6 Novembre 2020 10:30

DIPLOMI CSC 2020. Creatività senza restrizioni.

Domenica 25 settembre a Torino all’interno della sala 1 del cinema Massimo si è tenuta la cerimonia di diploma del Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) di Torino, sezione animazione.

Una cerimonia attesa, rinviata già tre volte a causa della pandemia mentre i cortometraggi fatti dai diplomati giravano per i festival di tutto il mondo.

La gioia dei presenti era palpabile. I diplomati si salutavano felici dopo mesi che non si vedevano se non tramite lo schermo e i professori avevano l’aria soddisfatta di chi è finalmente riuscito a realizzare qualcosa.

In una sala dal pubblico disposto occupando una sedia sì e una no (a meno che non fossero persone che vivono insieme) si sentivano discorsi allegri, racconti di cosa si fosse fatto negli ultimi mesi, risate e commozione.

È stata una cerimonia dei diplomi molto sobria e “ridotta” alla sola visione dei corti di diploma. Senza mostrare i lavori realizzati dagli studenti del primo e secondo anno realizzati su commissione della città o per eventi culturali, ne i progetti/lavori di chi si è diplomato in passato.

Questo però non ha impedito all’evento di essere una calda immersione nella magia del cinema d’animazione. Quella fatta da chi inizia e ha sia dubbi che tanti, tanti sogni e volontà di farcela.

I cinque cortometraggi sono l’occasione di sperimentare, oltre che di lavorare insieme a un progetto. Ognuno dei corti era profondamente differente dagli altri per: stile, tecnica e, soprattutto, per intento poetico della storia narrata. Perché tutti e 5 erano realizzati su storie ben sceneggiate e articolate sapientemente usando l’arte dell’animazione nel modo più emotivamente adatto a ciò che raccontavano.

Come ogni anni apre l’evento Chiara Magri, la direttrice didattica del CSC che presenta gli ospiti venuti apposta per parlare dell’evento. Monica Cipriani responsabile alla direzione generale del CSC e Adriano De Santis, preside del CSC al suo primo anno.

Monica Cipriani inizia il suo discorso raccontando quanto sia una bella conquista per lei essere in quella sala dopo tutto ciò che è capitato (e sta capitando) e ci ha travolto. È molto felice nel dire che “I ragazzi c’è l’hanno fatta nonostante tutto!”

Ringrazia Paolo Manera di Film Commission, Domenico Di Gaetano del Museo del Cinema. La Compagnia Di San Paolo e il suo rappresentante Enrico Melis e Vittoria Poggio, assessore alla cultura della Regione Piemonte per il sostegno dato alla Film Commission.

Dopo i ringraziamenti Monica Cipriani ha invitato l’assessore Vittoria Poggio a unirsi a loro. Cosa che l’assessore ha fatto prontamente per poi iniziare a raccontare il rapporto tra la regione e il cinema.

Diciannove anni, fa la regione ha iniziato a fare una una convenzione con il cinema perché credeva nei giovani talenti e vedeva nello sviluppo del cinema una nuova possibilità sia artistica che lavorativa.

La regione crede ancora nel settore e continuerà a farlo.

Ringrazia gli studenti, che hanno lavorato online sviluppando ulteriori idee e hanno dimostrato un forte impegno sociale nei temi delle storie sviluppate. Parlando di soggetti importanti, come la depressione, con sincerità e sperimentazione insieme che l’hanno colpita.

L’assessore Vittoria Poggi continua a fare complimenti agli studenti e dice loro che hanno un gran talento e i diplomi che riceveranno oggi li aiuteranno e incoraggeranno per il futuro.

La parola passa al preside Adriano De Santis, che racconta quanto lui ami il cinema e abbia sempre tenuto d’occhio l’animazione, convinto che in essa ci siano grandi potenzialità e grandi talenti.

Tra i diplomi della scuola sono quelli che gli piacciono di più e ringrazia tutti per avercela fatta. Anche se è un periodo difficile c’è una grande voglia di ricominciare e il CSC ripartirà, insegnando a fare cinema.

La parola torna a Chiara Magri, che racconta di come i cortometraggi vengano fatti dagli studenti. Al contrario che negli studi d’animazione, dove ognuno ha un ruolo specifico, i loro studenti vengono istruiti in ogni aspetto del lavoro per poi lasciar decidono loro i ruoli che ricopriranno nella produzione del corto in base alle loro inclinazioni personali.

Lavorare tutti insieme alla storia e dividersi la regia tra di loro aiuta a scontrarsi e a confrontarsi. La discussione è un bene perché l’animazione non ha un set con attori da dirigere e con cui discutere e capirsi per fare un buon lavoro. Questa libertà comprende il lasciargli fare degli errori che dovranno affrontare e superare durante il lavoro.

Chiara Magri racconta che il cortometraggio “What ever happened to Darwin?”, di Leonardo Altieri, Sara Crippa, Giulia Manna e Maria Nocerino che era tra i corti dei diplomi 2019 è stato insignito del premio Corto d’Argento 2020 per l’animazione e vincitore del premio per la miglior animazione Animex Award 2019 e chiama sul palco Domenico De Gaetano direttore del Museo del Cinema per raccontare i fatti e in seguito mandano il cortometraggio sul grande schermo.

Inizia finalmente la parte fondamentale della serata, la Proiezione dei Corti di Dipolma 2020.

il primo a essere proiettato è “Casus Belli” cortometraggio in disegno animato di Marta Marini, Andrea Monnet, Camilla Pannone, Elena Rossi e Francesca Sudano, che viene seguita dal suo adorabile cane.

La storia riprende la Batracomiomachia ”, un poema greco attribuita a Omero che racconta della grande guerra tra topi e rane. Talmente feroce che finì con l’attirare l’attenzione degli dei dell’Olimpo.

Camilla Pannone racconta che hanno dato una rilettura contemporanea alla storia e hanno voluto cercare uno stile che ricordasse quello delle illustrazioni per l’infanzia, per poter raccontare una favola e poter trattare il tema della guerra senza renderla maestosa ma mostrandone l’insensata tragicità. Tutto il motivo del conflitto si basa su un fraintendimento che si sarebbe potuto risolvere discutendo e che invece diventa sempre più grande esplodendo in una dichiarazione di guerra.

La storia si è sviluppata con il proseguire del lavoro, è stato un grande lavoro di gruppo, dove ognuno ha realizzato qualcosa. Sono molto felici del risultato ottenuto.

Consegnano i diplomi Chiara Magri e Adriano De Santis.

Il secondo cortometraggi è “Posto 42” cortometraggio che Mischia animazione 2D e sperimentazioni di Andreana Boatta, Filippo Di Piramo, Alice Di Natale e Nicola Giacomelli.

Il corto racconta di un ragazzo che, seduto su un sedile di un treno che viaggia senza meta precisa si chiede quale sarà il suo futuro e cosa voglia fare della sua vita. Il pensiero lo opprime così tanto che inizia uno strano viaggio attraverso il treno e i suoi ricordi, le sue paure e il suo futuro con l’obbiettivo di incontrare il capotreno e chiedere a lui la direzione.

Filippo Di Piramo è incaricato dagli altri di raccontarne la lavorazione. Volevano realizzare un cortometraggio che parlasse di pensieri e problemi e che fosse un grande viaggio mentale e esistenziale, ma che nel farlo fosse divertente. Il risultato è notevole.

Alice Di Natele mostra felice il modello in creta del protagonista che ha realizzato come guida all’animazione, le piacerebbe potere plasmare modelli simili per le produzioni nei grandi studi e il talento non le manca.

Terzo cortometraggio proiettato è “Siderea”, un cortometraggio a disegni animati in 2D molto poetico di Elisa Bonnandin, Fiorella Cecchini, Isabel Matta e Carlotta Vacchetti.

La storia racconta di una ragazza che vive dentro una casa posta in un bosco. Colleziona e ama tutte le piccole cose della natura che arrivano per caso in casa sua, ma ha una paura grandissima di uscire dalla casa, anche solo per andare nel cortile. Un giorno che il vento le porta via tutti i suoi tesori costringendola a dover trovare il coraggio di aprirsi alla natura.

Carlotta Vacchetti racconta la produzione. Tutto è partito da una poesia di Mariangela Gualtieri che gli piaceva e ha conquistato tutte. Volevano realizzare il cortometraggio in uno stile illustrativo e sono riuscite a farcela anche grazie all’aiuto del professore Angelo Gabriele Barrocu, che ha modificato il programma per rendere possibile ottenere in digitale la freschezza degli schizzi iniziali.

La lavorazione è stata difficile, ma erano tutte così determinate che anche i prof si sono affezionati al personaggio.

Quarto cortometraggio presentato è “Abdíta” cortometraggio in 3D di Valentina Giorgi, Arianna Morganti, Dennis Pezzolato e Giulia Zanette.

La storia racconta di una madre che vive con la figlia piccola. Purtroppo la madre soffre di forti crisi depressive e quando queste la prendono per sentirsi sicura si chiude nell’armadio di casa. In questa situazione più grande di lei la bambina non sa cosa fare. Ma nonostante questo tenta di aiutare e stare accanto alla madre aspettando la fine delle crisi.

Valentina Giorgi racconta come si è svolta la realizzazione. Il 3D non è molto amato nella scuola, per questo hanno dovuto faticare un po’ a convincere i professori che potessero riuscire a raccontare una storia.

Il 2D viene considerato più pedagogico per insegnare i vari aspetti dell’animazione, mentre il 3D ha l’inconveniente di dare l’impressione di troppo simile alle altre produzioni 3D. Quindi per realizzarlo hanno dovuto trovare uno stile 3D che andasse oltre il tipico. Volevano parlare di depressione con serietà, mostrando senza abbellimenti quanto questa condizione possa bloccare la vita sia di chi ne soffre che delle loro famiglie. Lo stile utilizzato è scarno, distorto e oscuro. Evita il fotorealismo e i filtri per rendere tutto rotondo e soffice. I personaggi sono resi in tutta la loro fragilità. Spigolosi, dagli occhi vuoti e espressioni strazianti. Davvero un corto impressionante.

Chiara Magri dice ai suoi allievi che il motivo dell’iniziale opposizione dei professori alla realizzazione del corto in 3D era che i disegni preparatori che i quattro avevano fatti erano così belli che gli dispiaceva che non lo facessero disegnato. Ma adesso sono felici del risultato.

Quinto cortometraggio è “En rang par deux”, cortometraggio documentario animato di Elisabetta Bosco, Margherita Giusti, Viola Mancini e i due protagonisti/coautori Aliou Diop e Afif Ben Fekih.

La storia racconta dell’incontro e sodalizio musicale tra i due musicisti Aliou Diop e Afif Ben Fekih. Dai motivi per cui hanno lasciato i loro paesi d’origine a come si siano incontrati a Roma e li abbiano abbiano fondato un gruppo di ricerca musicale con l’idea di usare la musica per raccontare storie e far conoscere la vita di chi emigra e la mancanza di ostilità che li porta a venire in altri paesi.

Margherita Giusti racconta che l’idea del corto è nata dall’incontro con i due musicisti e il desiderio di raccontare la loro storia. Un racconto che diventa videoclip, con stili differenti e disegni fatti dipingendo virtualmente sul filmato/intervista che gli hanno fatto e che servirà a promuovere l’associazione. I due protagonisti hanno lavorato con loro nel decidere come montare il filmato e sono estremamente contenti del risultato ottenuto.

L’impressione che crea è quello di un mondo musicale multietnico libero e aperto alle contaminazioni e alla ricerca. Dove l’arte è la cosa più importante.

Questo è stato l’ultimo dei cortometraggi. Cinque meravigliose gemme che hanno sorpreso un pubblico di parenti e amici, felici di vedere quanto l’animazione possa essere in grado di coinvolgere.

Chiara Magri chiama a se Monica Cipriani, che chiude la serata facendo un grande “In bocca al lupo” a diplomati e diplomate, seguita dal preside Adriano De Santis, che approfitta per ribadire quanto questi cortometraggi di diplomi siano stati uno spettacolo con dei lavori fatti molto bene e con bei temi.

La cerimonia finisce qui. Con tutti i diplomati che hanno chiesto di poter fare una grande foto di gruppo per ricordo della serata e altre foto senza mascherina.

Stare in mezzo a un pubblico tanto entusiasta è stata una grande gioia e non si nasconde che sentire le parole dell’assessore Vittoria Poggio nel ribadire il sostegno della regione al cinema e alla scuola CSC abbia fatto tirare molti sospiri di sollievo tra i professori e i membri della direzione.

Auguriamo a tutti un futuro meraviglioso e gratificante. Che faccia brillare il loro talento.