19 Novembre 2019 10:05

Leiji Matsumoto al cinema Massimo per i 40 anni di Capitan Harlock in Italia.

Venerdì 15 novembre a Torino nel cinema Massimo si è svolta la proiezione del lungometraggio animato “Galaxy Espress 999”, celebre film del 1979 tratto dall’omonimo manga del grande Leiji Matsumoto.

La proiezione ha fatto parte della celebrazione dei 40 anni dalla prima trasmissione in Italia della serie animata “Capitan Harlock”. Un evento importante che comprendeva molti appuntamenti.

La sala più grande del cinema era stata riservata per l’evento. Centinaia di persone cresciute con le serie scritte da Leiji Matsumoto sono venute, insieme molti hanno portato i figli. Chi voleva ha acquistato una copia di uno dei manga dell’autore, fresco di edizione, prendendo un numero per averla autografata.

La sala intera era in attesa di Leiji Matsumoto, ma già parlando con gli organizzatori si sentiva che il grande fumettista stava poco bene e la sua presenza in sala sarebbe stata limitata, anzi, il suo apparire in sala sarebbe stato più che altro un segno di rispetto verso chi fosse venuto a vederlo.

Ma nonostante il malore Leiji Matsumoto è arrivato in sala. La sua presenza è stata salutata da un grande applauso, l’amore del pubblico era palpabile. Avere davanti l’autore di alcune delle serie animate che più hanno formato l’infanzia di una generazione è stata per tutti un’emozione fortissima.

Con aria decisa Leiji Matsumoto ha preso posto, si è sistemato il suo celebre berretto nero con il teschio rosso con tibie incrociate e si è concesso ai fotografi e alle autorità.

Una fila di appassionati che aspettavano per gli autografi iniziava a muoversi e Domenico De Gaetano, direttore del museo del cinema, stava dicendo quanto fosse felice di averlo come ospite, quando la stanchezza di Leiji Matsumoto è sembrata aumentare sempre di più.  Il traduttore gli ha chiesto preoccupato cosa fare e dopo aver fatto un autografo a un fan se ne sono andati.

Il pubblico ha applaudito per salutarlo, sperando che si rimettesse presto. Felici di averlo visto anche solo per pochi minuti.

La parola passa a Gianni Giuliano, doppiatore italiano di Capitan Harlock  e grande ammiratore di Leiji Matsumoto egli stesso.

Racconta che ha incontrato l’autore solo due volte in vita sua e che questa è stata la volta in cui è riuscito a avvicinarsi un po’ a lui. Ma non a parlargli ne’ altro. Dice di invidiare molto l’unico fortunato a cui è stato fatto l’autografo e che ammira la fermezza di Leiji Matsumoto nell’essere venuto qui nonostante si sentisse male e, soprattutto, l’essersene andato solo non prima di aver fatto almeno una firma. Segno di grande volontà di non deludere il pubblico.

Parlando di cosa possa pensare Leiji Matsumoto del suo doppiaggio di Harlock, immagina che gli debba andare bene altrimenti avrebbe chiesto di distruggere le registrazioni (ride).

Il discorso diventa un viaggio nel mondo del doppiaggio, sia di film dal vero che animati, e di come quest’arte sia cambiata nel corso del tempo. Racconta gli aspetti tecnici del lavoro, le figure professionali e le soddisfazioni che da. Si lancia anche in una polemica sui doppiaggi contemporanei fatti male a causa di adattamenti fatti da persone decisamente incapaci (probabilmente tutti in sala hanno pensato a un nome in particolare, sempre legato all’animazione giapponese) dove si mettono troppe parole e si dimentica che si deve cercare di mantenere la somiglianza con il labiale.

Per meglio far capire cosa sia il doppiaggio fa provare a due volontari a rifare una scena da Capitan Harlock. Fa mandare la scena più volte e i volontari tentano di ripetere seguendo il tono e il tempo dell’originale divertendosi molto nell’impegnarsi a farlo bene.

Ma dopo il doppiaggio arriva il tempo di vedere il film. una grande sensazione di ricordi  e emozioni invade chi è cresciuto con quella struggente storia.

Chi scrive sarà grato per sempre a Leiji Matsumoto per le sue storie sull’umanità, l’ambiente e l’amicizia e spera che si riprenda presto.


Video by Città Metropolitana di Torino, giovedì 14 novembre 2019: