ANIMAPHIX
International Animated Film Festival
Sesta edizione
29 luglio – 2 agosto 2020 / Bagheria (Palermo), Villa Cattolica – Museo Guttuso
Il cinema d’animazione autoriale polacco protagonista della retrospettiva della sesta edizione di Animaphix.
Sono 30 i film dell’importante e corposa retrospettiva, che la sesta edizione di Animaphix dedica al cinema d’animazione polacco, e presenta in anteprima nazionale: dai lavori rappresentativi della Scuola Polacca di Animazione, fenomeno artistico nato alla fine degli anni Cinquanta sotto l’egida di Jan Lenica e Walerian Borowczyk, agli autori contemporanei come Piotr Dumala, Mariusz Wilczynski e Tomek Ducki, fino all’approfondimento riservato alle animazioni realizzate da artiste polacche, che si sono distinte per talento, sensibilità e creatività.
Oltre al focus sull’animazione polacca il Festival, in programma dal 29 luglio al 2 agosto a Bagheria negli spazi della settecentesca Villa Cattolica – Museo Guttuso, propone un’ampia selezione di cortometraggi in competizione, approfondimenti, programmi speciali e omaggi.
Questa edizione, che negli scorsi mesi ha avuto una parentesi online con Animaphix Streaming Experience, si concluderà con una finestra aperta sul cinema di animazione per bambini e ragazzi in programma dal 9 all’11 novembre.
RETROSPETTIVA CINEMA D’ANIMAZIONE POLACCO
Nasce dalla collaborazione con il festival partner Etiuda & Anima di Cracovia, e il supporto del Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica di Polonia e del Polish Film Institute l’importante retrospettiva – strutturata in tre segmenti – sul cinema d’animazione polacco che Animaphix presenta in anteprima italiana. Durante la prima serata, la direttrice del festival polacco, Katarzyna Surmacz, illustrerà il progetto “Polish School of Animation – New Way”, costituito da una retrospettiva storica legata al fenomeno artistico, riconosciuto come Scuola Polacca di Animazione, nato alla fine degli anni Cinquanta sotto l’egida di Jan Lenica e Walerian Borowczyk, autori di House (1958), ultimo cortometraggio realizzato insieme e ispirato alla tradizione avanguardista francese degli anni Venti. Tra i film storici spiccano anche: Red and Black (1963) di Witold Gierzs, un western magistralmente dipinto sulla pellicola, Hobby (1968) di Daniel Szczechura, metafora dello schiavismo politico e della lotta per la libertà, Reflesky (1978) di Jerzy Kucia, ironica riflessione sulla vita, Tango (1980) di Zbigniew Rybczynski, accurata compressione del tempo e dello spazio, dove agiscono, senza toccarsi, decine di personaggi. Quest’ultimo riceve il primo premio Oscar della storia del cinema Polacco.
La seconda parte della retrospettiva sarà dedicata agli autori contemporanei polacchi, di cui saranno mostrati, tra gli altri Grade Death (2002), un’animazione creata per l’ultima canzone del noto cantante polacco Grzegorz Ciechowski di Mariusz Wilczynski, Baths (2013) di Tomek Ducki, riflessione sul tempo, sulla terza età e sui limiti del reale, e il crudo Hippos (2014) di Piotr Dumala, già ospite di Animaphix nel 2017, autore quest’anno del film in concorso Last Supper (2019).
La terza e ultima parte sarà una lente d’ingrandimento sulle animazioni realizzate da artiste polacche, che si sono distinte per talento, sensibilità e creatività. Presenteranno dal vivo i loro film Wioletta Sowa regista di Refreny (2008), film che racconta la commovente storia di tre donne di tre generazioni, realizzato al computer – la regista ha dipinto su un tablet, con pennelli virtuali, da lei stessa sviluppati -, e di Xoxo (2016) un gioco a cavallo tra piacere e sensualità; e Izabela Plucinska, regista di Esterhazy (2009), trasposizione del celebre racconto di Hans Magnus Enzensberger, Esterhazy: un coniglio a Berlino che narra le avventure del piccolo coniglio di nobile casata, alla ricerca di una moglie da trovare tra i conigli che vivono all’interno di quella striscia di terra che divideva le parti Est e Ovest del Muro di Berlino, e autrice del film in concorso Portrait of Suzanne (2019), suo ultimo lavoro liberamente tratto da un surreale racconto dello scrittore francese Roland Topor.