un ragazzino e la sua arte contro il bigottismo di un paesino dell’Austria degli anni ’60.

Tra i tanti lungometraggi visti durante Annecy 2021 pochi hanno fatto ridere quanto l’austriaco “Snotty Boy”(Rotzbub), un film che con grande umorismo e tagliente ironia mette a nudo l’ipocrisia degli abitanti di un villaggio austriaco degli anni ’60, dominato dal bigottismo religioso e dalla nostalgia per il regime nazista.

Protagonista della storia è un ragazzo quattordicenne figlio dell’oste del paese che passa le sue giornate tra la scuola, dove il prete/insegnante ripete a tutti che finiranno male, e il locale dei genitori, dove ogni giorno vede le persone ubriacarsi e ricordare con nostalgia la guerra e il regime. L’unica sua fuga da questo mondo è nella sua grande passione per il disegno.

L’arrivo di una prosperosa vicina di casa (che inavvertitamente vede mentre si cambia) scatena in lui un’eccitazione che sfoga facendo disegni per ore immaginandosela al naturale e in varie pose. La cosa viene notata dai suoi due migliori amici, che decidono di farci su dei soldi vendendoli ai compagni di classe e finendo col metterlo nei guai. Guai da cui lo trae fuori lo zio, pittore celebre di Vienna che riconosce il suo talento incoraggiandolo. Ma l’ammirazione per lo zio artista finisce presto nella scoperta che anche lui non è meglio degli altri.

Intanto vicino al paese arrivano une carovana gitana ed è allora che il protagonista incontra la giovane Mariolina, di cui si innamora a prima vista venendo subito messo in ridicolo e osteggiato dagli abitanti del paese. A cui la presenza dei rom non piace, tanto che alcuni dei più nazisti di loro hanno in mente di risolvere il problema a modo loro.

Il ragazzo innamorato non può accettare di stare a guardare senza fare nulla. Inoltre a causa di un equivoco la ragazza che gli piace non si fida per niente di lui e dei suoi avvertimenti. Per fortuna ha dalla sua parte i suoi amici e il giovane gestore del moderno bar con jukebox. Il finale è gloriosamente esplosivo.

L’intero film è un inno alla ribellione contro la mentalità chiusa. Un affresco di un’epoca di cambiamenti che unisce alla crescita di un adolescente timido la scoperta di un nuovo modo di pensare che viene da oltre il suo piccolo mondo. Un insieme di ritratti di personaggi grotteschi, ridicoli e pieni di se; sempre pronti a giudicare gli altri per quello che fanno e a fare, in segreto, molto peggio. Un paese che riproduce in piccolo tutto ciò che si trova in ogni società dominata da un sistema moralista opprimente. Importante per dissolvere la rigidità di tutto questo è anche la scoperta della musica psichedelica, che il ragazzo ama e ascolta sognante.

 

Presenti alla proiezione in sala il regista Markus H. Rosenmüler e i produttori Ernst Geyer e Josef Aichholzer sono stati presentati al Pubblico da Marcel Jean e ripagati dal pubblico con un’entusiasta standing ovation che li ha commossi visibilmente. Il regista ha iniziato a raccontare le vicissitudini del film, che è ispirato alla vita e all’arte del grande artista caricaturista austriaco Manfred Deix raccontandone la giovinezza nell’osteria dei genitori e dell’amore della sua vita per la moglie Marietta. Oltre alla nascita del suo spirito critico sempre pronto a vedere e mettere in ridicolo il perbenismo sociale di persone, clero e stato.

L’idea del film è nata perché entrambi i produttori erano grani fan dell’artista e un giorno hanno voluto incontrarlo per dirgli che desideravano fare un film sulla sua arte. L’artista era inizialmente perplesso, ma dopo ne è stato completamente entusiasta, tanto da aver contribuito enormemente alla storia e aver coperto il ruolo di direttore artistico.

La produzione è stata travagliata ed è durata più di dieci anni. Durante questo tempo, purtroppo, Manfred Deix è mancato. Lasciando a loro il grande dispiacere di non avergli potuto mostrare il film finito.

Il regista racconta che in origine l’idea era di realizzare un film dal vero con solo piccoli inserti animati. Ma durante la realizzazione era diventato disperato, aveva capito che non era possibile trovare degli attori che potessero rispecchiare l’aspetto dei personaggi caricaturali nel modo in cui avrebbe voluto. È stato allora che il responsabile delle animazioni Santiago Lòpez Jovel,g li ha suggerito di realizzare il film interamente in animazione. L’idea lo spaventava perché non aveva mai diretto un film d’animazione, ma l’amico lo rassicurò garantendogli che sarebbe stata la soluzione migliore. Cosa che più lavoravano al film più gli divenne chiara. L’animazione 3D è stata davvero in grado di rendere il realismo innaturale e grottesco delle caricature di Manfred Deix in un modo che non sarebbe stato possibile in nessun altro stile.

Essere li, a Annecy, e vedere quanto il loro film fosse accolto con entusiasmo dal pubblico a ogni proiezione era per lui una grande soddisfazione, qualcosa che non aveva mai provato così tanto con i suoi precedenti film.

A fine proiezione i tre sono stati subito accerchiati dal pubblico, felice di potergli dire quanto il film gli fosse piaciuto, reagendo con il piacere di poter parlare con loro e di firmare autografi.

 

Parlando con il produttore Josef Aicholzer mi ha raccontato quanto fosse sorpreso che al festival mancassero totalmente i distributori italiani. Era molto deluso, ma allo stesso tempo era entusiasta perché avevano saputo pochi giorni prima chi il loro film sarebbe stato proiettato al Giffoni Film Festival.

Personalmente spero che questo film possa uscire in Italia e essere visto dal maggior numero di gente possibile. Merita davvero sia per la sua comicità che per l’importanza del messaggio.