Anche quest’anno a ottobre si è svolta la VIEW Conference. Uno dei maggiori eventi dedicati alla Computer Graphic al mondo giunta alla sua ventunesima edizione senza smettere di stupire per la qualità dei contenuti.
L’edizione 2020 è stata interamente virtuale e i vari interventi, conferenze, Masterclass e tavole rotonde erano svolte virtualmente (é possibile vederli on demand a pagamento nel sito di VIEW Conference)
Tra i grandi ospiti che hanno animato quest’edizione virtuale c’è stato Tony Bancroft, un nome leggendario dell’animazione.
Carachter design, regista e insegnante d’animazione. Responsabile della caratterizzazione di decine di personaggi comici realizzati in oltre trent’anni di carriera iniziata alla Disney: dove il suo talento nel realizzare personaggi comici venne notato e valorizzato.
Durante la masterclass fatta per VIEW Conference intitolata “Animating Comedy Character with Tony Bancroft” ha raccontato come la sua passione per la comicità sia iniziata da bambino, quando pensava che sarebbe diventato un attore comico. Ma non reputandosi abbastanza interessante da vedere decise di far ridere gli altri tramite il disegno.
Entrato alla Disney come animatore negli anni ‘90 riuscì brevemente a fare carriera tanto da vedersi affidata l’animazione completa delle spalle comiche dei film. Occupandosi dei personaggi, sviluppandone le gag e seguendoli durante tutto il film.
Quindi, mentre Andreas Deja si occupava dei cattivi e Glean Keane degli eroi lui era quello che si offriva sempre quando dovevano realizzare le spalle comiche. Lui ama lavorare con i personaggi comici perché la reazione del pubblico è immediata, puoi vedere che le persone ridono e per lui non c’è nulla emozionante di questo.
Sempre durante la Masterclass Tony Bancroft ha parlato dell’evoluzione dei personaggi comici a partire dai papiri egizi alla satira del medioevo fino alla nascita, in Italia, della Commedia de l’arte, dove le varie tipologie di personaggi comici vennero identificate e caratterizzate in personaggi riconoscibili che rappresentavano vari ceti sociali.
Ogni personaggio aveva una sua maschera e un suo modo di muoversi che lo identificava e agli attori bastava cambiare maschera a vestito per passare da un personaggio all’altro.
Nacquero così degli archetipi che sono ancora oggi riconoscibili dal pubblico. Personaggi che conosciamo e con cui ci identifichiamo.
Parlando delle figure dell’animazione che lo hanno ispirato racconta che i suoi eroi sono stati Chuck Jones e Ward Kimball. Persone in grado di rendere incredibilmente espressivi i loro personaggi.
Entrato alla Disney ebbe la fortuna di avere come mentore Will Finn, da lui imparò tutto quello che sa sulle regole dell’animazione, della battuta e dell’esagerazione oltre il possibile per rendere tutto più comico. Fu grazie a lui se a 25 anni poté diventare l’animatore principale di Timon e Pumbaa ne “Il re leone”.
Secondo lui nell’evoluzione della commedia il fumetto è stato un passo importantissimo per lo sviluppo dell’umorismo grafico. L’ispirazione iniziale venne dai ceti più popolari, esattamente come per la commedia dell’arte, spesso persone povere che cercavano di tirare avanti. Tony Bancroft pensa che il lato meraviglioso di questi fumetti del passato fosse come il loro far ridere delle cose comuni mostrando personaggi che, nonostante gli capitasse sempre di tutto, andassero avanti abbia aiutato molto la povera gente che leggeva le loro avventure ogni giorno sul giornale.
Nei fumetti la grande influenza per lui fu Sergio Aragones, il leggendario fumettista di “MAD” autore di un numero esorbitante di fumetti comici senza dialogo dai tempi comici perfetti divisi in poche vignette.
Per spiegare meglio come si lavora nello sviluppare una gag ne mostra una che aveva sviluppato per il film “Le follie dell’imperatore”, dove si occupava del personaggio Kronk, che amò da subito perché lo doppiava un comico che gli piaceva.
Mostra come dallo schematico storyboard lui abbia aggiunto elementi alla recitazione dei personaggi, pause e movimenti del corpo e dei visi aumentando il più che poteva l’effetto comico del testo.
Consiglia agli studenti di disegnare tanto e come professore sostiene che sia meglio partire studiando animazione in 2D anche se si vuole fare carriera nel 3D, perché è importante imparare a disegnare le espressioni. Per lui il successo di una battuta si trova sempre nel modo divertente di disegnarla più che nella frase.
Oltre alla Masterclass Tony Bancroft ha preso parte a altri eventi del VIEW Conference. Come il panel personale “Just Clowing Around: the comical mis-adventures of Animal Creackers”, dove ha raccontato le vicende legate alla produzione del suo ultimo film “Animal Crackers”.
Una vera odissea con il film realizzato a basso budget tra USA e Spagna in due anni di lavoro serrato che lascia tutti i coinvolti soddisfatti, sia per l’animazione che per il prestigioso cast di doppiatori che sono riusciti a coinvolgere. Ma una volta finito e dopo averlo presentato in anteprima al Festival d’Annecy 2017 tra il plauso generale dei critici il problema venne dai distributori.
Dopo l’imprevedibile fallimento del primo ne hanno cambiati due, entrambi promettevano o prendevano impegni senza mai decidersi a distribuirlo e l’unica soluzione in quel caso è stato fare causa e aspettare che la vicenda si risolvesse. Ma il fatto mise in giro l’idea che il problema fosse nel film, allontanando così altri distributori.
Provarono a proporsi a Netflix per otto volte venendo sempre rifiutati, alla nona era cambiato qualcosa dentro la società e li accolsero a braccia aperte facendo uscire il film, casualmente, nel periodo più favorevole. Il 24 luglio 2020, quando molte nazioni del mondo erano in lock down e le persone rimaste in casa non potevano andare al cinema, ma potevano vedere film in streaming.
Tony Bancroft ha preso parte anche alla tavola rotonda “The Future of Cinema” insieme ai registi Tomm Moore, Jorge R. Gutierrez e Louise Bagnall. I quattro sono stati d’accordo nell’attribuire alla distribuzione via steaming maggiori possibilità rispetto a quella nei cinema. Senza il problema di trovare il distributore, senza la leggenda che se non incassi più di una certa cifra durante la prima settimana il tuo film non avrà mai successo e non ha senso continuare a distribuirlo, con la possibilità di realizzare storie che non siano raccontate partendo sempre e solo dal punto di vista della cultura del nord America aprendosi alle altre culture del mondo e senza l’obbligo di rispettare una durata standard per le loro storie, dando in questo modo più possibilità alla distribuzione di cortometraggi a film molto lunghi.
Altre cose emerse durante questo panel è stato l’impegno che Tony Bancroft impiega in qualità di professore d’animazione. È contento nel vedere come negli anni il numero di studentesse sia aumentato arrivando da un passato dove gli alunni erano quasi unicamente maschi a un presente dove la maggioranza spesso è femminile.
Quando iniziò a lavorare alla Disney ebbe l’occasione di incontrare alcuni dei leggendari “Nine Old Man” e pensava che anche lui avrebbe lavorato lì tutta la vita. Ma non è andata così, ha cambiato studio più volte, ha fatto tante cose differenti e ciò gli ha aperto mondi che non conosceva, rendendolo davvero felice.
In conclusione, per Tony Bancroft il futuro dell’animazione è più luminoso che mai.