Questo articolo è su Diabolik e premetto che seguirò la regola che mi sono sempre dato da quando scrivo per AfNews: tratto solo di fumetti che mi piacciono e taccio su quello che non mi piace.
Quindi Diabolik mi piace.
Ok? Allora vado.
L’estate è quel momento dell’anno in cui mi butto nell’edicola più vicina possibile alla spiaggia e compro tutti i fumetti che mi ispirano: ho la tendenza a comprare più albi della stessa testata o degli stessi personaggi, ma non c’è mai materiale sufficiente e mi ritrovo sempre a prendere anche altro. Solitamente prendo fumetti che non sono abituato a leggere e quest’anno è toccato a Diabolik (avrò letto una ventina di albi in tutta la mia vita). Insomma, ecco il mio bottino estivo:
- DIABOLIK, TRAGICO SCAMBIO, numero della serie regolare con allegato l’albo speciale DIABOLIK SOTTOSOPRA – L’UOMO CHE NON SAPEVA RIDERE (€. 4,90)
- DIABOLIK MAGNUM, I GIOELLI PERDUTI (€. 7,90)
- IL GRANDE DIABOLIK, 1-2019 (€. 5,40)
- IL GRANDE DIABOLIK, 2-2019 (€. 5,40)
… e, per non farmi mancare nulla, preso dall’acquisto compulsivo, ho comprato su Amazon anche un altro volume che mi è arrivato il giorno dopo:
- DIABOLIK, FUORI DAGLI SCHEMI (€. 14,25)
Ma andiamo in ordine.
Per primo, ho cominciato a leggere il numero della serie regolare, l’inedito TRAGICO SCAMBIO e ho subito avuto la piacevole sorpresa di trovare due donne nel team creativo, rispettivamente Giulia Francesca Massaglia alle matite e Stefania Caretta alle chine, su sceneggiatura di Roberto Altariva; sottolineo la cosa perché ho scoperto solo in quest’occasione che l’unica altra volta che una donna ha disegnato un albo regolare di Diabolik, fu nel secondo albo della serie (“L’inafferrabile Criminale”, 1963), illustrato da Calissa Giacobini: ho particolarmente apprezzato le matite di Massaglia che ho avuto modo di ammirare sulla pagina Facebook ufficiale di Diabolik.
Leggendo la storia, tuttavia, mi sono ricordato del motivo per cui non seguo Diabolik. Lo schema narrativo è sempre lo stesso: Diabolik e Eva Kant devono rubare qualcosa e nell’operazione ammazzano qualcuno che, il più delle volte, se lo merita eccome. Personalmente lo trovo un po’ troppo prevedibile, anche se in questa storia non sono mancati i colpi di scena.
“Ma come?” potrebbe dire qualcuno, “Avevi detto che ti piaceva e ora dici che lo trovi un po’ troppo prevedibile?”.
Eh, un attimo. Ci arrivo.
DIABOLIK SOTTOSOPRA – L’UOMO CHE NON SAPEVA RIDERE (venduto insieme a TRAGICO SCAMBIO) è una parodia firmata dalla coppia Faraci/Ziche che già aveva collaborato a un paio di brevi storie umoristiche di Diabolik. Con quest’albo, però, hanno fatto le cose in grande e, per la prima volta, ci ritroviamo con una storia umoristica di ben 120 pagine nel classico formato degli inediti mensili. La storia è divertente e i disegni di Silvia Ziche sono azzeccatissimi. Spero ci siano altri volumetti come questo.
La lettura di DIABOLIK MAGNUM, I GIOELLI PERDUTI mi ha intrattenuto con le sue 584 pagine di fumetto, che raccolgono un’avventura sviluppata in 5 storie (comunque autoconclusive) della serie regolare, ma sarò sincero: ho terminato la lettura solo perché volevo vedere come andava a finire la ricerca dei gioielli. Mentre leggevo, pensavo che se fossero state 5 storie scollegate le une dalle altre, probabilmente avrei desistito.
“Ma come?” potrebbe continuare il qualcuno di prima, “Avevi detto che ti piaceva e ora dici che avresti desistito?”.
Sì sì, ci sto arrivando.
Poi IL GRANDE DIABOLIK: l’impatto iniziale mi piace di più, forse perché in questo formato più “Bonelliano” credo ci sia maggiore possibilità di giocare con regia e sceneggiatura, rispetto al formato standard; nel primo albo (1-2019, uscito in aprile) ci sono tre storie: “Un’amica in pericolo” è la più lunga delle tre, con le sue 128 tavole. Scritta a quattro mani da Andrea Pasini e Rossella Finocchiaro, è illustrata dalle matite di Riccardo Nunziati e dalle chine (e retini) di Jacopo Brandi. Le altre due sono storie brevi (16 pagine l’una): “La scelta” è una storia che ha come protagonista Eva Kant, scritta da Tito Faraci e disegnata ancora dalla coppia di autrici Massaglia (matite) e Caretta (chine); infine un’altra parodia disegnata da Silvia Ziche e scritta da Mario Gomboli che, oltre a essere sceneggiatore storico di Diabolik, è anche il Direttore Generale di Astorina.
Nel secondo albo (2-2019, uscito in luglio) c’è un lungo racconto di 196 pagine, “Una vendetta in sospeso”, sceneggiata da Tito Faraci e disegnata da Giuseppe Palumbo e Matteo Buffagni: un bella storia che riporta lo spettatore a quando Diabolik era ancora considerato alla stregua di una leggenda metropolitana che solo Ginko considerava rispondere al vero. In tutta trasparenza, anche nelle storie di questi ultimi due volumi, non sono riuscito a trovare qualcosa che potessi considerare indimenticabile.
“Ma come?” potrebbe insistere sempre lo stesso qualcuno, “Avevi detto che ti piaceva e ora dici che non sei riuscito a trovare niente che potessi considerare indimenticabile?”.
Fermo lì… ci sono arrivato: alla fine di tutti questi albi e nonostante le perplessità che durante la lettura andavo razionalizzando, sentivo di non averne abbastanza. Avrei voluto leggere ancora qualche storia e non per cercare una conferma delle mie considerazioni, ma perché devo ammettere che ho provato piacere nella lettura e ne ho poi capito i motivi, ma prima di questo c’è ancora un albo di cui voglio parlare.
Una volta finiti tutti i fumetti che avevo comprato nell’edicola vicina alla spiaggia, infatti, mi servivano altri albi da leggere e volevo provare a vedere se qualcuno dei miei autori preferiti avesse mai disegnato per Diabolik. Mi chiedevo se fosse possibile che, per esempio, Sergio Toppi non avesse mai disegnato una storia di Diabolik. Dopo una ricerca online durata circa 5 secondi, avevo già acquistato un albo su Amazon, che è poi arrivato il giorno dopo: DIABOLIK, FUORI DAGLI SCHEMI. Sergio Toppi ha disegnato una storia di Diabolik, eccome se l’ha disegnata.
Ma non è il solo. Altri grandi maestri del nostro fumetto italiano si sono cimentati in una serie di storie brevi dell’antieroe di Astorina: Giorgio Cavazzano, Lorenzo Mattotti e parecchi altri, hanno disegnato le proprie versioni del Re del Terrore, confermandomi quanto davvero Diabolik e compagna siano permeati nella nostra cultura.
L’albo è pieno zeppo di immagini eccezionali e le storie hanno spunti geniali che mi hanno fatto venire ancora più voglia di leggere altri albi, speciali e non. Segnalo la sovra-copertina di Milo Manara che ha curato anche la prefazione del libro (all’interno della sovra-copertina si trova la stessa illustrazione di Manara, in formato più grande… praticamente un poster).
Dicevo dei motivi per cui mi piace Diabolik.
Ne ho trovati due:
- Diabolik si legge in un attimo e la lettura è sempre piacevole e scorrevole. Non è una cosa da sottovalutare. Diabolik è un prodotto di intrattenimento e le sue storie sono come le ciliegie: cominci a leggerne un paio e poi non ti fermeresti più. Quindi mi rimangio quanto detto, per esempio, sul DIABOLIK MAGNUM: anche fossero state 5 storie slegate le une dalle altre, le avrei comunque lette. Tutte.
- Riprendo la frase di Lorenzo Mattotti che, nel presentare la sua storia breve in DIABOLIK, FUORI DAGLI SCHEMI, ha scritto: “Non ho mai letto un Diabolik fino in fondo… Mi domando ancora come faccia a portare a termine i suoi colpi”. Quindi, pur non avendo mai letto una storia completa di Diabolik, è riuscito a restituire la sua interpretazione di un personaggio che, evidentemente, conosce a prescindere dalla lettura degli albi. Ed è proprio così: Diabolik e Eva Kant sono due personaggi iconici ai quali noi italiani siamo tutti legati, anche se magari non abbiamo letto nemmeno una delle loro avventure.
Allora.
Tendenzialmente io e i fumetti del Re del Terrore ci rivedremo l’estate prossima… stessa spiaggia, stesso mare… ma è di poche settimane fa la notizia che l’attore Luca Marinelli interpreterà il DIABOLIK cinematografico, per la regia dei Manetti Bros. Farò in modo di non perdermelo e dovrò, invece, recuperare terreno per aver mancato la visione del docufilm DIABOLIK SONO IO che è stato nelle sale a marzo scorso.
Nel frattempo mi tengo aggiornato: se scopro che esce una storia disegnata da Nicola Mari o da Tanino Liberatore o da Massimiliano Frezzato o da Gipi (o da altri mostri del genere), mi butto in edicola, in fumetteria, online o quello che sarà e compro tutto.
P.S.: Non avendo più la possibilità di reperire altre Diabolike storie da leggere sotto l’ombrellone, come dicevo all’inizio dell’articolo, ho comprato anche qualche albo di Dylan Dog, Nathan Never e ovviamente Topolino. Ma questa è un’altra storia.