24 Luglio 2020 07:51

Gli amici di Hergé numero 69: copertina coraggiosa

Mi è arrivato il numero 69 del semestrale Les Amis de Hergé (rivista dell’omonima associazione di cui faccio parte), che, come al solito, condivido con te che leggi afNews, per quanto riguarda copertina e indice, scansionati di fresco.

L’immagine di copertina era sconosciuta e inedita. E’ un disegno fatto nel maggio del 1945 da Hergé su richiesta della mamma di Annie, una bambina di 2 anni il cui papà era in prigione. La scelta dell’associazione di farla comparire in apertura è stata per certi versi coraggiosa, giacché l’allegra sfilata festosa, nella quale compare anche Hergé stesso, offre spunti che si prestano a note controversie. Il contesto delicato cui si riferisce viene presentato schiettamente nella rivista, senza eludere alcuno dei problemi che vi sono legati.
La citazione di George Simenon fatta da Philippe Goddin nell’editoriale (“Comprendere, non giudicare“), prepara alla contestualizzazione sviluppata in dettaglio e senza sconti nelle pagine da 20 a 22. Lì si trova il disegno completo, la lettera di Hergé alla bambina e si coglie come l’imperativo morale dell’amicizia a ogni costo, che fu uno dei valori essenziali di Hergé, una virtù da praticare senza limiti, lo ha portato, in quel terribile periodo della Storia, a non riflettere abbastanza sulle sue amicizie d’infanzia e a non tenere minimamente in considerazione le conseguenze personali per la propria indiscutibile fedeltà agli amici, anche a quelli veramente decisamente compromessi con l’invasore nazista. Ingenuamente Hergé spera ancora che gli animi possano rasserenarsi, in Belgio, e che i suoi amici possano venirne fuori indenni, “perdonati”, diciamo così, per i loro errori…
Ma ci vorrà un bel po’ di tempo, come in Italia, perché in Belgio cambi il clima, diventi meno draconiano e si parli di pacificazione nazionale. Nel frattempo qualcuno avrà non solo scontato un po’ di prigione, ma sarà stato giustiziato.
E tempo ne servirà un bel po’ anche a Hergé stesso per capire. Perso dietro i suoi fumetti, pieno degli ideali positivi degli scout e cresciuto in quel particolare ambiente cattolico belga che del messaggio evangelico aveva colto cose molto diverse da quelle che ci si aspetterebbe da un “cristiano”, Hergé deve ancora crescere e maturare e mutare molto.
Lo farà, in effetti. Probabilmente aiutato ad evolversi proprio dai suoi stessi personaggi.
Tagliare col passato, capire gli errori (propri e altrui), rigettare convinzioni e certezze assolute di cui era stato infarcito, che credeva oneste e immarcescibili, gli costerà parecchio in traumi psicologici e disturbi depressivi. Innamorarsi di un’altra donna forse è stato decisivo per seguire definitivamente la strada che Tintin gli aveva indicato. Ma questa, come tutte le storie dei singoli esseri umani (cariche di eventi, ricordi, emozioni, traumi, gioie, sofferenze, errori e progressi, di molto più di quel che si possa immaginare dall’esterno, e tutto il resto che ci accomuna tutti), richiederebbe tomi e tomi. Peraltro, ne sono usciti già diversi in libreria e tutti decisamente spessi.

In quarta di copertina fa da contraltare un’altra immagine festosa, stavolta assolutamente non problematica, per festeggiare i 35 anni dell’associazione.


I libri citati qui erano stati segnalati precedentemente in diretta su afNewsExtra.
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