1 Ottobre 2020 08:05

Hergé, figlio di Tintin

Hergé, il creatore di Tintin (ecc.), classe 1907 (che gli esperti di fumetto conoscono come uno degli autori che ha avuto più influenza sugli altri nella storia del fumetto francono e non solo), era un giovane “decisamente molto influenzabile, per il meglio spesso, ma talora anche per il peggio”, racconta Peeters nella sua famosa biografia di Hergé.

Quale sia stata la più nota fra le influenze che subì in quel periodo del Novecento, è risaputo: il suo mentore, il simpatico e bonario abate Norbert Wallez, cattolico integralista e fascista.

L’abate fu la fortuna di Hergé.
Hergé aveva lavorato per la testata degli scout del Belgio. Il 31 ottobre 1925 entrò a fare l’impiegato addetto agli abbonamenti del giornale Le Vingtième Siècle. Quindi fu proprio Wallez, che intendeva creare, come costola del giornale per adulti, un giornalino per la gioventù per far propaganda religiosa (Le Petit Vingtième), a chiamarlo in questa nuova redazione e, di lì a poco, a chiedergli di dare vita a un personaggio a fumetti avventuroso in cui i ragazzini potessero immedesimarsi. Hergé lo creò, lo chiamò Tintin e le sue prime avventure furono ovviamente “supervisionate” (e direi anche “indirizzate”) dall’abate, in cui Hergé aveva totale fiducia. Poi, conquistata, a sua volta, la fiducia dell’abate, Hergé fu lasciato solo a gestire il fumetto e le cose presero, pian piano, un’altra piega.

L’abate fu anche la disgrazia di Hergé.
Il troppo facilmente influenzabile giovanotto Hergé non pensava certo che il prete dalla faccia simpatica, che lo faceva lavorare, che indirizzava anche la sua vita personale, potesse consigliarlo male. Inoltre aggiunse gli amici dell’abate alla lista dei suoi amici scout, assimilandoli alla fiducia indiscutibile e incrollabile che aveva in Wallez.
Mettici gli ideali scout dell’amicizia eterna, della lealtà e della fedeltà, e voilà, se nella lista hai anche persone poco raccomandabili (qualche narcisista, qualche mitomane, una cifretta di razzisti e antisemiti, qualche estremista cattolico, qualche fascista, poi diventato magari nazista, per dire), ahi ahi ahi.

Un passo falso… – Originale d’asta.

Per cominciare a ragionare diversamente, per venirne fuori, per capire e fare autocritica e cambiare decisamente e convintamente direzione, ci volle il suo tempo, come suol dirsi. Chi non ha passato esperienze di questo tipo (dare entusiastica fiducia e amicizia a chi solo più tardi si scopre sarebbe stato meglio evitare), forse non si rende conto di quanto, certi imprinting (religiosi, politici, filosofici, sempre conditi di certezze assolute e indiscutibili ecc.), siano ardui da identificare (e accettare) come “errori” e altrettanto da scardinare.

“Non sbaglia mai!”

E non è che dagli scout gli fossero arrivati solo stimoli positivi, purtroppo.
Il piccolo Hergé aveva, pare, già subìto traumi sessuali da parte di una persona di famiglia (uno zio, si dice, secondo quanto riporta Peeters). Quando entrò negli scout dovette anche digerire un ambiente discutibile, che sicuramente ha aggravato la sua situazione psicologica.

Scansione da Cahiers de la BD HS marzo 2020 – pag.8

Strani giochi sadomasochisti, sedute di masturbazione collettiva, lanci di freccette appuntite sui corpi nudi dei novizi, rituali che gli provocavano un forte disgusto, ma che doveva subire. Il senatore e barone Paul de Moffarts pare fosse l’istigatore di tali “iniziazioni” idiote e nefaste. Niente a che vedere con le Giovani Marmotte, insomma, nemmeno con quelle un po’ citrulle che furono oggetto della satira tagliente di Carl Barks sullo scoutismo americano: queste, al massimo, sbavano per delle insulse medagliette.

Insomma, quando Peeters dice che Hergé è figlio di Tintin, s’intende che se poi, man mano, e non senza sforzo e sofferenza, Hergé è diventato un’altra persona, lo deve anche al suo personaggio, che maturava fra le sue mani, facendo maturare l’autore di conserva. Le persone possono cambiare, sì, anche in meglio. Non tutte lo fanno, è vero, alcuni di noi sono pervicacemente, inossidabilmente, irremovibilmente incrostati fino alla fine. Altri evolvono. Ma questa è un’altra storia…

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