Nella mattinata di ieri, sabato 9 novembre alle ore 11, il Comune di Certosa di Pavia ha intitolato alla grande autrice Grazia Nidasio il piazzale antistante al Monastero di Santa Maria delle Grazie, la “Certosa” di Pavia.
La cerimonia, alla presenza del marito dell’artista, il pittore/architetto Pietro Galli (che ha poi scoperto la targa), è stata officiata dal sindaco di Certosa, Marcello Infurna, e ha visto la presenza di numerose autorità, tra cui una delegazione di primi cittadini del pavese, il presidente della Provincia di Pavia, Vittorio Poma, e il prefetto di Pavia, Silvana Tizzano; tra gli illustri relatori spiccavano l’onorevole Virginio Rognoni (amico intimo della famiglia Galli-Nidasio), lo scrittore Matteo Corradini (co-autore con Nidasio di un pregevole “Alfabeto ebraico”) e il giornalista Raffaele Fiengo, storica firma del “Corriere della Sera”, il quale ha ricordato con fervore l’enorme apporto dell’amica e collega ai supplementi culturali del quotidiano cui ella collaborò per anni come vignettista e illustratrice. Folto il pubblico presente, in cui si riconoscevano tanti amici e “compagni d’arme” della “festeggiata”, come Federico Maggioni, Aldo Di Gennaro, Luigi F. Bona, Ivo Milazzo, e molti altri.
Ultimo tra gli ultimi, il Gatto ha avuto a sua volta l’enorme e immeritato onore di leggere il toccante e al contempo vivido ricordo dell’artista scritto da una dei migliori direttori che il “Corrierino” abbia mai avuto: José Pellegrini – per decenni amica e sodale di Nidasio, purtroppo impossibilitata ad esserci in questa occasione ma presente, eccome, in spirito ed emozioni (il testo qui).
Una bella giornata, baciata dal tempo rimessosi al bello dopo giorni di tregenda, come a voler anch’esso tributare il proprio personale omaggio ad una grande personalità dell’arte e della cultura.
E – ricordiamolo dai! – del Fumetto.
Ecco, forse l’unico rammarico di questa splendida iniziativa, è il non aver visto inserito nei titoli sulla targa anche quello di “fumettista”.
Non sarebbe stato riduttivo, anzi, al contrario: un solo termine avrebbe implicitamente racchiuso anche tutto il resto.
Nessuna polemica, ci mancherebbe: auspichiamo che tante altre amministrazioni seguano il meritorio esempio della Giunta di Certosa di Pavia!
Ma sarebbe stato, infine, un giusto riconoscimento del contributo che gli artisti, i Maestri, della Nona Arte, hanno dato – e continuano, malgrado tutto, a dare – a questo strano, spesso ingrato Paese.
Alla prossima?
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