7 Luglio 2021 00:12

Luis Gasca passed away

L’amico Alfredo Castelli mi segnala con tristezza la scomparsa di Luis Gasca… Lo ricordiamo con questo precedente articolo di Alfredo:

Invidio Luis Gasca!

Invidio Luis Gasca. Se non avete mai sentito parlare di lui, date un’occhiata alle pagine <http://es.wikipedia.org/wiki/Luis_Gasca> e <www.tebeosfera.com/autores/luis_gasca.html>, necessariamente incomplete in quanto la sua produzione aumenta a ritmo serrato, e comprenderete parte delle ragioni del mio sentimento. Come traspare dalla sua bibliografia, Gasca è un uomo dalla vasta cultura; è stato avvocato, editore, sceneggiatore ed è un profondo conoscitore delle arti e dei mezzi di comunicazione: letteratura, fumetti (è tra i fondatori del glorioso Salone dei Comics di Lucca), cinema (è stato direttore del Festival di San Sebastian), illustrazione, teatro, musica. Ancor oggi frequenta regolarmente i principali esponenti di queste discipline: pittori, disegnatori, musicisti, scrittori, fumettisti, registi, attori e attrici sparpagliati in tutto il mondo. In più è un appassionato e attento raccoglitore di libri, fumetti, DVD, tavole originali, figurine, oggetti, foto di scena, diapositive e dossier sulla cultura popolare. Questi ultimi sono costituiti da ritagli di giornali, riviste, fumetti, fotografie, pubblicità, e tutto quanto può essere stampato, organizzati in un’infinità di tematiche e sottotematiche, come “onomatopee”, “città viste dall’alto”, “cuori stilizzati”, “giarrettiere”. Negli anni ‘80, Luis e io siamo stati insieme alla Fiera di Sinigallia – un mercatino di Milano analogo a quello di Porta Portese – e ho potuto ammirare il suo modus operandi. Dapprima ha riempito una grossa valigia di fumetti piuttosto malconci ma scelti con molta cura; poi ha esaminato ogni albo e staccato le pagine che gli interessavano; quindi, dopo aver indicato sul margine la loro provenienza, le ha suddivise per temi in cartelline provvisorie ricavate piegando in due fogli di carta da macchina. La valigiata di carta era divenuto un pacchetto facilmente trasportabile il cui contenuto sarebbe stato poi disposto definitivamente nelle cartelle “ufficiali”. Mi spiegò che aveva iniziato questo lavoro di ritaglio/catalogazione ai tempi del liceo (per la cronaca lo continua ancor oggi a ottanta anni), e che lo spesso lo portava avanti per passare il tempo durante i viaggi aerei particolarmente lunghi (ha al suo attivo più ore di volo di chiunque io conosca); mi domando che cosa pensassero della faccenda i suoi vicini di posto. I dossier sono ora circa sessantamila; quasi tutto il repertorio iconografico dei libri di Luis proviene da questo incredibile archivio, a cui attingono varie istituzioni e siti come <http://bib.cervantesvirtual.com/IVCentenario/imagenes.shtml>, il quale raccoglie un gran numero di immagini popolari di Don Chisciotte. 

Ma non è per questo che lo invidio. Luis è riuscito a realizzare il sogno di tutti coloro che, pur se umili dilettanti nei suoi confronti, hanno raccolto montagne di libri e di altro materiale trasformando le loro case in magazzini e riducendo le loro mogli (sante donne!) alla disperazione. Di chi non riesce più a trovare un libro appena acquistato perché è stato inghiottito dal caos. Di chi si rende conto che prima o poi, anche molto poi, le loro raccolte, messe faticosamente insieme in base a conplessi percorsi razionali e affettivi, finiranno smembrate o gettate via, e chi si chiede se non sarebbe stato meglio lasciare agli eredi qualcosa di più utile.

 

Dopo aver trascorso notti insonni ad analizzare sinistri scricchiolii temendo che indicassero cedimenti delle solette per il peso del materiale, o a controllare che non ci fossero perdite d’acqua al piano di sopra, Luis Gasca ce l’ha fatta. Ha trovato il modo di sistemare la sua raccolta nelle migliori condizioni possibili, di catalogarla minuziosamente in termini museali, di metterla a disposizione degli studiosi del presente e del futuro. La “Komikiak Coleccion Gasca Bilduma”, ovvero “collezione di fumetti Gasca” (“Bilduma” significa “raccolta” in lingua basca) di San Sebastian, dove è nato e risiede, è ormai una realtà. Anche se i lavori sono ancora in corso: “La sezione espositiva non è ancora stata allestita” – spiega Luis – “Abbiamo lo spazio, ma a causa della crisi non è per ora possibile assumere il personale necessario”. Lo spazio si trova nella centrale via Reyes Catolicos, più nota come “Reyes alcolicos” in quanto zeppa di baretti frequentati dagli studenti; è una sezione distaccata del vicino Centro Culturale Koldo Mitxelena, una grande e frequentatissima biblioteca multimediale aperta nel 1993 dalla Deputazione di Guipazcoa (la regione di San Sebastian) e gestita dal dipartimento di Cultura, Gioventù e Sport. “Nel 2004 il Centro Culturale mi chiese del materiale per una mostra d’arte” – ricorda Luis – “e io li sorpresi dando loro molto ma molto di più di quanto speravano. Così è nato il rapporto con l’istituzione, che si è sviluppato corso del tempo.” Per farla breve, dopo lunghe trattative e dopo aver ottenuto una serie di garanzie, Gasca ha concesso in donazione alla Koldo Mitxelena il grosso della sua sterminata raccolta, e nel 2011 la sede  della “Komikiak Coleccion Gasca Bilduma” è stata finalmente inaugurata. 

La struttura si sviluppa su due piani. In quello superiore si trovano gli uffici, la raccolta dei video, delle tavole originali (circa 3000) e il centro per la catalogazione; un ampio spazio è già pronto per ospitare ospiterà la sezione espositiva e le mostre tematiche, ora allestite nella sede della Biblioteca. “In attesa che la crisi si concluda (e Dio solo sa quando ese accadrà) e che sia possibile allestire una vera esposizione, intendiamo realizzare un museo virtuale su Internet” – spiega Luis. “Il primo step è la catalogazione del fondo, in fase di ultimazione (se volete arrivarci direttamente, l’indirizzo è lunghissimo: meglio collegarsi con <http://kmk.gipuzkoakultura.net/>, click su “Biblioteca”, Click su “Acceso al catalogo”, click su “por fondo”, Click su “Luis Gasca”), poi seguirà la messa in rete delle scansioni del materiale più interessante, custodito nel sancta sanctorum”. Il quale – come da tradizione – si trova in un vasto sotterraneo ben protetto da porte blindate, telecamere e allarmi. Qui, a temperatura e umidità mantenute costanti, in decine di sofisticati armadi con porte a scorrimento a prova di incendio e allagamento, si trova la collezione vera e propria. Migliaia di libri dedicati al fumetto, al cinema e alle arti popolari (“Ho voluto che il cartellino con il numero di catalogo non fosse incollato sulla costa come normalmente nelle biblioteche ma agganciato con una cordicella, per non sciupare le copertine”); i famosi 60.000 dossier, una sterminata raccolta di merchandising di personaggi del fumetto e del cinema, tra cui tutti gli oggetti licenziati dalla Disney a partire dal 1929; montagne di fanzine e riviste specializzate; un’immensa quantità (“superano il milione”) di diapositive, foto di scena e manifesti da film; interi fondi donati all’istituzione da artisti o dalle loro famiglie: “La voce ha comiciato a girare, e sempre più spesso qualcuno decide di affidare alla Coleccion raccolte spesso preziose che rischiano di fare una brutta fine”. Il tutto liberamente consultabile, previo appuntamento con il Centro Culturale. E con il grande vantaggio di avere una casa finalmente sgombra.

Alfredo Castelli