18 Settembre 2020 12:34

Bella Ciao di Baru

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“L’ideatore di “Quequettes blues”, “Autoroute du soleil” e “The Sputnik Years” pubblica “Bella Ciao”, una variazione sulla violenza del viaggio dell’immigrato per entrare a far parte di una comunità. Che sia ieri o oggi…”

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“Bella ciao, è una canzone di rivolta, che è diventata un inno alla resistenza in tutto il mondo … Appropriandosi del titolo di questa canzone per renderlo quello della sua storia, mescolando saga familiare e finzione, realtà fattuale e storica, tragedia e comica, Baru ci racconta una storia popolare di immigrazione italiana. Bella ciao è per lui un tentativo di rispondere alla domanda scottante del nostro tempo: quella del prezzo che uno straniero deve pagare per smettere essere così, e diventare trasparenti nella società francese. Lo straniero qui è italiano. Ma possiamo dubitare dell’universalità della questione? “Teodoro Martini, il narratore, ricostruisce la sua storia familiare, secondo il fluttuazioni nella sua memoria, che rievocano la memoria della trentina di persone che erano, quarant’anni prima, al suo pasto di comunione. La storia si sviluppa come il ricordo di Teodoro, tutto in discontinuità cronologica. Si tratta di un massacro ad Aigues-Mortes nel 1893, la resistenza ai nazisti, il ritorno al paese, Mussolini, Claudio Villa, Black Socks e Maurice Thorez … morte degli altiforni … Insomma, il prezzo da pagare per diventare trasparenti. Con Quéquette Blues, pubblicato negli anni ’80, e Sputnik Years, pubblicato all’inizio del secolo, Bella Ciao può essere visto come l’ultimo capitolo di una trilogia, concepita come la spina dorsale dell’universo narrativo di Baru.”

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