4 Luglio 2019 12:19

Centinaia di cineasti legati al National Film Board canadese contestano il “Joli-Coeur Bis”

Dopo anni di “cottura a fuoco lento”, il conflitto tra registi e dirigenti del National Film Board of Canada (NFB) – istituzione, ricordiamolo, di proprietà dal governo canadese – sembra infine aver raggiunto il “punto di ebollizione”.

Dopo la riconferma triennale – assai discussa – dell’attuale commissario NFB Claude Joli-Coeur, infatti, centinaia di artisti freelance affiliati all’organizzazione si sono coalizzati per esercitare una decisa pressione e richiedere un cambio di leadership, accusando in pratica quella attuale di gonfiare i conti amministativi a discapito del budget di produzione.

Accuse ovviamente rispedite al mittente da Joli-Coeur, il quale ribadisce la bontà della propria gestione, parlando di “incremento costante delle produzioni” e di “ambiente ideale per i cineasti, migliore di quello privato”.

La disputa pare soltanto agli inizi.

Ce ne parla approfonditamente il validissimo Alex Dudok de Wit su Cartoon Brew, dal cui post estrapoliamo qui il video “didattico” realizzato dal regista premio Oscar (“Ryan“) Chris Landreth, relativo ai cambiamenti riscontrati al NFB nell’arco di 15 anni, dal 2002 al 2017.

Mi limito a questa considerazione: NFB è molto di più di un semplice fornitore di posti di lavoro o di un mero erogatore contenuti artistici, seppur di alto valore. Dalla sua fondazione svolge il ruolo fondamentale di canale culturale tra il Canada e il resto del mondo, e di cassa di risonanza per la tutela e il rilancio della cultura locale, comprese le minoranze autoctone. Chi scrive non intende entrare nel merito di una questione assai spinosa, ma ritiene altresì che il governo dovrebbe avere tra le proprie priorità quella di assicurare, se non aumentare, le sovvenzioni a questa insostituibile istituzione, assicurandosi che possa continuare il suo inestimabile lavoro al riparo da stolide e controproducenti logiche politico-opportunistiche di brevissimo periodo.

Linea, quest’ultima, che sembra purtroppo prevalere a tutte le latitudini.